Quanto vi racconto vi fornisce il
metro per rendervi conto in che Paese viviamo.
Carlo Mea è un giovane portoghese
abitante a Roma da molti anni. Sentite il suo racconto:
“Nell’ottobre del 2010 stavo
tornando a casa in motorino. Ricordo che stavo attraversando un incrocio con
semaforo verde. Poi mi sono svegliato, in pericolo di vita, in un letto del Policlinico Umberto I: le
gambe fratturate ed altre gravi ferite. Ci sono tre testimoni i quali affernano
che l’auto che mi ha travolto è passata
con il rosso”. Il responsabile dell’incidente, cioè un automobilista pirata,
non è stato mai rintracciato mentre il calvario dello sfortunato Carlo Mea
sembra non finire più. Infatti prosegue il suo racconto dicendo: “sono stato un
anno senza poter lavorare (dirigeva una
palestra), in quanto ho trascorso
mesi su una sedia a rotelle, ho dolori fortissimi ancora oggi a due anni
dall’incidente, Solo di cure mediche ho speso dodicimila euro, ma dal Fondo
Vittime della Strada non ho ricevuto alcun risarcimento.
Come se tutto questo non bastasse
la scorsa settimana mi è arrivata una raccomandata dell’ATAC (il servizio di trasporto pubblico romano).
Nonostante il verbale dei vigili urbani confermi le dichiarazioni dei tre
testimoni e dato che non è stato rintracciato chi era alla guida della macchina che mi ha
investito per essere passata con il rosso, mi hanno spedito il conto della
riparazione del semaforo: 350 euro”.
Questo è il Belpaese!!!
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