giovedì 11 novembre 2010

SPRECHI: L'ENERGIA EOLICA

A proposito di sprechi e simili, oggi desidero parlarvi di un argomento di cui i media (a proposito di questa parola, mi raccomando pronunciatela come si scrive e non “midia” poiché NON è una parola inglese ma un termine che discende dalla nostra madrelingua: il latino) di cui i media – dicevo – si occupano poco o niente: l’energia eolica. Quell’energia, per intenderci, per ottenerla è necessario impiantare delle alte pale facendo girare le quali il vento produce i famosi megawatt. Come sempre desidero informarvi su alcuni particolari di questi (costosissimi) impianti.
Sappiate che sulla nostra ridente Penisola a tutt’oggi sono installati 4.236 aereogeneratori (così si chiamano quei pali alti, alti, che hanno tre pale rotanti) il 98 per cento dei quali al Sud (e questo vorrà pur dire qualcosa). Il tutto produce 4.849 megawatt tanto da porre l’Italia al terzo posto in Europa preceduta dalla Spagna (19.110 mw) e la Germania (25.800 mw).
Dopo questa premessa, entriamo nell’argomento. L’installazione e la manutenzione di un aereogeneratore di media dimensione, in Europa costa un milione di euro, nella nostra Sicilia a parità di dimensioni, costa quattro volte tanto: quattro milioni di euro (l’anno). Direte, ma le nostre pale girano di più e quindi producono maggiore elettricità. Continuate a leggere e fatevi un’idea. In Danimarca le pale girano – sempre in dodici mesi – 1.880 ore; 2.000 ore in Svizzera; 2.046 in Spagna; 2066 in Olando; 2.083 in Grecia e 2.233 sono le ore che il vento aziona in Portogallo i famosi aereogeneratori.
E’ vostro desiderio sapere quante ore annualmente il vento smuove le pale italiane? Volete fare un giusto raffronto con le altre nazioni? Eccovi serviti 1.466 ore ogni dodici mesi. Vi chiederete, “ma perché”? Non vi rispondo io, lascio l’incarico ad un articolo del “Financial Times” di qualche mese fa, nel quale si leggeva testualmente: “…in una terra di vento e di sole come l’Italia l’energia eolica è così scarsa in quanto la sua produzione non ha regole adeguate” e se non vi bastasse questa osservazione, sempre alla domanda “ma perché così poca produzione su un territorio come il nostro”, vi rigiro non la risposta ma una considerazione di Giulio Tremonti il quale – soltanto 40 giorni orsono – ebbe a dichiarare pubblicamente in un convegno a Cortina: “Il business dell’eolico è uno degli affari di corruzione più grande e la quota di maggioranza, francamente non appartiene a noi”.
Cos’altro aggiungere? Tanto perché lo sappiate, se volete altre notizie su questo argomento basta che me le chiediate.

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