mercoledì 13 marzo 2013


E’ DIVENUTO UN REATO
DARE DELLO IETTATORE

Per l’amor di Dio, non voglio certo mancare di rispetto ai supremi (ed anziani) giudici di una delle istituzioni più alte della nostra repubblica. Vi confesso, però, che leggere questa sentenza mi ha lasciato molto, molto, ma molto perplesso e per due ragioni: per la forma e la sostanza. La forma – per l’uomo della strada – è quasi indecifrabile. La sostanza…beh, giudicate voi se si può rischiare il carcere per aver dato del menagramo a qualcuno. Infatti per la Corte di Cassazione:

“commette reato di diffamazione chiunque adoperi termini che risultino offensivi, in base al significato che essi vengono oggettivamente ad assumere, a prescindere dal loro spessore culturale e dalla base scientifica, nella comune sensibilità”.
Infatti è
“Dolorosamente noto che il ‘sapere superstizioso’ diretto a distinguere ed a disprezzare categorie sociali, identificate per sesso, religione, colore della pelle, provenienza etnica, culturale, ha condotto ad ingiustificate emarginazioni, a disumane persecuzioni”.

Questa sentenza mette al bando qualsiasi parolaccia che ci possa uscire dalla bocca sia in uno scatto d’ira, sia come battuta salace. E che i supremi giudici abbiano impegnato il loro genio giurisprudenziale per tanto poco, mi sorprende. Ma si sa, i latini dicevano “Dura Lex, se Lex”. 

 

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