venerdì 30 ottobre 2009

COSI FUNZIONA LA GIUSTIZIA NEL BEL PAESE (22)

Cio' che è accaduto nella città dell'acciaio ha dell'incredibile: un poliziotto è stato assolto perchè il pubblico ministero (PM) lo ha fatto indagare su se stesso.
Un magistrato del tribunale di Terni è riuscito a delegare le indagini ad un ispettore di polizia su un procedimento in cui lo stesso ispettore era l'indagato. Proprio così: l'agente ha inquisito se stesso, chiedendo ed ottenendo la propria assoluzione. Non ci si crederà, eppure il PM del processo non si è accorto dell'anomalìa, tanto che a seguito delle indagini ha chiesto l'archiviazione del fascicolo.
Una leggerezza - si affanano a spiegare nei corridoi del tribunale ternano - probabilmente dovuta al sovraccarico di lavoro.
Ricapitolando, un ispettore di polizia della Procura di Terni era indagato assieme ad un'altra persona ed a seguito di una denuncia, per una serie di reati che vanno dalla calunnia all'abuso di ufficio. Il magistrato competente attribuisce al diretto interessato gli accertamenti sul caso. Dopo qualche settimana il poliziotto arriva alla conclusione delle indagini dimostrando come le accuse (contro se stesso) fossero del tutto infondate. A questo punto il PM non batte ciglio e chiude il caso chiedendone formalmente l'archiviazione.
A denunciare il paradosso è stato il querelante, che ha dimostrato l'evidente violazione del segreto istruttorio. Il magistrato solo a quel punto ha chiesto la revoca dell'archiviazione (da lui stesso sollecitata) ed ha affidato gli atti ad un altro ispettore di polizia.
Da parte sua colui che ha indagato su se stesso (assolvendosi) ha dichiarato che non si sarebbe accorto di stare a fare indagini appunto su se stesso. A porre fine alla catena di assurdità ora - si spera - dovrebbe essere il GIP (Giudice delle Indagini Preliminari).

giovedì 29 ottobre 2009

SE VOTI PUOI RISCUOTERE FINO A MILLE EURO!

Si ritiene essere estremamente opportuno che qualcuno spieghi agli altoatesini che è stato inventato il voto per corrispondenza. Una volta tanto potrebbero anche copiare dal resto degli abitanti del Bel Paese, che la possibilità di inviare via busta una scheda elettorale l'hanno già scoperta nel 2001.
Nel bolzanese, invece,non ci sono ancora arrivati e così, per cinque referendum propositivi di domenica scorsa (25 ott. 2009) la provincia di Bolzano, governata dal 68enne Luis Durnwalder, ha rimborsato in parte il viaggio per andare a votare a tutti i sudtirolesi all'estero. E così, come ha scritto il quotidiano Dolomiten, un abitante di Ortisei si è visto consegnare mille euro: veniva dal Giappone.
Del resto avere i soldi è facile, basta presentare nel proprio Comune la tessera elettorale timbrata per ricevere i contanti. Così facile che alcuni Comuni hanno prosciugato le loro casse. Ma il (tragi)comico di tutto questo è che nessuno dei cinque referendum ha raggiunto il quorum.

martedì 27 ottobre 2009

NEL BEL PAESE ANCHE LE PORNOSTAR SONO BREVETTATE!

Ve la ricordate Cicciolina? La pornostar entrata a Montecitorio quale deputata italiana, grazie ai voti dei radicali? Ebbene fa di nuovo parlare di se chiedendo i danni a SKY. Per l’esattezza trenta milioni di euro.
Per spiegare la questione, nella fiction “Moana”, che dovrebbe essere trasmessa su SKY all’inizio del prossimo dicembre, ci sarebbe stato un “utilizzo illegittimo del personaggio Cicciolina” che, detto tra parentesi è un marchio registrato presso l’Ufficio Italiano Brevetti. Dunque avanti con l’azione giudiziaria come annuncia l’avvocato Luca Di Carlo, legale rappresentante e fidanzato di Cicciolina al secolo Ilona Staller. Ipotesi ventilata dallo stesso Di Carlo,verrà richiesta anche la sospensione della fiction ed il taglio della parte della Staller (interpretata da Giorgia Wurth).
“Facciamo causa poiché nella mini-serie ‘Moana’ c’è stato un utilizzo illegittimo del personaggio di Cicciolina, del nome e dell’immagine di Ilona Staller. Tutto questo in assenza di autorizzazioni e liberatorie da parte della Staller che ha il diritto esclusivo sul personaggio da lei inventato e registrato”.
Per chi non lo avesse capito in questo Bel Paese si può registrare, brevettare, tutelare, finanche la pornografia o, ancor peggio, chi di questa ne fa mestiere. Quando si dice il vero garantismo.

lunedì 26 ottobre 2009

COSI' FUNZIONA LA GIUSTIZIA NEL BEL PAESE (21)

Sono le 17 del 23 giugno del 2007 a Reggio Calabria, quando Salvatore Condemi, un capotreno, massacra con nove coltellate la moglie divorziata Paola Cangeri, una capo stazione di 42 anni. Ma non è tutto. il terribile delitto viene compiuto davanti agli occhi della figlia di 11 anni.
Sapete per la Giustizia italiana, e segnatamente per la corte d'appello di Reggio Calabria quanto vale la vita della donna e soprattutto l'esistenza completamente distrutta della ragazzina? Si, della creatura, perchè di certo non ci vuole uno psicologo per capire che la bambina porterà dentro di se per tutta la vita, l'orribile scena alla quale è stata costretta ad assistere: magari dapprima non avrà compreso cosa stesse accadendo, poi avrà tentato di distogliere il padre dal gesto, avrà pianto, gridato, cercato aiuto ed alla fine sarà stata uccisa anch'essa, perchè ammazzando la madre davanti ai suoi occhi disperati, il padre ha ucciso anche la sua infanzia e la sua innocenza. Ma soprattutto ha distrutto la sua serenità interiore per sempre.
Ma ritorniamo al nostro dire, sapete - dunque - quanto vale per la Giustizia italiana la vita di quella donna, quanta punizione merita questo gesto compiuto nel contesto appena descritto? Dodici anni di reclusione rispetto ai già pochissimi quindici inflitti all'uxoricida in primo grado. E siete a conoscenza di cosa voglia dire in pratica questo? Che fra benefici, condono, buona condotta e quant'altro il garantismo italiano offre a questa persona, fra meno di cinque anni di poter essere libero come qualsiasi persona per bene.
Alla lettura della sentenza la madre della vittima - Olga Guarnaccia - ha gridato all'assassino che non gli avrebbe dato mai pace: "sarò per sempre la tua ombra". Per questo il Presidente del Tribunale l'ha minacciata di cacciarla dall'aula.
Ed in fine, si deve anche sapere che al momento dell'arresto Salvatore Condemi dichiarò (a verbale) ai poliziotti: "Meno male, finalmente l'ho ammazzata, non sono affatto pentito. Mi dispiace per i miei genitori che stanno male".

venerdì 23 ottobre 2009

DIVORZI ED ANIMALI DOMESTICI

Quando gli animali domestici (cani, gatti, tartarughe, pesci, uccelletti ecc.) diventano un problema? Quando essi appartengono ad una coppia che si separa. A dirla tutta almeno duemila cani ed altrettanti gatti ogni anno entrano in un canile od un gattile proprio perché non possono più essere accuditi dalla “coppia che scoppia”, ed almeno la metà di questi finiscono abbandonati in strada. Le cifre aumentano drasticamente quando si parla di tartarughe, pesci ed uccellini o roditori (coniglietti, criceti) i cui abbandoni non sono stati ancora monitorati in maniera costante.
Per fortuna in almeno la metà delle cause di separazione di coppie che possiedono animali, i due coniugi o conviventi, trovano una soluzione che quasi sempre consiste nel lasciare l’animale a chi lo accudisce maggiormente e sono in crescita le coppie che decidono di tenere le bestiole in affido congiunto.
Secondo i dati ufficiali sono state 4.030 le coppie separate che nel 2008 hanno trovato un accordo per il mantenimento congiunto e per scandire i tempi di visita o tenuta del coniuge (o convivente) che non ha il possesso diretto dell’animale. Insomma, proprio come per i figli.
Il dato dei primi nove mesi del 2009 è in sensibile aumento, in quanto le coppie che ricorrono all’affido condiviso, sono state già 4.107.

giovedì 22 ottobre 2009

SPAGNA: CAVALLI ABBANDONATI MUOIONO DI FAME E SETE

Questa notizia non va assolutamente confusa con quella, pubblicata circa quindici giorni orsono, da tutte le TV e dai maggiori giornali italiani, quella cioè dove si narrava che in provincia di Alessandria una serie di cavalli bradi (selvatici) pascolavano in terreni i cui proprietari non gradivano la loro presenza. Veniva anche precisato che i quadrupedi erano stati abbandonati dai loro legittimi proprietari proprio perché questi ultimi non avevano dove farli pascolare.
Più di una di queste splendide bestie, è stata uccisa e si presume che del fatto sia responsabile il proprietario sul cui terreno l’animale stava pascolando. Ecco, la notizia che segue non ha nulla a che vedere con questa.

Non più solo cani e gatti abbandonati: in Spagna la crisi economica sta mietendo migliaia di vittime tra i cavalli. Lo denuncia il quotidiano “El Mundo”, in un reportage in cui spiega come finanche gli esemplari più cari, un tempo valutati fra gli 8 mila ed i 50 mila euro, sono sempre più spesso lasciati morire di fame dai padroni.
“La crisi fa si che vengano abbandonati in massa, e muoiano nel modo più selvaggio che si possa immaginare”, afferma Concordia Marquez, direttrice dell’Associazione Cyd Santa Maria, un centro di accoglienza equina, unico in Spagna. La Marquez riceve una media di 20 informazioni su cavalli abbandonati ogni giorno.
Il reportage de “El Mundo” denuncia casi di maltrattamento spaventosi: in una proprietà rurale vicino a Malaga – afferma il quotidiano iberico – una decina di cavalli famelici e malati sono stati abbandonati senza acqua, senza cibo ed in un luogo completamente privo di qualsiasi riparo (neanche un albero) dal loro proprietario, un imprenditore edile già denunciato per questo episodio. In conclusione di questa tristissima ed aberrante notizia va detto che quando a questo palazzinaro gli affari gli andavano bene, di cavalli ne aveva una quarantina.
Ma quanto costa mensilmente in Spagna, mantenere un rappresentante della razza equina?
Se il cavallo è da passeggiata 450 euro; da trotto 800 – 1000 euro; da concorso 1.400 euro da galoppo 1.500 euro

mercoledì 21 ottobre 2009

CHIARIAMOCI (PER NOTIZIARVI MEGLIO)

Come qualcuno avrà notato, avendo letto il profilo di chi tiene questo blog, l'intenzione era (ed E') quella di comunicare notizie che sfuggono alle grandi TV, alla stampa in genere. Insomma dare a chi legge il presente post, un taglio di originalità al grido di: "...ma questa notizia la sapevate?". Ciò premesso corre l'obbligo, sempre al titolare, di far sapere ai suoi visitatori che, altra cosa che si era proposta, consisteva nello scrivere un post al giorno (ovviamente salvo il week end!). Orbene l'esperienza ha insegnato che non tutti i giorni quel tipo di notizie ci sono. Insomma non sempre è facile reperire informazioni pochissimo note, ma comunque interesanti tanto da essere apprese. Questa è la ragione per la quale, qualche giorno questo post viene a mancare. Ciò premesso eccovi una notizia sulla quale riflettere un po'.
IN SVEZIA HANNO INIZIATO A BRUCIARE CONIGLI per scaldarsi. Infatti un'azienda energetica è arrivata a realizzare un processo chimico attraverso il quale si possono usare le carcasse dei roditori per produrre un carburante considerato biologico. Da quando ciò è stato reso noto, squadre di cacciatori girano per parchi e giardini delle città svedesi per scovare ed uccidere i miti roditori (va da se che l'azienda le carcasse le paga).
In Svezia, nel solo 2008 sono stati oltre sei mila i conigli abbandonati dalle famiglie. Si, si sta parlando proprio di quelle meravigliose bestioline che vengono acquistate (cuccioli o nani) per un momentaneo capriccio dei bambini, poi quando questi si stancano, allora i roditori vengono cacciati di casa ed abbandonati in strada od in un parco pubblico, alla mercè di chi li cerca per ucciderli. Si è calcolato che 3 mila di quelle bestiole è stato rintracciato ed ucciso dai cacciatori.
Non va dimenticato che la ditta svedese che ricava riscaldamento dagli animali, utilizza anche carcasse di gatti, cervi, cavalli e mucche.
E pensare che noi italiani abbiamo sempre visto la Svezia come una delle nazioni più civili del mondo!

sabato 17 ottobre 2009

I NOSTRI DEPUTATI? I PIU' PAGATI D'EUROPA

Bravissimi a lanciare appelli all'austerity e sempre pronti a spendersi per difendere il potere d'acquisto degli italiani. Un fatto è sicuro, con certi stipendi non è proprio difficile porsi a difesa dei soldi degli altri.
A fare i conti in tasca ai deputati italiani questa volta ci ha pensato Klaus Davi: analizzando le varie voci tra buste paga, rimborsi ed indennità, si è scoperto che gli italiani, in Europa, sono tra i più pagati in assoluto (20.600 euro mensili), in teoria secondi solo agli inglesi (euro 20.760 mensili), anche se va considerato che il costo della vita in Italia è molto più basso rispetto all'Inghilterra e pertanto i nostri parlamentari (i senatori guadagnano di più...) percepiscono il 20% in più dei sudditi elisabettiani.
Seguono i francesi che raggiungono una busta paga di 20.416 euro, poi i tedeschi (10.729 euro), gli irlandesi (8.615 euro) e gli olandesi che si...fermano ad 8.023 euro mensili.

giovedì 15 ottobre 2009

ANCHE QUESTO E' IL BEL PAESE

Davide Ragazzoni ha 40 anni ed è un commercialista che ora vive e lavora a Torino. Di recente è stato riconfermato dal consiglio provinciale della capitale piemontese, nel ruolo già da lui coperto negli scorsi cinque anni e cioè quello di revisore dei conti della Provincia.
Direte "va bene, ed allora?". No Non va proprio bene poichè Davide Ragazzoni è imputato dalla procura della Repubblica di Milano per concorso in associazione per delinquere e truffa ai danni dello Stato.
Il presidente della Provincia piemontese, Antonio Saitta, ha affermato: "per la verità io il problema me lo ero posto. Letta la sua domanda, l'ho convocato e gli ho chiesto espressamente della sua posizione. Mi ha assicurato che non era indagato. Si era a luglio. Beninteso è stato un mio scrupolo: il bando spettava alla Presidenza del Consiglio e non a me"
E pensare che c'è qualche nostro connazionale che si offende se qualcuno all'estero ci chiama "L'Italia dello scarica barile".
IL MINISTERO DELL'ECONOMIA (TREMONTI) E' proprio al verde tanto da dover essere costretto a svendere i mobili di "casa" per ripagare un debito.
Questui i fatti. C.T. è un agricoltore di Bari di 40 anni che si è visto assegnare dalla Corte d'Appello della sua città 25 mila euro di danni per essere stato ingiustamente imprigionato.
Soldi che sembrano proprio non esserci nelle casse dello Stato. Così per oltre un anno l'uomo non si è visto accreditare sul suo conto corrente neanche un euro.
A questo punto il suo legale si è vagamnente indispettito ed ha messo in moto la macchina della Giustizia che prevede il pignoramento in caso di insolvenze di questo tipo. E' così che mobili, armadi e computer della locale sede del Ministero, sono finiti all'asta per racimolare qualche euro da dare all'agricoltore barese.

mercoledì 14 ottobre 2009

CHI CI DEVE PROTEGGERE E' IN CRISI TOTALE

Sembrerà strano, ma purtroppo non lo è: i tagli sono caduti come una mannaia sulla Polizia di Stato. Leggete questi dati e ve ne renderete conto.
A Milano mancano 600 agenti; a Torino 300; a Napoli circa 500 ed a Roma addirittura 1400.
Le Forze dell'Ordine e particolarmente la Polizia, in tutta Italia sono sotto organico di 15 - 20 mila uomini (e donne); quel che più è grave è che sopratutto risultano assenti coloro che hanno meno di 40 anni. Proprio per questa ragione è difficoltoso mettere insieme i servizi che richiedono maggiore energia ed agilità: le volanti, le pattuglie dei celerini, gli organici dei poliziotti di quartiere, i "falchi" (poliziotti in borghese su motociclette civetta) e via di questo passo.
Non meglio la Polizia sta per quanto riguarda i mezzi a sua disposizione: su 24 mila macchine a sua disposizione, almeno 7 mila sono in costante manutenzione in quanto hanno più di 200 mila Km percorsi; manca finanche la benzina (il Comune di Alessandria si è accollato la spesa del carburante per le volanti per molti mesi), oltre a scarseggiare, fino a quasi essere ormai assenti, gli etilometri, gli strumenti per controllare la velocità delle auto e perfino quasi totalmente assente negli uffici la cancelleria.
Insomma la Polizia è allo stremo.
Pensate che ogni cinque agenti che vanno in pensione ne viene rimpiazzato solo uno (cioè il 20%) e di quelli in servizio si sta abbassando notevolmente l'età media: solo otto su cento hanno meno di 30 anni.
La Polizia di Stato, inoltre, è l'unico caso di pubblico impiego che non ha nessun piano di previdenza integrativa; da 21 mesi i poliziotti italiani stanno aspettando il rinnovo del loro contratto per il quale il Governo ha proposto un aumento di 40 euro mensili lordi. Come se tutto questo non bastasse, da quindici anni manca in Polizia il riordino delle carriere con relative riqualificazioni e promozioni.
E dire che non si sta parlando dei soliti quattro gatti ma di:
893 dirigenti
1.839 vice questori
723 commissari capi
19.230 ispettori
666 vice ispettori
13.677 sovrintendenti
38.976 assistenti
29.320 agenti
Fra questi le donne sono circa 15.000.
Lo stipendio medio va dai 1250 ai 1400 euro.

martedì 13 ottobre 2009

IL MACHO IDOLO DELLE DONNE? UN TRISTE ALCOLIZZATO

Crolla inesorabilmente un altro sexi simbol maschile. Si tratta di David Hasselhoff, il mitico bagnino di "Baywatch" ed anche protagonista della serie "Supercar", che per anni ha fatto impazzire milioni di donne in tutto il mondo. L'uomo è stato vittima di un altro avvelenamento da alcool. Il divo noto per il suo splendido fisico ed il bel volto, è stato dimesso ieri dal Capio Nightingale Hospital di Londra dove era stato ricoverato d'urgenza in coma etilico a seguito di una sbronza che l'attore statunitense si è presa al St. Martins Line Hotel, dove era stato invitato per la festa di compleanno di Simon Cowell.
E' accaduto l'altra domenica ed a dare l'allarme Haylay, la figlia (adolescente) dell'attore . La ragazza ha infatti trovato il padre nella residenza di famiglia ad Encino; l'uomo era disteso in terra e privo di sensi. Purtroppo una scena già vista un paio d'anni orsono quando la stessa Haylay mise un video su Youtube nel quale documentava il dopo sbornia del genitore, chee semi-incosciente, blaterava parole a vanvera.

lunedì 12 ottobre 2009

COSI FUNZIONA LA GIUSTIZIA NEL BEL PAESE (20)

Solo dopo 12 (dodici) anni ha visto "trionfare" la giustizia (la "g" minuscola non è un errore). Questa è la storia dell'attrice romana Gioia Maria Scola volto del cinema e della TV.
La protagonista di questa vicenda dopo aver lavorato in alcuni fotoromanzi, ha partecipato a vari film italiani ("Anemia", "Bugie rosse", "Sensi", "Nel giardino delle rose", "Yuppies 2" e "Forever"). Successivamente è co-sceneggiatrice del film "Malefemmene" interpretato da Giovanna Mezzogiorno. Poi, nel 1995, Gioia Maria Scola, dopo un viaggio effettuato nel 1992 a Rio de Janeiro dove si era recata per subire un intervento di chirurgia estetica, viene arrestata con l'accusa di essere una trafficante di cocaina.
Ad essere nel mirino dei giudici la sua relazione sentimentale con Vincenzo Buondonno, poi ammanettato perchè considerato un narcotrafficante di rango.
Ad accusare l'attrice romana c'erano i verbali di un pentito, Mario Fienga. E' così che Gioia Maria Scola resta 73 giorni chiusa in carcere ed altri 76 agli arresti domiciliari.Ma l'assoluzione definitiva (per non aver commesso il fatto) se la vede riconoscere soltanto nel giugno 2007 quando ormai la sua carriera è stroncata, e soltanto in questo ottobre del 2009 le arriva il risarcimento di 50 mila euro per l'ingiusta detenzione ed altri 12 mila per gli 11 anni del processo subìto.

venerdì 9 ottobre 2009

QUANTE STORIE COME QUESTA NON VENGONO ALLA LUCE

Questa è la vicenda di una ragazza di 15 anni che ha avuto il coraggio di denunciare e quindi far arrestare il suo aguzzino. E' però doveroso sottolineare come fatti uguali a questo ne esistano a migliaia ma soltanto una minimissima parte riesce a venire alla luce del sole, e questo per il semplice fatto che è difficile trovare il coraggio di ribellarsi quando si è ancora adolescenti.
Dory, una quindicenne rom, di nazionalità romena, è giunta in Italia soltanto tre mesi fa. E' arrivata con il consorte di 19 anni al quale il padre l'aveva venduta in Romania. Qui giunti il marito ha preso alloggio con Dory in un campo nomadi di Aprilia, nei pressi di Roma.
Il giorno che aveva conosciuto quel ragazzo, le era sembrato persona dabbene e di cui fidarsi. Ma, giunti in Italia, dopo la prima notte trascorsa al campo di Aprilia, quel "bravo ragazzo" si era trasformato in un mostro. L'aveva portata alla stazione Termini (di Roma) affidandole il compito di rubare e chiedere l'elemosina. Dory si era subito opposta, così lo sposo ha iniziato a prenderla a calci, pugni e morsi su tutto il corpo.
"Se non porto i soldi, lui mi taglia la gola, mi picchia con la cinghia", ha raccontato in lacrime agli agenti della Polfer, che l'altro ieri l'avevano notata rannicchiata e terrorizzata in un angolo della stazione romana.
"Ora voglio tornare al mio Paese da mio padre", ha detto dopo l'arresto del coniuge. Pur sapendo che il padre è il maggiore responsabile di questi tre mesi di inferno che è stata costretta a vivere in Italia.

giovedì 8 ottobre 2009

SEGRETARIA LICENZIATA PER AVER MANGIATO UNA POLPETTA MENTRE PREPARA UN PRANZO DI LAVORO

Magdalene H. è una donna di 59 anni che da 34 lavora (e da tutti riconosciuta come impiegata modello) in qualità di segretaria a Dortmund (Germania) presso l'Associazione dei Costruttori Edili della Westfalia. Nel luglio scorso (ma la notizia è uscita soltanto ora grazie al giornale tedesco BILD)è stata incaricata dal presidente dell'Associazione Hermann Shulte-Hiltrop, di allestire un pranzo di lavoro. Poco prima che i convitati entrassero nella sala, la donna si è recata a controllare se tutto fosse stato disposto secondo i suoi ordini. Nel fare questo ha preso una polpetta e l'ha mangiata con l'unico scopo di assaggiarla.
Un collega l'ha veduta ed ha riferito l'episodio al presidente dell'Associazione, il quale ha chiamato la "colpevole" che non ha avuto nessuna esitazione ad ammettere di aver mangiato la polpetta, mai immaginando che questa "confessione" le sarebbe costata il posto di lavoro. Il giorno successivo, infatti, ha ricevuto la lettera di licenziamento per "furto"!
Nessun sindacato è riuscito a difenderla data l'irremovibilità di Hermann Shulte-Hiltrop, il quale ha testualmente dichiarato:
"vista dall'esterno può sembrare una bagatella, ma noi lavoriamo con informazioni e dati molto sensibili. Se non ci si fida più di qualcuno, la cosa non crea una buona atmosfera".
L'avvocato della segretaria la difende dicendo che un dipendente può tranquillamente mangiare una polpetta in un pranzo di lavoro senza che ciò appaia neanche sconveniente, tanto più che la sua assistita era convinta di agire nella più totale correttezza. Da parte sua il giudice ha affermato come non si possa parlare di "caso classico di furto" e per questo, lo stesso magistrato ha proposto all'Azienda una conciliazione, con la revoca del licenziamento e la pronuncia di un'ammonizione a carico della penalmente incolpevole Magdalene H.
Ma la proposta è stata rifiutata dai vertici dell'Associazione dei Costruttori Edili della Westfalia che hanno ottenuto di portare la segretaria in tribunale: il processo inizierà nel gennaio del 2010 davanti al tribunale del lavoro di Dortmund.
P.S. Gentili visitatori di questo blog, avrete capito che qui le notizie si forniscono e non si commentano, vero?
Apprezzate dunque quanto pazienza ha, chi scrive, per non dire nulla su i dirigenti di questa Azienda teutonica per quello che stanno facendo ad una impiegata modello che li ha serviti per 34 anni.

mercoledì 7 ottobre 2009

LA GIUSTIZIA E' LENTA ED IL CITTADINO RISCHIA LA VITA

Luigi Leonardi è un negoziante titolare della ditta “Leolamp” che si trova(va) al confine fra Scampìa e Melito, nella periferia napoletana. Quanto segue è la (tragica) storia, da lui stesso narrata e che dimostra ancora una volta come la Magistratura sia vittima di una pericolosa e colpevole lentezza.
Sentite i fatti narrati dal protagonista stesso.
“Un giorno sono entrati in cinque e mi hanno detto che: ‘la zona è nostra. Tu ci devi pagare’. Veniamo da Secondigliano, come dire da Scampìa. Dopo aver fissato la tariffa a 2.500 euro settimanali, con consegna al sabato mattina ed essersi intrattenuti nel mio negozio fra lampadari e luci varie per oltre un’ora, se ne sono andati.”
Il commerciante sperava fosse finita lì. Pia illusione. “Dieci giorni dopo sono venuti in due, due che poi hanno fatto una brutta fine, uno morto in una sparatoria e l’altro è su una sedia a rotelle. Ma ritorniamo a quel giorno quando, appena presentatisi mi hanno detto: ‘e noi chi siamo? Siamo peggio di quelli là?. Come ti sei regolato con quelli di Secondigliano, ti devi regolare con noi. Facciamo 1500 euro ogni sabato mattina’.
Allora, e siamo alla fine del 2005, Luigi Leopardi aveva quattro negozi, a Chiaia, nel cuore di Napoli, e poi in tre località dell’hinterland: Melito, Giugliano e Cardito. In più una fabbrica che riforniva direttamente di lampadari e di quant’altro necessario i punti vendita.
“Nel giro di pochi giorni, nel mio ufficio, i c’è stata una processione di soldati dei clan; quelli di Cardito, poi quelli di Ottaviano ed infine il boss di Giugliano mi ha mandato a chiamare: ‘Noi non ti abbiamo mai scocciato, tu adesso dai qualcosa anche a noi e sei a posto’ “
Per “mettersi a posto” Luigi Leopardi versava sei mila euro settimanali ai vari clan. Il commerciante ha resistito quasi un anno, lo dissanguavano, strozzavano, un po’ alla volta, racconta, e conclude: “io non ce la facevo più. Ma loro volevano i soldi. Sempre soldi. Altri soldi. Ho chiuso la fabbrica, ho chiuso Chiaia, ho chiuso Cardito, ho chiuso Melito, ho chiuso Giugliano, ho messo sul lastrico 17 famiglie, quelle dei miei dipendenti. Ma non è servito a nulla”.
Questa storia è un grido disperato, quello ad una Giustizia che non c’è.
“Mi ero rifugiato in un mininegozio che mi era restato ad Aversa, quando nel giugno del 2007 sono venuti in tre su due motorini. Sono stati di poche parole ‘Vieni con noi’. Mi hanno portato al Terzo Mondo, un quartiere degradato di Secondigliano e mi hanno chiuso in uno scantinato per una intera giornata. Mio padre, a suo tempo, si era indebitato ricorrendo alle cambiali e quelle cambiali sono finite nelle mani dei clan. ‘Tu o tuo Padre ci dovete pagare 26 mila euro, altrimenti lasciaci questo negozio e vattene’; poi mi hanno messo la canna di una pistola in fronte. Non sapevo cosa fare. Alla fine mi hanno liquidato così: ‘cominciamo dalla macchina e dalla moto che tieni’ le hanno valutate 13 mila euro e se le sono portate via dicendo. ‘Gli altri ce li darai’ “
Qualche settimana dopo Luigi Leopardi ha varcato la porta del commissariato ed ha firmato la denuncia. E’ poi tornato dalla Polizia decine di volte ed ha riempito centinaia di pagine di verbali. “Ho dato nome e cognome di trenta delinquenti che mi hanno minacciato, sequestrato e spremuto 640 mila euro riducendomi sul lastrico”.
Sono trascorsi due anni da questi fatti e Luigi Leopardi è solo come e più di prima. “A gennaio 2008 l’indagine era finita. I nomi dei miei aguzzini sul tavolo del Pubblico Ministero. Ma da allora non è accaduto proprio nulla. Nemmeno un arresto, il PM non mi ha mai chiamato per ascoltarmi, ma io cosa debbo fare ora? Siamo quasi alla fine del 2009 ed ho perso tutto. La famiglia, gli affetti, il lavoro. Non ho più nulla. Se non la paura che mi sparino per averli denunciati.”

lunedì 5 ottobre 2009

CANONE: ECCO QUANTO ABBIAMO ARRICCHITO LA RAI

Se mai a qualcuno fosse venuto in mente di pensare che la RAI sia povera ed è per questo che così frequentemente aumenta il canone, sarà opportuno che si documenti con quanto si riporta qui sotto che non solo dimostra come tale pensiero sia errato, ma comprova come la stessa RAI si sia arricchita con i soldi degli italiani.
Orbene si è scoperto, da non molto tempo, che ammonta a più di mille (1.000) pagine l’elenco dei possedimenti di RAI spa e delle sue società controllate. Elenco peraltro reperibile utilizzando i loro codici fiscali alla banca dati del Catasto. Certo dentro ci sono tutte le proprietà più note: via Teulada, mura e terreni di Saxa Rubra a Roma, la sede di Corso Sempione a Milano, gli immobili delle sedi regionali dell’azienda, in alcuni casi anche con i loro prati all’inglese che li circondano.
Mal il patrimonio, che un quotidiano a grande tiratura è riuscito a censire, è davvero imponente:
755 fabbricati divisi in ogni provincia italiana,
857 terreni, di proprietà soprattutto di RAI, Rai way e Sipra. Per Rai way, che si occupa della trasmissione del segnale, i possedimenti sono in realtà di più, ma si tratta per lo più del diritto di superficie per le antenne, mentre la proprietà dei terreni resta in altre mani.
Come è chiaro i nostri soldi sono stati investiti in mattoni, che restano; terreni, non proprio valorizzatissimi:
281 pascoli,
173 appezzamenti ad uso seminativo (e non è noto se siano o no coltivati e, nel caso, da chi);
126 boschi, a vario titolo,
96 terreni incolti;
67 uliveti;
43 vigneti;
21 frutteti e poi altri 50 terreni divisi fra laghetti, semplici prati e perfino qualche agrumeto.
Il tutto sparso ovunque in Italia.
La RAI ha terra a Cortina, e negli arcipelaghi intorno alla Sicilia: Possiede 8 ettari in Cadore ed è latifondista in Puglia, oltre ad averne alle porte di Brescia e Bergamo come fra i casali in Umbria e Maremma.
Se ne trova traccia – solo per le grandi cifre – anche nel bilancio consolidato del 2008. Il costo storico di terreni e fabbricati lì riportato è di 515 milioni e 400 mila euro (più di mille miliardi delle vecchie lire). Ed è meglio ci si fermi qui al fine di non impelagarci in conti di rivalutazione basati su Leggi succedutesi nel tempo e che chiaramente han fatto lievitare, e non di poco, tale cifra.
Va comunque anche detto che non sempre è stato un punto di forza poter contare su questi beni immobili per la RAI, infatti sono comunque destinati ad essere i primi a finire sotto pignoramento in un qualsiasi contenzioso con chiunque, laddove non si trovassero disponibilità liquide per la bisogna.
Pur avendo tante proprietà sparse per l’Italia (i beni magari non sono nemmeno noti nel dettaglio a chi amministra l’azienda) e spesso frutto di fusioni societarie, non c’è in RAI una immobiliare specifica pronta a mettere a reddito terreni e mattoni. In qualche caso ci pensano le società controllate come la Sipra che è riuscita ad affittare due proprietà in via Teulada (a Roma) al Comune della città che peraltro non sembra essere di una puntualità svizzera nell’esborso delle relative pigioni. Sempre la Sipra affitta a terzi alcuni uffici della sua sede di Napoli.
Diversa sorte hanno i terreni che spesso vengono lasciati a se stessi. In un paio di casi sono perfino frutto di donazioni post mortem di cittadini così affezionati alla RAI di averla compresa fra i legittimi eredi. C’è un terreno in Sicilia lasciato alla Chiesa ed alla RAI e non si sa chi dei due oggi lo gestisca.
Ma a parte questi singoli casi, il resto del patrimonio è stato costituito canone dopo canone, pagato per decenni da milioni di italiani, la maggior parte dei quali non è al corrente di quanto appena detto..

venerdì 2 ottobre 2009

SIGARETTE NON SIGARETTE

Sentite cosa si è inventata – a proposito di fumo – la Ryanair. Orbene per accontentare i suoi non pochi clienti fumatori la compagnia aerea ha messo in commercio, sui suoi velivoli, pacchetti di sigarette che “si fumano ma non si fumano”!!! Spiegazione, le caratteristiche sono le seguenti:
La sigaretta non si accende e non emette né fumo, né vapore.
Si aspira e rilascia la nicotina.
Non contiene tossine o sostanze chimiche.
E’ identica nell’aspetto alle normali sigarette.
E’ assolutamente innocua per i vicini.
Rilascia un livello di nicotina simile a quello delle normali sigarette.
E’ diversa dalla sigaretta elettronica, che ha bisogno di una ricarica ed emette vapore.
Un pacchetto da dieci sigarette ha il costo di 6 euro e verrà venduto ai soli passeggeri maggiorenni.
Certo che la Chimica ne ha fatti di progressi.

giovedì 1 ottobre 2009

GIOVANE LADRO ED IDIOTA

Jonathan G. Parker il giovane ventenne di Fourth Loudoun in Pensylvania è sostanzialmente un…distratto. Infatti entra in un appartamento della sua città con lo scopo di compiervi un furto. La cosa gli riesce alla grande, tanto che si impossessa di due anelli del valore di 3500 dollari. Peccato – per lui – che si sia fatto prendere proprio come un pollo. Perché? Semplice ha lasciato una traccia chiarissima del suo passaggio.
Si può pensare a qualche impronta digitale su quella o questa finestra, alla inavvertita perdita di qualche capello sul quale sia stato fatto il DNA che non gli ha lasciato scampo; o magari, come a volte accade, può darsi abbia perduto il portafogli con i suoi documenti all’interno.
Nulla di tutto ciò.
Il ladruncolo ha avuto il bisogno urgente (o la brillante idea, fate voi) di controllare il suo account su Facebook. Per farlo ha quindi dovuto connettersi dal computer della vittima del suo furto. Ma la cosa ancora più buffa è che quando ha finito di fare il tutto, ed è andato via, si è dimenticato di disconnettersi dal profilo.
Quando la padrona di casa è tornata ed ha visto tutto l’appartamento a soqquadro e subito dopo ha capito che l’intruso aveva usato il suo computer, ha aperto la home page di Facebook e si è trovata davanti al profilo del ladro con tanto di foto, nome, cognome, indirizzo e contatti.
Da questa scoperta alla galera il passo è stato men che breve. Non solo, ma il passo medesimo è stato così…rapido che la polizia ha anche recuperato i due anelli restituiti alla legittima proprietaria.