Questa è la vicenda di una ragazza di 15 anni che ha avuto il coraggio di denunciare e quindi far arrestare il suo aguzzino. E' però doveroso sottolineare come fatti uguali a questo ne esistano a migliaia ma soltanto una minimissima parte riesce a venire alla luce del sole, e questo per il semplice fatto che è difficile trovare il coraggio di ribellarsi quando si è ancora adolescenti.
Dory, una quindicenne rom, di nazionalità romena, è giunta in Italia soltanto tre mesi fa. E' arrivata con il consorte di 19 anni al quale il padre l'aveva venduta in Romania. Qui giunti il marito ha preso alloggio con Dory in un campo nomadi di Aprilia, nei pressi di Roma.
Il giorno che aveva conosciuto quel ragazzo, le era sembrato persona dabbene e di cui fidarsi. Ma, giunti in Italia, dopo la prima notte trascorsa al campo di Aprilia, quel "bravo ragazzo" si era trasformato in un mostro. L'aveva portata alla stazione Termini (di Roma) affidandole il compito di rubare e chiedere l'elemosina. Dory si era subito opposta, così lo sposo ha iniziato a prenderla a calci, pugni e morsi su tutto il corpo.
"Se non porto i soldi, lui mi taglia la gola, mi picchia con la cinghia", ha raccontato in lacrime agli agenti della Polfer, che l'altro ieri l'avevano notata rannicchiata e terrorizzata in un angolo della stazione romana.
"Ora voglio tornare al mio Paese da mio padre", ha detto dopo l'arresto del coniuge. Pur sapendo che il padre è il maggiore responsabile di questi tre mesi di inferno che è stata costretta a vivere in Italia.
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