martedì 30 novembre 2010

ANCORA SULL'EUROPARLAMENTO

Qualche tempo fa ebbi a comunicarvi che il Parlamento Europeo si era preoccupato della vita dei pesci nelle acque del nostro continente tanto da proibire ai pescatori di “tirare su” la famosa frittura. Ho approfondito la ricerca ed a testimonianza della dabbenaggine di questi deputati (andatevi a rileggere il post per vedere come si trattano…) europei sentite ciò che ho scoperto. Vi debbo avvertire di una cosa, quanto segue è stato rilevato da uno dei più famosi giornali inglesi, l’ ”INDIPENDENT”.
Orbene si tratta di questo. I pescatori dei mari nordici gettano a mare, ogni anno, più della metà del pesce che pescano. Il famosissimo cuoco Hughs Fearnley Whittingstal ha lanciato una campagna per sollevare il problema del pesce morto gettato fuori bordo: centinaia di tonnellate vengono rigettate tra i flutti oceanici per non infrangere il totale della quota prefissata di pescato da parte del Parlamento Europeo. I pescatori buttano via il pescato in quanto fuori misura ( cioè troppo piccolo, insomma la frittura ) perché hanno già raggiunto la quota loro spettante per farlo giungere a terra al fine di venderlo.
Questo sistema delle quote, senza alcun intervento degli organi scientifici, sta divenendo devastante. L’appello dello chef ha raggiunto – in soli due giorni – 24 mila cittadini che hanno firmato la sua campagna indirizzata a Maria Damanaki, Commissario Europeo per la Pesca. A supportare il cuoco inglese, ci si mette finanche la Scienza ufficiale, nella persona di Roberts Callum, autorità riconosciuta dell’Università di York, nel campo della pesca commerciale, il quale a proposito dei quantitativi di pesce morto gettati in mare, è ancora più pessimista di Hughs. Infatti lo stesso Callum ha dichiarato che: “Probabilmente i pesci ributtati in acqua sono molto più della metà del pescato”.
La situazione che ha maggiori e reali verifiche è quella del merluzzo. I morti gettati fra le onde raggiungono il 60 per cento di quelli tratti a bordo nei mari del Nord e fino al 90 per cento dei soggetti di età inferiore ad un anno.
Avete capito bene che cosa si sono inventati i famosi europarlamentari? Ma, ancor meglio, vi rendete conto chi sta governando l'Europa. E questi sono gli stessi che ci hanno imposto la curvatura delle banane, la grandezza dei Kiwi, il peso ed il diametro delle salsicce, e via di questo passo.
Lasciatemelo dire, secondo me questi eurodeputati sono affetti da allergia ad ogni forma di logica ed intelligenza.

lunedì 29 novembre 2010

RAGAZZI SI RICOMINCIA!!!

Eccoci qui. Dopo un paio di settimane trascorse fra malesseri vari del tipo: raffreddore, tosse, torcicollo, febbri varie e via di questo passo, come fattovi annunciare da mia moglie, sono di nuovo qui in quanto appena…guarito. Come promesso riprendo il mio “lavoro” inteso a darvi quelle notizie che non sempre vengono divulgate o che non sono accessibili a tutti. Ciò che vi prego è di avvertire tutti i vostri amici che questo Blog è ricominciato tanto è vero che
OGGI PARLIAMO DI SCUOLA
E’ accaduto ad Ancona ed il fatto, secondo me, testimonia come il mondo sia cambiato e – naturalmente – in peggio. Se quanto sto per narrarvi fosse avvenuto nell’altro secolo, si, insomma, nel Novecento, la punizione sarebbe stata la radiazione da tutte le scuole d’Italia. Ecco il fatto.
Un pugno in faccia al professore di Educazione Fisica. E’ accaduto nella scuola Media Montessori di Castelferretti in provincia di Ancona. Lo studente, ripetente di 15 anni, esonerato dallo svolgere l’ra di Ginnastica, sarebbe andato ugualmente in palestra per poi giocare a pallone con alcuni compagni. Ripreso dal professore, ha reagito sferrandogli un pugno sul naso. L’uomo si è recato al pronto soccorso dell’ospedale del luogo e, dopo la medicazione, è stato dimesso con una prognosi di sette giorni salvo complicazioni.
Il professore ha presentato denuncia ai carabinieri nei confronti dello studente “bullo”. A quanto è dato sapere, i dirigenti della scuola non hanno preso ancora nessun provvedimento. Il fatto è accaduto sabato scorso.

Finisce in carcere l’insegnante che nel novembre del 2006 fu sorpresa da una collega in un’aula della “scuola Media Segantini” di Nova Milanese (Milano) mentre, durante una supplenza, era in atteggiamenti compromettenti con cinque suoi studenti minorenni. La donna una trentasettenne, dopo quattro anni dall’accaduto, è stata arrestata nel suo paese Pietracatella (Campobasso) dovendo scontare una sentenza ormai passata in giudicato, e che la vede condannata a due anni e 4 mesi di reclusione per i reati di “atti sessuali con minorenni” e “calunnia”. L’insegnante aveva sempre respinto le accuse sostenendo di essere stata costretta a quei comportamenti dagli alunni.

Gli allievi che sporcano le loro aule, dovranno pulire i bagni della scuola. Lo ha deciso il preside delle scuole medie di Celle Ligure in provincia di Savona.
Il preside ha intenzione di punire gli studenti-vandali che fanno i bisogni fisiologici sui muri della scuola, obbligandoli a pulire le latrine dell’istituto.

venerdì 19 novembre 2010

DOV'E' IL TITOLARE DEL BLOG?

Gentili visitatori, sono la moglie del titolare di questo Blog il quale mi dice di comunicarvi che non è ancora...morto, ma semplicemente allettato da una pur brutta influenza. Non vi ha avvertito prima in quanto pensava ad un banale raffreddore, cosa che così non era ma che, anzi, si è svelata un attimo più grave tanto da allettarlo. Mi dice anche di dirvi che non appena ritornato in forma continuerà a scrivere i suoi (e vostri) cinque post settimanali. Un saluto a tutti da Paola Pignalosa

venerdì 12 novembre 2010

Oggi desidero informarvi di una delle tante disposizioni delle quali, noi comuni mortali, o non veniamo informati o lo siamo con ritardo o…per niente. Ecco di cosa si tratta: orbene fino ad ora ciascuno di noi ha avuto la facoltà di scegliere la borsa della spesa del materiale che preferisce: dalle buste in plastica a quelle di paglia, carta o vimini.
Dal primo gennaio 2011 tutti i supermercati d’Italia dovranno applicare il provvedimento secondo il quale si vieta di mettere in vendita i tradizionali sacchetti di plastica, accusati di inquinare l’ambiente ed in particolare il mare dove sarebbero causa della morte (per soffocamento) di miglia di pesci di grossa taglia (che li ingoiano).
Per portare la spesa a casa ci verranno messi a disposizione, oltre a quelli di carta e di tela venduti da molti supermercati, i sacchetti realizzati in materiali biodegradabili, come quelli ricavati dall’amido di tapioca, mais, frumento e patate.
Nei supermercati. Ed altrove?

giovedì 11 novembre 2010

SPRECHI: L'ENERGIA EOLICA

A proposito di sprechi e simili, oggi desidero parlarvi di un argomento di cui i media (a proposito di questa parola, mi raccomando pronunciatela come si scrive e non “midia” poiché NON è una parola inglese ma un termine che discende dalla nostra madrelingua: il latino) di cui i media – dicevo – si occupano poco o niente: l’energia eolica. Quell’energia, per intenderci, per ottenerla è necessario impiantare delle alte pale facendo girare le quali il vento produce i famosi megawatt. Come sempre desidero informarvi su alcuni particolari di questi (costosissimi) impianti.
Sappiate che sulla nostra ridente Penisola a tutt’oggi sono installati 4.236 aereogeneratori (così si chiamano quei pali alti, alti, che hanno tre pale rotanti) il 98 per cento dei quali al Sud (e questo vorrà pur dire qualcosa). Il tutto produce 4.849 megawatt tanto da porre l’Italia al terzo posto in Europa preceduta dalla Spagna (19.110 mw) e la Germania (25.800 mw).
Dopo questa premessa, entriamo nell’argomento. L’installazione e la manutenzione di un aereogeneratore di media dimensione, in Europa costa un milione di euro, nella nostra Sicilia a parità di dimensioni, costa quattro volte tanto: quattro milioni di euro (l’anno). Direte, ma le nostre pale girano di più e quindi producono maggiore elettricità. Continuate a leggere e fatevi un’idea. In Danimarca le pale girano – sempre in dodici mesi – 1.880 ore; 2.000 ore in Svizzera; 2.046 in Spagna; 2066 in Olando; 2.083 in Grecia e 2.233 sono le ore che il vento aziona in Portogallo i famosi aereogeneratori.
E’ vostro desiderio sapere quante ore annualmente il vento smuove le pale italiane? Volete fare un giusto raffronto con le altre nazioni? Eccovi serviti 1.466 ore ogni dodici mesi. Vi chiederete, “ma perché”? Non vi rispondo io, lascio l’incarico ad un articolo del “Financial Times” di qualche mese fa, nel quale si leggeva testualmente: “…in una terra di vento e di sole come l’Italia l’energia eolica è così scarsa in quanto la sua produzione non ha regole adeguate” e se non vi bastasse questa osservazione, sempre alla domanda “ma perché così poca produzione su un territorio come il nostro”, vi rigiro non la risposta ma una considerazione di Giulio Tremonti il quale – soltanto 40 giorni orsono – ebbe a dichiarare pubblicamente in un convegno a Cortina: “Il business dell’eolico è uno degli affari di corruzione più grande e la quota di maggioranza, francamente non appartiene a noi”.
Cos’altro aggiungere? Tanto perché lo sappiate, se volete altre notizie su questo argomento basta che me le chiediate.

mercoledì 10 novembre 2010

NESSUNA NUOVA BUONA NUOVA?

Miei cari ed affezionati lettori, essendomi riproposto fin dall'inizio di non occuparmi di politica ma di offrirvi notizie prima di tutto poco (o per niente) note e poi anche sviziose, oggi sono costretto a riferirvi che non ho trovato nessuna di queste. Si lo so che in passato ed in situazioni analoghe e soprattutto come vi avevo comunicato, non vi avrei fornito questo annuncio, ma oggi dopo una lunghissima ricerca mi sento di dirvelo, se non altro per spiegarvi come quotidianamente vado "piluccando" qua e là per darvi informazioni come sopra descritte. Un saluto a tutti..

martedì 9 novembre 2010

RAPPORTO FRA AUTO BLU ITALIANE E STRANIERE

Nei miei ultimi due scritti vi ho parlato dei rapporti fra noi automobilisti e lo Stato (od Enti locali). Bene desidero sottoporre alla vostra attenzione come la parola “Stato” sia in realtà un termine astratto nel senso che quando te la pigli, appunto, con lo “Stato”, con chi stai…litigando? Voi stessi me lo insegnate: con tutti coloro che SONO lo Stato: senatori, deputati, ministri, sottosegretari, presidente della Repubblica e via discorrendo. Insomma coloro che legiferano e tengono in mano i destini della Patria, i nostri destini. Vi dovevo questa spiegazione in quanto oggi ritorno un attimo su un argomento che sempre le macchine riguarda ma in termini un po’ diversi e cioè come questi signori (oltre a sindaci, presidenti di Regione e di Provincia, assessori vari, ecc. ecc.) viaggiano su di esse a spese nostre.
A tal proposito vi ricordo che ogni “auto blu” comporta l’autista (oltre a benzina e manutenzione meccanica) stipendiato con i soldi pubblici, cioè nostri; se ciò non bastasse vi ricordo anche che le auto blu NON pagano autostrada pur prendendo lo scontrino (che poi viene portato al loro Ente di appartenenza che salda il conto con il pubblico denaro). Come ognuno di noi sa, nessuna di esse rispetta i limiti di velocità imposti da quel Codice della Strada che è stato legiferato proprio da coloro che le auto blu usano quotidianamente.
La vostra osservazione potrebbe essere: “Ok, ma quale novità ci stai svelando?”, giustissimo appunto. Ciò che vi propongo è semplicemente un dato di fatto: il numero di auto blu impegnate in Italia rispetto a quelle messe in strada da altre nazioni. A parte il fatto che è di ieri la notizia secondo la quale i ministri (tutti) della vicina Svizzera hanno volontariamente rinunciato alla loro macchina di servizio, i dati sono questi:
negli Stati Uniti d’America ne circolano 72 mila; in Francia 61 mila; in tutto il Regno Unito sono 55 mila mentre nella Germania il loro numero è di 54 mila, termino questo breve raffronto dicendovi che mentre in Portogallo ne esistono 22 mila, noi italiani ne manteniamo 90 mila. Siamo o non siamo ricchi?

lunedì 8 novembre 2010

Nell'ultimo mio post vi ho detto alcune cose sul rapporto Stato-automobilisti. A concludere questo argomento oggi desidero informarvi di un evento che se vedrà la luce, forse a noi guidatori ci proteggerà un po'.
Noi automobilisti, che manteniamo moltissime attività dello Stato con i nostri soldi, ci siamo più volte lamentati delle truffe legalizzate che i Comuni (come se l'Erario non bastasse a spillarci denari) hanno messo (e purtroppo mettono) in atto per impinguare le loro casse deficitarie. Ora - sembra - essere cessata l'epoca del semaforo che scatta il "rosso" a tradimento e porta l'automobilista dritto al verbale di contravvenzione. Il suggerimento presentato alla Camera dei Deputati, dice testualmente: "chi attraversa un incrocio regolato da impianto semaforico, ha il diritto di sapere quanto durerà il giallo prima dello stop e quindi di quanto tempo può disporre per decidere se accelerare o fermarsi".
In attesa che il ministero delle Infrastrutture assuma una decisione definitiva in merito, dopo le innumerevoli polemiche dei mesi scorsi per le valanghe di multe elevate da non poche amministrazioni comunali, grazie al famigerato T-red, è un partito politico che in Parlamento sollecita una soluzione finale del problema.
Il "giallo" corto ha rappresentato un vero e proprio pozzo senza fondo per molti Comuni: A Como, qualche tempo fa, un unico semaforo emise 896 multe in una sola settimana, per un totale di 130 mila euro.
La modifica al Codice della Strada - presentata a Montecitorio - mira a rendere obbligatoria la collocazione ai semafori di uno schermo luminoso che allo scattare della luce gialla inizi il conto alla rovescia indicando quanti secondi manchino all'illuminazione del "rosso".
Vivaddio!
Personalmente sono convinto che quanto presentato sotto forma di proposta di emendamento al nuovo Codice della Strada, non verrà mai attuato. Però qualcuno mi sussurra: "non dimenticare che la Speranza sia l'ultima a morire". Vedremo.
P.S. - Voi che mi leggete quotidianamente (ed io so quanti siete), per favore fate un po' di pubblicità a questo blog. Ve lo chiedo poichè vi vedo (molto) fedeli ai miei post il che mi fa capire che bene o male vi piacciano e se così è, perchè non condividere con altri amici tale piacere? Grazie.

venerdì 5 novembre 2010

GLI AUTOMOBILISTI E LO STATO

Voi sapete che dal primo gennaio 2002 noi spendiamo in Euro e non più in Lire. Perché vi dico questo? Poiché non sono molto esperto nella matematica, e per comunicarvi questa notizia dovrei tradurre in Euro la cifra di 100 mila miliardi (centomilamiliardi!!!) di lire. Questa è la somma annuale che gli automobilisti italiani versavano – appunto al 2002 – allo Stato. Inutile aggiungervi come questo quantum sia certamente aumentato (come tutto…), ma non ne conosco l’entità attuale per cui preferisco parlare di una cifra per difetto piuttosto che darvi dati errati.
Si, ci avete colto, l’Erario italiano praticamente campa, vive, si nutre e si ingrassa soprattutto con i soldi degli automobilisti, infatti quale ente, fabbrica, industria, società od opificio, paga ogni dodici mesi centomilamiliardi di lire? Malgrado ciò, non lo crederete, è proprio su questa categoria che il medesimo Stato si accanisce con le mascalzonate più ignobili: legittime ma sicuramente (molte) illogiche, stupide, vessatorie (vi ricordate i semafori con il trucco?), continuando così a spillare fior di denari dalle tasche della suddetta martoriata e vilipesa categoria.
Qualche esempio: al giorno d’oggi molte case automobilistiche garantiscono le loro vetture per cinque anni; altre per quattro ed un numero molto inferiore per tre. Bene Il nostro Nuovo Codice della Strada ha portato la prima revisione del veicolo da dieci a quattro anni! Si insomma portiamo l’auto nuova, ancora in garanzia a revisionare. Perché? Ma per pagare la dovuta “tassa” sulla revisione medesima e, attenzione, tassa che dall'entrata in vigore di questa legge è già raddoppiata.
Medesima cosa vale per i “tagliandi di garanzia”: anch’essi sono passati da dieci a due anni.
Vogliamo parlare del giubbotto catarifrangente? Vi ricordate cosa cacchio non è stata la campagna per costringerci a comprarlo ed a tenerlo nella nostra vettura? Lo impone il Nuovo Codice della Strada, ci hanno detto. Poi se vai a leggerlo scopri che è obbligatorio indossarlo in caso che la macchina vada in panne (e tu scenda da essa) ma che NON ripeto NON, ribadisco NON è obbligatorio tenerlo a bordo. Avete idea quanti milioni ne siano stati venduti e quanta IVA su queste vendite l’Erario abbia incassato?
Ma leggendo attentamente il famoso Nuovo Codice della Strada si fanno scoperte che hanno del comico. Una per tutte: l’ordinanza che riguarda le catene antineve non solo le dichiara obbligatorie per “tutti” (da Agrigento a Trieste) ma non specifica per quali mezzi, e, ripeto, si limita a dire "obbligatorie per tutti". In una parola dovrebbero portarle presso di loro anche motociclisti e ciclisti. Direte che: “va bene io non le porto”, d’accordo ma vi può sempre capitare che troviate il tutore della Legge pignolo che a voi che abitate a Taormina e venite fermati a Naxos, vi multi in quanto non le avete a bordo. Se questo esempio non bastasse, state attenti poiché vi potrebbe accadere di venire fermati a bordo della vostra bicicletta a Cagliari, e multati per la stessa ragione.
Insomma ciò che il legislatore non ha capito e quindi non ha tenuto nel dovuto conto è la banale osservazione di che po’, po’ di potere ha messo in mano ai famosi tutori della Legge. Si, insomma, lo Stato pur di spillarvi soldi non si interessa minimamente che voi siate costretti a subire le prevaricazioni più incredibili da parte di persone in divisa che vi multano pur sapendo che quel che vi stanno facendo è una vera mascalzonata ma che gli viene dal fatto di far rispettare la Legge; così come non gliene può interessare di meno delle vere e proprie imbecillità che ci fa passare per Leggi da rispettare. E state attenti, vi ho parlato delle cose meno, credetemi, meno eclatanti: se vi andate a spulciare il Codice vi si drizzano i capelli in testa. Vuoi per disposizioni cervellotiche vuoi per assurdità incredibili che ogni automobilista incontra, come quella – ad esempio – secondo la quale per cambiare una lampadina dal costo di un euro ne dovete spendere 50 di manodopera!
Per oggi chiudiamola qui, non voglio avvelenarvi. Un fatto è certo: centomila miliardi di vecchie lire costituiscono l’importo di due finanziarie di quelle più pesanti denominate di “Lacrime e sangue” e noi automobilisti, cioè la categoria più vessata d’Italia, continuiamo a pagarli annualmente, ben sapendo che oggi come oggi non saranno rimasti quei centomila miliardi ma ad essi se ne saranno aggiunti almeno altri venti mila.
E lo Stato, anzichè essere grato a questa categoria, ad ogni pie' sospinto la tartassa con la ridicola giustificazione che lo fa "per la tutela dell'automobilista".

giovedì 4 novembre 2010

CON IL SANGUE MESTRUALE DENUNCIA UNO STUPRO

Quando si dice come la vita a volte sia strana e come certi fatti siano completamente in antitesi con il santo Vangelo che dice “ama il prossimo tuo come te stesso”. In antitesi poiché quasi sempre quando fai del bene vieni ricompensato con una mala azione da chi – da te – il bene lo ha ricevuto. A tal proposito leggete questa.
Nel settembre del 2008 un ottimo manager di 62 anni dipendente di una grossa industria milanese si trova nella necessità di assumere una segretaria essendo la sua andata in pensione. Fra le tante pretendenti decide assegnare l’impiego alla signorina Silvia Vastola di 44 anni. La donna – nei colloqui che ha sostenuto – si è dimostrata abbastanza brava da soddisfare le esigenze d’ufficio del manager che ne ha quindi proposta ed ottenuta l’assunzione da parte della società dalla quale dipende anch’egli.
Nel febbraio del 2009, in base a quanto ricostruito da Marco Grezzi, pubblico ministero del tribunale milanese, la donna ordisce un sordido complotto ai danni del manager perché ha sottratto alla società per cui lavora 20 mila euro e sa che il suo capo non potrà che scoprirla. Così un pomeriggio la “brava” Silvia si fa trovare sdraiata sul pavimento della sua stanza da lavoro con camicia e reggiseno tagliati e con accanto un paio di forbici sporche di sangue.
Ai soccorritori la segretaria dichiara: “Il mio capo, è stato lui, mi ha violentata”. Qualche minuto dopo gli investigatori trovano il manager nel box-garage dello stabile mentre in totale stato confusionale mentale tentava di aprire la sua macchina servendosi del telefonino cellulare. Soccorso è stato accompagnato all’ospedale, dove i medici ben presto scoprono che l’uomo è stato drogato con un caffè “corretto” con benzodiazepine. Come se ciò non bastasse i tecnici della polizia Scientifica milanese stabiliscono che il sangue sulle forbici è si della Silvia Vastola ma si tratta di sangue mestruale!
La segretaria è stata così condannata a cinque anni di galera per essere stata ritenuto responsabile dei reati di: calunnia, appropriazione indebita, truffa, stato di incapacità procurato mediante violenza, lesioni volontarie e danneggiamento.
“Mi dovete credere – ha dichiarato il manager – durante il colloquio per la sua assunzione, mi si è raccomandata, piangeva come un bimbo raccontandomi i suoi drammi familiari”!

mercoledì 3 novembre 2010

...E PAGHIAMO ANCHE IL CANONE TV

Come avrete appreso la nostra cara (in ogni senso) mamma RAI sta pensando di aumentarci il canone di 20 euro. Di certo noi tutti siamo piuttosto urtati dall’avvenimento, ma immaginate cosa ne pensino gli abitanti del Friuli. Volete sapere perché? Leggete.
Il segnale del Digitale Terrestre non “coprirà” la montagna? Ci pensa la regione Friuli-Venezia Giulia a correre in aiuto della televisione pubblica sborsandole la considerevole somma di ben 700 mila Euro. Infatti giovedì scorso il Consiglio Regionale ha approvato la “proposta di legge urgente” per garantire l’arrivo del Digitale Terrestre nelle zone non coperte da questo segnale.
Il momento del passaggio dall’analogico, fra il 3 ed il 15 dicembre prossimo si sta avvicinando e la RAI ha fatto sapere che sarebbero rimaste scoperte alcune aree di Montagna. I 700 mila euro serviranno a sostenere l’adeguamento degli impianti di trasmissione con il fine ultimo di far arrivare le trasmissioni anche nelle zone più sperdute ed impervie.
Una vera manna per la RAI che – guarda caso – già incassa il canone e quindi potrebbe ovviare alla mancanza di segnale da sola (tanto per capirci qui i friulani hanno dovuto tirar fuori di tasca loro, oltre al canone, 700 mila euro che, d’altro canto, costituiscono appena un terzo, ripeto, un terzo dello stipendio annuale di uno dei suoi presentatori: Fabio Fazio).
Assieme alla legge sono stati approvati anche degli ordini del giorno che impegnano la Giunta regionale a garantire l’utilizzo degli impianti anche da parte delle televisioni private.
Però le TV locali non ci vedono chiaro e temono – malgrado le assicurazioni – di restare tagliate fuori a favore del concorrente pubblico. Tele Pordenone ha annunciato che ricorrerà in tutte le sedi possibili per bloccare la legge che aiuta la RAI.