Gesualdo
Campo, dirigente del Dipartimento Beni Culturali della Regione Sicilia, con
sede a Palermo, ha creduto opportuno difendersi affermando che: “Nessun
favoritismo, anzi…”; ma da cosa si doveva scolpare?
Il tutto nasce
proprio dalle polemiche scaturite dalla sua decisione di promuovere la propria moglie, Luisa
Paladino, da dirigente del museo di Catania a capo dell’Unità Operativa per i
beni storici ed artistici della
Soprintendenza catanese. Sembra nulla, ma tale promozione ha portato la sua
squisita “metà” a triplicare la propria indennità che è così passata da
cinquemila a quindicimila euro mensili. Ai Cobas, che hanno scoperto e svelato
lo scandalo, il superburocrate siciliano ha replicato: “Avrebbe potuto
scegliere Palermo, ma per la discrezione che caratterizza la mia famiglia, mia
moglie è stata anche penalizzata perché tanti suoi colleghi di pari anzianità
l’avrebbero superata”.
Se volete
inviare i vostri giusti e positivi apprezzamenti per la discrezionalità dimostrata da questo autentico servitore dello Stato e dalla sua
gentile signora, l’indirizzo è semplice, è nelle righe che avete appena letto.
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