venerdì 30 aprile 2010

SCOMPARE "HOLLYWOOD"?

Avete presente quella collina, nei pressi di Los Angeles, sulla quale troneggia la scritta “HOLLYWOOD”? Ebbene per motivi che qui sotto verranno spiegati, qualcuno vuole togliere proprio quell’insegna che indica. da decenni, e decenni che lì si trova la “Mecca del Cinema”.
Bene quella scritta è ora salva. Speriamo solo che Hugh Hefner – l’inventore e patron di “Playboy” e relative conigliette – dopo aver donato oltre 900 mila dollari per evitare che venisse smantellata per far posto alla costruzione di lussuose ville (proprio su quella collina), non la voglia sostituire cambiandole dizione in “Playboy”.
Il governatore della California Arnold Schwarzenegger ha confermato che il fondatore della più famosa rivista osè del mondo, ha sborsato quella cifra per salvare la scritta che sorge sulla collina denominata Cahuenga Peak. In totale sono stati raccolti 12 milioni e mezzo di dollari per poter comprare i 56 ettari di terreno per non far costruire su di essi il lussuoso residence previsto da speculatori edili.
“E’ il classico lieto fine holliwoodiano, in cui speravamo. Quella scritta è simbolo di sogni ed opportunità” afferma il governatore californiano, che prosegue dicendo: “ il segno di Holliwood continuerà ad accogliere sognatori, artisti e bodybuilder austriaci per le generazioni a venire”
Lo stesso Schwarzenegger ha lodato sia i donatori pubblici che privati per aver raccolto i fondi. Hugh Hefner ha definito la scritta sulla collina: “La Torre Eiffel di Hollywood”

giovedì 29 aprile 2010

CHIESTI DIRITTI D'AUTORE SU INNO MAMELI!!!

Sentite questa strana e controversa storia: qualcuno ha chiesto i diritti di autore a qualcun altro poiché, quest’ultimo ha eseguito in pubblico l’inno nazionale.
La vicenda è questa: il presidente del consiglio comunale di Messina, Pippo Previti, invia una lettera addirittura scandalizzata al presidente della Repubblica. Motivo: un Ente “no profit” della città siciliana, si è visto chiedere dalla Società Italiana Autori Editori (SIAE) la bellezza di 1.094,40 euro somma necessaria per “liquidare i diritti d’autore” per aver suonato in pubblico “Fratelli d’Italia”, cioè l’inno nazionale, Questa pazzesca richiesta, si diffonde rapidamente: una marea di commenti indignati su Internet. Dal canto suo la SIAE (sembra facendo una incredibile quanto rapida marcia indietro, ma solo “sembra”) precisa che di “Diritti d’Autore”, sull’inno nazionale, non ce ne siano. A tal proposito Gino Iannuzzi, direttore della sezione lirica SIAE, spiega che la stessa società: “non ha chiesto un soldo per i diritti d’autore sull’inno nazionale. Quella cifra, di oltre mille euro, era riferita principalmente ai diritti legati ad altre musiche eseguite nella stessa manifestazione”.
Al funzionario è stata fatta precisa domanda: e la storia dell’inno di Mameli?
“per quanto concerne l’inno – ha risposto Iannuzzi – esiste un diritto di noleggio di materiale musicale. In sostanza l’esecutore paga per ricevere lo spartito originale, che in genere non si trova in commercio e che è di proprietà della casa editrice Sonzogno. Il noleggio costa intorno ai 100 euro. La SIAE, però, funge solo da tramite, nel senso che l’editore le da eventualmente mandato di incassare il pagamento. Se l’esecutore non intende pagare i 100 euro suddetti, la SIAE non può intentare alcuna azione. Tra l’altro, nel caso di Messina, i soldi non sono stati nemmeno incassati”.

lunedì 26 aprile 2010

ARMA SEGRETA STATUNITENSE


Non è un UFO (Oggetto Volante non Identificato), ma è certamente un misterioso oggetto che vola. Si sta parlando della nuova navicella militare lanciata nello spazio la sera del 22 aprile 2010 dalla base della Nasa di Cape Canaveral.
Il suo nome è 37-B, non prevede persone a bordo, è lungo quasi nove metri ed ha una apertura alare di quattro metri e mezzo.
Le forze armate statunitensi stanno lavorando a questo nuovo velivolo privo di pilota, da dieci anni e la sua realizzazione è costata fino ad oggi centinaia di milioni di dollari. Per il resto, su questa sorte di drone che suggerisce scenari da Guerre Stellari, regna (giustamente) il mistero più fitto.
La sua realizzazione dovrebbe permettere di supportare dallo spazio gli altri sistemi di combattimento a distanza. Tutto il resto è assolutamente top secret.

giovedì 22 aprile 2010

MA LO SAPEVATE CHE

Quando viaggiano a bordo dei treni delle ferrovie italiane, i nostri senatori possono richiedere il biglietto a bordo del convoglio esibendo la tessera senatoriale.
E’ noto che qualsiasi cittadino comune faccia il biglietto in treno deve pagare un sovra prezzo (o multa che dir si voglia) di 8 euro. I senatori NO e sapete perché? Questa cifra (8 euro) assieme a quella del biglietto, sarà addebitata in via differita al Senato. Insomma gli paghiamo anche le multe.

Sempre in tema di senatori della Repubblica Italiana, c’è da sapere che ognuno di loro percepisce una “indennità Hi Tech” di 4 mila euro l’anno per “beni ed acquisti informatici”; in poche parole: per comprarsi DVD, telefonini, computer per se o per i suoi parenti, infatti lo Stato fornisce loro i 4 mila euro, ma si guarda bene dal controllare come li spendano.

Come pochi, pochissimi italiani sanno agli ex senatori, quelli cioè usciti da palazzo Madama nelle ultime elezioni, spetta l’auto blu con tanto di autista e benzina pagati dal Senato, che salda anche i loro conti con le persone di servizio. Insomma noi italiani paghiamo a questi nostri rappresentanti non solo le multe sui treni, i PC, i cellulari ecc. ecc. quando sono in carica, ma domestici ed auto blu (per un periodo di tempo limitato) anche quando non lo sono più.

Penserete che i Deputati ci costino di meno. Leggete:
Stipendio mensile: 19.150 euro così suddivisi
Stipendio base: 9.980
Portaborse 4.030
Rimborso spese affitto 2.900
Indennità di carica 2.240 (questa cifra è una media, infatti tale indennità
oscilla fra i 335 circa ed i 6.455 euro mensili)
inutile sottolineare il particolare secondo il quale tutte queste prebende sono esentasse, ma è anche opportuno sapere che i nostri parlamentari, oltre a quanto detto si avvalgono anche di “qualche” beneficio come:
Tessera cinema (di tutta Italia) GRATIS
“ Teatro “ “ GRATIS
Viaggi aerei nazionali GRATIS
Circolazione in autostrade GRATIS
Assicurazione Infortuni GRATIS
“ Vita GRATIS
Ristoranti (interni Camera e Senato) GRATIS (esempio: fornito dall’ultimo data certo: nel 1999 hanno consumato un milione e 472 mila euro di derrate alimentari!).

Una penultima cosa: quando ci sono elezioni (di qualsiasi tipo) ogni senatore o deputato incassa mediamente 103 mila euro per spese elettorali (è accertato che mediamente ne spendono meno della metà poiché è il partito di appartenenza che - anche lui rimborsato con i nostri denari – si assume quasi per intero questo onere).
L’ultima cosa: i nostri deputati e senatori hanno diritto ad una (lauta) pensione dopo 35 mesi di permanenza in carica e, se ve lo foste dimenticato, sono le Leggi da loro approvate che ci obbligano a versare almeno 35 anni (per ora) di contributi prima di godere delle nostre (misere) pensioni.

mercoledì 21 aprile 2010

...E GLI AUTOMOBILISTI PAGANO


Mazzette e regali per piazzare i semafori dove era più remunerativo. Sono queste le accuse contro Claudio Malavasi, comandante della polizia municipale (Vigili Urbani) dell’Unione delle Terre Verdiane (Ente che raggruppa una decina di Comuni in provincia di Parma tra i quali Fidenza e Salsomaggiore); delle medesime imputazioni dovranno rispondere anche Andrea Lamoretti a capo di una municipalizzata (Comeser) che opera per diverse amministrazioni comunali e l’imprenditore Raoul Cairoli della società Ci.Ti.esse, fornitrice in esclusiva dei semafori T.red.
L’ipotesi della Guardia di Finanza, che l’altro ieri ha perquisito la casa e l’ufficio del comandante e la sede del Comeser, è che i tre fossero al centro di un giro di appalti truccati: Malavasi e Lamoretti, che gestivano gli appalti stessi, decidevano dove i semafori dovessero essere posizionati, in cambio dei soldi e dei regali di Cairoli che, a sua volta, piazzava i T-re3 nei punti stradali più redditizi. Dove cioè le infrazioni, e le relative multe, erano più frequenti e le entrate – di conseguenza – maggiori. Gli investigatori non hanno ancora accertato a quanto ammonti la cifra intascata dal comandante, hanno solo scoperto che tra i cadeau ricevuti da Claudio Malavasi ci sarebbero navigatori satellitari, orologi e telefoni cellulari.
L’inchiesta della GdF, coordinata dal PM Alfredo Lobledo, è partita due anni fa da Milano, dopo le contestazioni di moltim automobilisti per le multe ricevute. L’indagine coinvolge una trentina di persone in tutto il Nord Italia e tra queste ci sarebbero diversi comandnati della Polizia locale (Vigili Urbani). L’ipotesi accusatoria è che fosse stato creato un vero e proprio “cartello” delle ditte che forniscono i T-red, per pilotare le relative gare d’appalto.

lunedì 19 aprile 2010

LE IMBECILLITA' DEI NOSTRI LEGISLATORI

Si è venuto a sapere che in Senato è pronto un disegno di legge per modificare un articolo del Codice della Strada che trasformerà i motociclisti (compresi quelli che viaggiano sui “cinquantini”, cioè su ciclomotori e scooter) in una via di mezzo tra i cavalieri medievali e certi guerrieri di Star Wars.
Si parte dall’obbligatorietà del casco integrale alla quale si aggiunge quella dei guanti e della giacca integrale con protezione di spalle e gomiti (anche per i possessori di semplici scooter, appunto i cinquantini) e – a mano a mano – che si sale di cilindrata – si arriva al para-schiena integrale ed ai “pantaloncini tecnici” con protezione di fianchi e ginocchia. Tutto ciò, si badi, non soltanto per chi intenda lanciarsi in autostrada alla folle velocità di 130 Km l’ora, ma anche per chi prende la moto, o lo scooter o il ciclomotore, per andare in ufficio od a comprare il giornale.
Viene subito in mente che qualcuno abbia voluto fare un favore ai fabbricanti di quei prodotti, che costano intorno ai mille (1.000!) euro. Ricordate i vestimenti arancione iridescenti che ci hanno costretto ad acquistare per la sicurezza, da tenere in macchina? Qualcuno sa ancora di averli? A parte ciò, alcuni produttori sono contrari poiché alla fine questo assurdo, pazzesco, imbecilloide, demenziale e stupido provvedimento diverrebbe un boomerang, rischiando la paralisi del mercato “delle due ruote”, in particolare di quello riguardante i famosi cinquantini i ciclomotori e le moto fino a 250 di cilindrata, e questo per una elementare considerazione: chi ha una moto di grossa cilindrata, quanto dettato dal disegno di legge, già lo possiede. Ergo è una vera mascalzonata ai danni di coloro che si sono fatti la due ruote unicamente per bypassare l’estenuante traffico cittadino.
Non resta che augurarsi che alla fine prevalga il semplice buonsenso e nel frattempo si pensi piuttosto a liberare le strade dalle buche che hanno già causato non pochi motociclisti e scooteristi morti.
In questo Bel Paese è noto un proverbio secondo il quale: “La logica si ferma davanti la porta delle caserme”. Vogliamo aggiornarlo dicendo che la logica si ferma anche davanti alla porta delle nostre due Camere? Cioè Montecitorio e Palazzo Madama.

venerdì 16 aprile 2010

LA SOLITA GIUSTIZIA MADE IN ITALY

Michele Tizzoni, da Lamporo, un piccolo centro del vercellese, è un autista di pullman di 33 anni. La sera dell’ 8 maggio 2007 – come lui stesso ammetterà – fuma alcuni spinelli. La mattina successiva è alla guida di uno scuolabus di proprietà dell’azienda valdostana per la quale lavora. E’ di ritorno da Torino dove ha condotto in gita scolastica un gruppo bambini della locale scuola elementare, che ora sta riportando a Stoppiana (Vercelli) dove abitano.
Giunto in località Salasco Michele Tizzoni perde il controllo del mezzo che sta conducendo: il pullman esce fuori strada e si rovescia in una scarpata. Nell’incidente muoiono Francesco Barbonaglia di 8 anni e Michele Vigna, suo coetaneo, molti altri ragazzini restano feriti così come le loro maestre.
L’autista viene denunciato (naturalmente a piede libero) per omicidio colposo plurimo.
Il processo si è tenuto tre giorni orsono e l’autista si è visto derubricare il reato a omicidio colposo semplice e comminare una condanna a tre anni. Che non sconterà mai, visto il condono “fino a tre anni” tuttora vigente nel Bel Paese. In buona sostanza per sua colpa sono morti due bimbi che insieme sommavano 16 anni di vita vissuta e questo signore, fumatore di spinelli (hascish o marijuana, che differenza fa?) non ha fatto neanche un’ora di galera e se questo non bastasse, gli verrà anche ridata la patente di guida.
Ma ancora vogliamo parlare della Giustizia italiana? Ma si, parlatene con i genitori delle due creature morte.

giovedì 15 aprile 2010

SENZA TITOLO: LEGGETE E GIUDICATE

Siete stati due o tre giorni senza nulla leggere in questo Post. Come sempre, la circostanza va ricercata nel fatto che notizie – per così dire – degne di voi cari visitatori, non ne ho trovate. Ma leggete questa e vi renderete conto che – in fondo – la sua teorica incredibilità, può colmare il “vuoto” degli ultimi giorni. Se non bastasse, spiegherà meglio a voi – ancora una volta – cosa sia e come funzioni il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) che, vi ricordo, è quell’organismo che controlla e disciplina il comportamento dei magistrati italiani.
Giuseppe Maria Blumetti, è il giudice della sesta sezione civile del Tribunale di Milano. Costui per ben cinque anni non ha mandato avanti un solo processo a lui affidato, tanto che ha tranquillamente confessato che sulla sua scrivania si sono accumulati 300 (trecento!) fascicoli. Inutile aggiungervi che questo magistrato ha regolarmente tenuto occupato il suo ufficio con il personale ad esso addetto, ogni mese è passato ad incassare lo stipendio, ha goduto delle ferie, ha usufruito della sua “anzianità di servizio”, insomma ha fatto si che la sua carriera andasse avanti.
A tal proposito vi ricordo che nella nostra meravigliosa Italia i magistrati avanzano di grado unicamente per anzianità, mai, dico mai, per meriti.
La cosa drammatica in questa tragicomica vicenda, sta nel fatto che il comportamento di Giuseppe Maria Blumetti non è stato sottolineato dal Palazzo di Giustizia di Milano, dove tutti sapevano tutto, ma si è arrivati a processarlo grazie alla denuncia di un avvocato (vi centellino questa notizia, proprio per farvi saltare sulla sedia con la sua conclusione).
Orbene la storia parte da lontano: da una causa di separazione legale. Esattamente dal 2001, da quando cioè il magistrato è chiamato a stabilire – sulla base di una perizia – il valore di alcuni beni attribuiti, da una precedente sentenza, ad un marito ma che la moglie aveva fatto sparire. In altre parole l’uomo,non potendo mettere le mani sui beni chiedeva di poterne monetizzare il prezzo. Nel 2003 viene depositata la perizia che fissa in 231 mila euro l’ammontare dei valori sottratti. Da qui in poi, il buio; codice alla mano il giudice (Giuseppe Maria Blumetti) ha trenta giorni per firmare la sua ordinanza. Passano i giorni, i mesi, gli anni. L’avvocato che segue la causa più volte sollecita il togato che la dovrebbe trattare, ma non ottiene nulla. A questo punto il legale si rompe le scatole e, ormai siamo arrivati al 2008, presenta un esposto al CSM (che avrebbe sospeso il magistrato dalle funzioni) ed una denuncia penale. Così il buon Giuseppe Maria viene rinviato a giudizio dal Gip di Brescia con l’accusa di “omissione di atti di ufficio”
Il 18 marzo del 2010 il giudice imputato viene processato dal CSM che – malgrado l’accusa abbia chiesto una condanna a quattro mesi – lo assolve, e questo sarebbe il meno, è incredibile la motivazione. Giuseppe Maria Blumetti nel corso del dibattimento ha confessato di non aver svolto il suo lavoro per cinque anni, ammettendo di avere nel suo ufficio trecento cause inevase, ma si è giustificato dicendo che era stato abbandonato dalla moglie e che quindi era in crisi..
Il CSM gli ha creduto e lo ha assolto per: “mancanza dell’elemento psicologico del reato” . Il processo che i colleghi della procura di Milano, il legale denunciante, e le altre parti in causa prevedevano lungo e complicato (trattandosi di un magistrato), il processo, dicevo, è durato mezza mattinata. E del suo svolgimento se ne è saputo soltanto a sentenza depositata.
Vengono alla mente tante domande, ve ne basti una: quanto è costato a noi contribuenti il comportamento del signor Giuseppe Maria Blumetti?
Agli inizi (di questo blog) avevo iniziato a numerare e titolare (COSI FUNZIONA LA GIUSTIZIA NEL BEL PAESE) casi come questo ma ora mi sembra inutile. Gli episodi di mala giustizia rischiano di essere come le stelle: infiniti

venerdì 9 aprile 2010

A PROPOSITO DEL PREZZO DELLA BENZINA

In Italia annualmente spendiamo, più o meno, 50 miliardi di euro per riempire i serbatoi delle nostre auto (e camion). La fetta più grossa se la porta a casa lo Stato: 30 miliardi di euro o, se si preferisce, 0,8 centesimi ogni litro di "verde".
16 miliardi sono destinati ai produttori di petrolio (gli arabi) ed alle nostre raffinerie. Semplificando si può dire che, ogni anno, il Ministero del Tesoro incassa circa il doppio di quanto riscuotano i paesi produttori. L'ultima fetta del malloppo, circa 5 miliardi di euro, va a finire ai cosidetti petrolieri. Nel nostro Paese la quota di introiti riservata al Tesoro ed ai commercianti di benzina è superiore a quella europea.
I nostri distributori applicano in media prezzi di 3 centesimi al litro superiori a tutte le altre nazioni Europee. Ogni centesimo di benzina vale circa 140 milioni di euro in più l'anno che vengono sottratti ai consumatori. Moltiplicato per i nostri tre centesimi, il conto è fatto: ogni anno gli automobilisti pagano un extra costo di 400 milioni di euro.
Gli stessi automobilisti in Italia prima subiscono un salasso di 27 miliardi di euro per le diverse tasse legate al solo possesso di una macchina (tra IVA, imposte provinciali e bolli), poi versano un'altra trentina di miliardi in tasse sui carburanti ed in fine si portano a casa gli extracosti (i famosi 400 milioni).
Tanto perchè abbiate un quadro ancora più chiaro, eccovi le maggiorazioni sulla benzina dal 1935 al 2010:
Lire 1,90 al litro per la guerra in Abissinia del 1935.
Lire 14 crisi di Suez del 1956.
Lire 10 il disastro del Vajont del 1963.
Lire 10 alluvione di Firenze del 1966
Lire 10 terremoto del Belice del 1968.
Lire 99 terremoto del Friuli del 1976
Lire 75 terremoto dell'Irpinia del 1980
Lire 205 per finanziare la missione militare in Libano del 1983.
Lire 22 " " " " " " Bosnia " 1996.
Euro o,20 per rinnovo contratto degli autotranvieri del 2004.
Totale accise (per chi non lo sapesse questa parola assurda vuol dire semplicemente TASSE)
uguale a o,25 euro + IVA su accise (quindi tassa su tassa) di 0,05 euro per un totale di 0,30 euro al litro (insomma le vecchie 600 lire).
Ora fate voi e ditemi se non arrivate alla stessa mia conclusione e cioè che non basta criticare i petrolieri, il Ministero del Tesoro usi le forbici sulle imposte stratificate da anni, anche perchè la guerra in Abissinia mi sembra finita, i danni del disastro del Vajont completamente riparati così come quelli dell'alluvione di Firenze e del terremoto del Friuli e via discorrendo.

giovedì 8 aprile 2010

BABY GANG E GITE SCOLASTICHE

Non faranno l’annuale gita scolastica gli alunni delle seconde e terze classi delle scuole medie di San Vito, un paese in provincia di Cagliari. Perché? Colpa di una gang di alunni bulli, violenti, temuti, tanto che a dire “no” alla gita (in Toscana) sono stati i genitori degli studenti di quelle medie, che si rifiutano di mandare i loro figli con i protagonisti di ripetute e frequenti vessazioni.
Nelle mire della baby gang è finito anche il parroco di San Vito, costretto a sospendere alcune funzioni religiose per i loro schiamazzi e le molestie agli anziani che frequentano la chiesa.
La scuola aveva deciso di non escludere i bulli per non discriminarli (ma vi rendete conto dell’idiozia di questa affermazione?), ed allora lo stop è arrivato dai genitori dei ragazzi vittime delle prepotenze da parte dei facenti parte della gang, che hanno dichiarato: “i nostri non sono sufficientemente tutelati” . Dal canto suo il dirigente scolastico delle medie di San Vito, Vanni Mameli, ha ritenuto opportuno far sapere che: “E’ mia ferma intenzione salvare tutti, vittime e carnefici. Mi sono già messo in contatto con don Ettore Cannavera, la cui comunità si occupa del recupero di giovanissimi con problemi sociali. Fisseremo un incontro per parlare con i genitori dei ragazzi della baby gang”.
Intanto la gita in Toscana non si è fatta per mancanza di…numero legale!
Nel frattempo ed a seguito di precise denuncie, cinque dei bulli sono stati denunciati dai carabinieri alla Procura dei minori.

mercoledì 7 aprile 2010

Chi di voi vecchi (al cinema) o giovani (in TV) non conosce le vicende di Don Camillo e Peppone?, quei rappresentanti meravigliosi del clero e del funzionario del PCI interpretati da Fernandel nella parte del parroco e Gino Cervi in quella del sindaco? Tutti credo abbiano visto le loro…avventure nate dalla geniale fantasia dello scrittore Giovanni Guareschi. Non tutti, però, sanno dove i film sono stati realizzati. Orbene il paese si chiama Brescello ed oggi i suoi abitanti ammontano a 5000. La chiesa, quella all’interno della quale don Camillo parlava tranquillamente con il Signore crocefisso, è andata a fuoco.
Il fatto è accaduto all‘alba del giorno di Pasqua quando il sacrestano è stato destato da un’acre odore di fumo. Corso in chiesa ha scoperto che due grossi ceri lasciati accesi nella Messa della notte pasquale, ormai terminati, avevano appiccato il fuoco ad alcune suppellettili infiammabili vicino alle quali erano stati posti. Ha subito dato l’allarme ed i pompieri, giunti dalla non lontana Reggio Emilia, hanno provveduto a spegnere le fiamme.
Risultato: muri e soffitti della chiesa non hanno subito danni irreparabili, però le pareti e gli stucchi
sono da ridipingere e gli arredi da ricomprare. Il conto ammonta a circa 200 mila euro e neanche se ogni abitante versasse due o tre euro, si riuscirebbe a raggranellare la cifra necessaria. A questo punto il vicesindaco sindaco (di sinistra come Peppone) Andrea Setti ha lanciato un’idea attraverso una televisione di Parma dalla quale ha detto: “Basta un euro a testa, ma noi da soli non ce la possiamo fare” ed allora si è rivolto a tutti i lettori ed estimatori dei romanzi e dei personaggi di Giovanni Guareschi a che, anch’essi contribuissero a raggiungere la somma di 200 mila euro occorrente per ridare alla chiesa il suo precedente splendore. Il conto è naturalmente intestato alla Tesoreria del Comune di Brescello, Unicredit Banca Iban IT59R0200866180000100362217, scrivere sulla casuale: restauro chiesa di don Camillo.
Per l’incendio, la mattina di Pasqua non si sono potute svolgere in quella chiesa le funzioni religiose, comunque già dalla Messa vespertina di Pasquetta il parroco aveva fatto in maniera di ripristinare un minimo di accoglienza per fedeli.
Ancora una volta i nemici-amici parroco e sindaco si danno una mano per il bene comune del paese dove operano.

CON UNA RIFFA FRATI FRANCESCANI tentano di salvare il loro convento. Si tratta del complesso monumentale di Santa Maria del Pozzo che si trova a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, e che sta andando in rovina proprio per decadimento delle strutture mai rinforzate, restaurate o sottoposte a manutenzione alcuna fin dalla loro costruzione avvenuta nel 1510.
L’idea della lotteria è venuta ai frati francescani, tutti di origine polacca, che gestiscono il complesso monumentale in via Santa Maria del Pozzo. I religiosi hanno quindi organizzato una riffa, regolarmente autorizzata, che premierà il vincitore di uno degli oltre ottomila biglietti in palio, con una utilitaria che potrà essere ritirata già dal giorno successivo all’estrazione in programma domenica 11 aprile 2010 nella stessa chiesa del convento, al termine della Messa delle ore 13.
I frati contano di raccogliere almeno 70 mila euro che necessitano per un primo intervento di messa in sicurezza e recupero della parte strutturale di un’ala del complesso. Di quest’ultimo fa anche parte una piccola chiesa realizzata nel 1333 dal re di Napoli Roberto d’Angiò.

sabato 3 aprile 2010

PER I VISITATORI DI QUESTO BLOG

Miei gentili visitatori, questo blog è praticamente "muto" dal 31 marzo scorso. Si lo so, non sono molti giorni, ma per me sono tantissimi tanto che ritengo mio dovere darvene spiegazione.
Orbene da un anno abbondante ho iniziato a scrivere questi post e nel mio profilo avete potuto leggere che in essi avrei riportato soltanto notizie che da altre fonti non avreste avuto o non vi sarebbe stata data la possibilità di approfondmento. Insomma mi impegnai (e lo confermo) a NON farvi leggere novità già pubblicate da tutte le TV e da quasi la totalità dei quotidiani, ma bensì ad informarvi su fatti, istituzioni, regole, mascalzonate (di Stato e non) con l'intento a volte di farvi sorridere ed a volte di mettervi a parte di cose che CERTAMENTE non avreste saputo. Ecco dunque il motivo del momentaneo silenzio di questo blog, (ricordo sempre che rispetto il week end ma oggi faccio una doverosa eccezione): non sono riuscito a trovare una sola notizia che rispondesse ai suddetti canoni.
Un caro augurio di buona Pasqua unito ad saluto a tutti voi ed a ri...leggerci martedì 6 aprile 2010, sperando che a quella data riesca a reperire notizie che rispondano ai suddetti desiderata.