martedì 9 novembre 2010

RAPPORTO FRA AUTO BLU ITALIANE E STRANIERE

Nei miei ultimi due scritti vi ho parlato dei rapporti fra noi automobilisti e lo Stato (od Enti locali). Bene desidero sottoporre alla vostra attenzione come la parola “Stato” sia in realtà un termine astratto nel senso che quando te la pigli, appunto, con lo “Stato”, con chi stai…litigando? Voi stessi me lo insegnate: con tutti coloro che SONO lo Stato: senatori, deputati, ministri, sottosegretari, presidente della Repubblica e via discorrendo. Insomma coloro che legiferano e tengono in mano i destini della Patria, i nostri destini. Vi dovevo questa spiegazione in quanto oggi ritorno un attimo su un argomento che sempre le macchine riguarda ma in termini un po’ diversi e cioè come questi signori (oltre a sindaci, presidenti di Regione e di Provincia, assessori vari, ecc. ecc.) viaggiano su di esse a spese nostre.
A tal proposito vi ricordo che ogni “auto blu” comporta l’autista (oltre a benzina e manutenzione meccanica) stipendiato con i soldi pubblici, cioè nostri; se ciò non bastasse vi ricordo anche che le auto blu NON pagano autostrada pur prendendo lo scontrino (che poi viene portato al loro Ente di appartenenza che salda il conto con il pubblico denaro). Come ognuno di noi sa, nessuna di esse rispetta i limiti di velocità imposti da quel Codice della Strada che è stato legiferato proprio da coloro che le auto blu usano quotidianamente.
La vostra osservazione potrebbe essere: “Ok, ma quale novità ci stai svelando?”, giustissimo appunto. Ciò che vi propongo è semplicemente un dato di fatto: il numero di auto blu impegnate in Italia rispetto a quelle messe in strada da altre nazioni. A parte il fatto che è di ieri la notizia secondo la quale i ministri (tutti) della vicina Svizzera hanno volontariamente rinunciato alla loro macchina di servizio, i dati sono questi:
negli Stati Uniti d’America ne circolano 72 mila; in Francia 61 mila; in tutto il Regno Unito sono 55 mila mentre nella Germania il loro numero è di 54 mila, termino questo breve raffronto dicendovi che mentre in Portogallo ne esistono 22 mila, noi italiani ne manteniamo 90 mila. Siamo o non siamo ricchi?

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