mercoledì 26 ottobre 2011

IL PREZZO DELLE PAROLACCE


Come pubblicato da tutti i giornali, alcuni giorni orsono il “bisteccone” Giampiero Galeazzi, noto giornalista RAI, è stato condannato a 300 euro di multa per aver dato del “meridionale di merda” al custode del palazzo dove alloggia. Ho voluto approfondire l’argomento (NON, ripeto NON su Internet) ed ho scoperto che – tutto sommato – la Giustizia italiana ha un suo catalogo del turpiloquio. Seguitemi.

Il preside di una scuola pugliese, durante un consiglio di classe,  ha detto ad un insegnante  “fottiti”, ha dovuto pagare un’ammenda di 100 euro.

Una impiegata ha dovuto versare 1.200 euro di spese processuali per aver detto “vaffanculo stronza” al suo capo donna. Secondo la sentenza, sarebbe stata assolta se si fosse rivolta con la stessa terminologia ad un pari grado.

Trentamila euro, tanto è costato a Vittorio Sgarbi l’insulto in diretta TV rivolto a Marco Travaglio che è stato chiamato: “pezzo di merda”. Di più. Dopo che ha aggiunto “è una merda tutta intera” la sanzione è salita a 35 mila euro.

Per la Cassazione “rompi coglioni” non è una parola ingiuriosa, in quanto è ormai entrata nell’uso comune e perché nella causa in esame era rivolto ad un vicino pedante.

“Faccia da cavallo”, in una lite tra due dirimpettaie, una apostrofa l’altra con questa espressione colorita. La Cassazione l’ha condannata ad un risarcimento di 400 euro per l’offesa.

Ma oltre a quanto sopra ho anche scoperto l’esistenza di una sorte di termometro che misura la percezione che abbiamo delle parolacce. Si chiama “Volgarometro”, l’ha inventato Vito Tartamella, caporedattore del mensile “Focus” e maggior esperto italiano di turpiloquio, cui ha dedicato studi e saggi. Ha pubblicato una indagine linguistica sulle parole volgari. Ne scaturisce una classifica delle oscenità considerate più offensive, in cima ci sono le bestemmie, condannate da quasi tutte le 2.600 persone che hanno risposto al suo sondaggio,subito dopo in…classifica ci sono  gli epiteti osceni contro le donne,  seguono “stronzo” e “pezzo di merda” a pari merito con “mafioso” e le volgarità a sfondo razziale o contro i gay. Le parolacce più innocue sono: “che palle” e “porca vacca”.


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