lunedì 23 aprile 2012

LUCI ROSSE PER LA SCORTA DI OBAMA


LUCI ROSSE PER LA SCORTA DI OBAMA

Rieccomi qui. Dopo la inenarrabile incazzatura di venerdì scorso per la ragione che vi ho comunicato, eccomi a riscrivere il post che, per meno di un secondo di mancanza di energia elettrica, il PC mi si è divorato e, naturalmente, il tutto è avvenuto quando stavo scrivendo l’ultima riga. Eccolo di nuovo, lo ricompongo nella mia mente e ve lo riscrivo.

Che noi si stia vivendo in un mondo del tutto globalizzato è incontrovertibile; così come non possiamo nasconderci che uno dei proverbi del tutto veritieri sia quello che dice: “tutto il mondo è paese” e, a conclusione di questo breve preambolo, è altrettanto vero ciò che recita l’altro detto popolare che afferma: “tira più un pelo di f..a che un paio di buoi”. Direte ma perché ci dici queste cose? Leggete e capirete.

Potrebbero essere venti, tra agenti del “Secret Service” e militari, le persone addette alla sicurezza del presidente USA Barak Obama, coinvolte nello scandalo a luci rosse scoppiato durante lo scorso fine settimana (in realtà “l’altro” week end non quello finito ieri sera) nella città colombiana di Cartagena, poco prima che arrivasse in città il primo cittadino degli Stati Uniti per partecipare al “Summit delle Americhe”. Un’indagine del Dipartimento della Difesa, che ha analizzato i filmati delle telecamere di sicurezza dell’albergo dove gli agenti hanno alloggiato, ha fatto scoprire che alcuni di essi avevano ospitato – per una notte di baldoria – delle prostitute.

Al termine dell’inchiesta, che al suo inizio ha visto “indagate” appunto una ventina di persone, è stato deciso che tre agenti del “Secret Service” saranno allontanati dal servizio. I titolari delle indagini, a tal proposito, hanno emesso un comunicato piuttosto esplicito: “Anche se l’inchiesta dei vertici del Secret Service sulle accuse di cattiva condotta da parte di alcuni dipendenti è all’inizio, tre delle persone coinvolte lasceranno – o stanno lasciando – l’agenzia”; questa breve e chiara comunicazione porta la firma di Paul Morrissey assistente del direttore del Secret Service. Lo stesso personaggio, richiesto di meglio chiarire quanto scritto, ha specificato che uno degli “indisciplinati” agenti rassegnerà le dimissioni, un altro andrà in pensione ed il terzo sta per essere licenziato.


Nessun commento:

Posta un commento