INSISTO:
POLITICA MAI
NUMERI SEMPRE
Come
prima cosa dovete ricordare quanto ho scritto qualche giorno fa e cioè che la
Camera dei Deputati (Montecitorio) ha 630 onorevoli per i quali “necessitano” e
1540 fra commessi, uscieri, stenografi, segretarie, assistenti e dirigenti. Per
concludere questi dati, vi dirò che a proteggere gli addetti a Montecitorio, ci
sono ben tredici sigle sindacali.
Ora
è opportuno sappiate quanto percepiscono i 1540 dipendenti ( non che al Senato,
in proporzione, siano di meno, infatti a Palazzo Madama gli “addetti” sono 800
ed i senatori 315 più i quattro a vita).
Per
la fascia (più bassa) di assistenza tecnico-operativa, cioè i commessi od i
barbieri. Non appena entrati in servizio hanno un mensile lordo di 2.338 alla
Camera e 2.482 al Senato. Dopo solo 12 mesi e per contratto, scattano
rispettivamente a 2.659 euro a palazzo Madama e 3.199 a Montecitorio. Va
anche notato che ogni hanno guadagnano di più (crisi o non crisi, recessione o
non recessione). Con quaranta anni di anzianità l’ultimo mensile di un usciere
è di 10.477 euro lordi, come si può facilmente notare è uno stipendio che,
dall’inizio carriera, è aumentato in ragione del 400 per cento. Vi debbo anche
informare che questi dipendenti – al più basso livello – percepiscono, come tutti gli altri,
annualmente quindici mensilità, il che vuol dire che a fine carriera le ultime
ruote del carro di Camera e Senato guadagnano 157.500 euro l’anno:
esattamente quanto un dirigente di una grossa azienda.
La
fascia successiva, della quale fanno parte le segretarie addette alle fotocopie
ed incaricate di inviare le convocazioni delle varie commissioni ha un’altra
storia: non appena assunto il dipendente appartenente a questa categoria
riscuote mensilmente 3.048 euro, ed a fine carriera tale stipendio sale a
12.627 al Senato ed 11.949 alla Camera. Sempre per 15 volte l’anno.
Vogliamo
parlare dei funzionari? Ma si, non lasciamoci mancare nulla. Essi da neoassunti
partono da 3.700 euro mensili e finiscono a 17.000.
Altro
capitolo quello dei dirigenti che progrediscono da 5.593 euro mensili a 27.885
sempre per quindici volte ogni dodici mesi.
Concludo
con quest’altra notizia…numerica.
Quando
la Corte costituzionale ha bocciato il taglio del cinque per cento sugli
stipendi pubblici oltre i 90 mila euro, i dipendenti del Senato hanno fatto
ricorso; per questo palazzo Madama ha dovuto sborsare due milioni e duecentomila
euro cash, per risarcirli, mentre – lasciatemelo constatare – le casse
pubbliche andavano (e vanno) a picco.
Niente
male, no?