mercoledì 5 ottobre 2011

IRAN: REGIME SEMPRE PIU' CRUDELE

L’iraniano Yosef Nadarkhani di 34 anni, rischia di essere condannato a morte, per impiccagione, da un tribunale iraniano. Vi direte  quale gravissimo reato avrà commesso il criminale: fatto una strage?, ucciso un poliziotto? Sarà un uxoricida od un rapinatore che vistosi braccato ha reagito uccidendo ostaggi in sue mani? No, nel “civilissimo” Iran (che vi ricordo essere non altro che la vecchia Persia) quest’uomo forse perderà la sua giovane vita in quanto accusato di apostasìa (abbandono della propria religione) avendo lasciato l’Islam ed in una udienza davanti alla procura di Rasht, nella provincia settentrionale di Gilan, ha ribadito la sua determinazione a non abbandonare la nuova fede da lui abbracciata: il Cristianesimo.

Nei prossimi giorni si svolgerà un’ultima udienza del lungo processo, nella quale si tornerà a chiedere  Nadarkhani se sia disposto a rinunciare al Cristianesimo e tornare all’Islam. Se rimarrà sulle sue posizioni potrebbe essere condannato a morte, anche se in molti – nello stesso Iran – sostengono che abbandonare l’Islam non sia motivo valido per imporre la pena capitale, come invece pretende la Legge iraniana.


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