A 9 ANNI PISTOLETTA (6 cm) DI PLASTICA: DENUNCIATO
PER
PORTO D’ARMI ABUSIVO E MINACCIE.
LIBERI LA BARALDINI ED I 3 TERRORISTI
ESTRADATI
DA GUANTANAMO
Oggi sarò piuttosto lungo. Vi
prego leggetemi egualmente. Come potrete constatare ne vale la pena.
Un bambino di nove anni è stato
denunciato dalle autorità competenti per detenzione abusiva di armi e minaccia.
In realtà il piccolo aveva in pugno una pistola di plastica di 6 centimetri, vinta il
giorno prima alle giostre e, a scuola, la stava facendo vedere ai suoi
amichetti.
Il fatto è accaduto a novembre
del 2009, nella scuola elementare di Ostia (Roma) “Capo delle Armi”, ma prima
che la Procura della Repubblica si accorgesse dell’errore (come sono
buono a chiamare questo episodio “errore”) sono passati ben tre anni. In
quell’anno Mirko frequentava la quinta elementare e, appunto in una mattina di
novembre, durante la ricreazione tira fuori il giocattolo: la pistoletta a molla, e lo mostra agli altri
scolari. Inutile dire che alcune mamme
di alunni hanno chiesto alla preside di prendere provvedimenti contro Mirko. La
dirigente capisce come stanno le cose e decide (molto intelligentemente) di
soprassedere. Il giorno successivo le stesse mamme vanno al Commissariato di
Ostia e denunciano il fatto. Il giocattolo viene sequestrato dalla pattuglia
della sezione anticrimine(!) che si reca a scuola dove prende a verbale
maestra, alunni e preside e fa partire la denuncia di Mirko alla magistratura.
Nel dicembre del 2010 il
Tribunale dei Minori di Roma notifica a Mirko una sentenza di “non luogo a
procedere”; in pratica è ritenuto colpevole di porto abusivo di armi e
minaccia, ma non lo si può processare in quanto minore dei 14 anni. E questo rimarrà a vita nella sua fedina penale. La famiglia
ricorre in Cassazione e – solo l’altro ieri – l’alta Corte annulla il tutto
rendendosi conto dell’imbecillità della cosa decretando che: “il fatto non
sussiste” e rinvia il tutto allo stesso GIP del Tribunale dei minorenni che
aveva emesso la prima sentenza il quale
si accoda alla decisione della Cassazione ed, appunto, cassa tutto.
Vi ho voluto narrare questa
pazzesca vicenda soltanto perché voi l’abbiate a confrontare con quanto segue.
Credetemi non ho alcuna simpatia
(anzi…) per Lele Mora, il manager di vari cantanti ed attori che è in galera da
molti mesi per il reato di “bancarotta”. Ciò che vorrei capire – anche rispetto
a quanto scritto sopra – coma cacchio funziona la Giustizia in questa
nazione. Per un reato economico ti mettono in galera e buttano la chiave.
Al contrario se hai partecipato
ad una rapina (scopo terrorismo) con relativo omicidio negli USA, vieni
condannato a 40 anni, estradato in Italia, ti mettono – quasi nell’immediato –
in libertà malgrado l’impegno preso dall’allora ministro della Giustizia signor
Diliberto a che tu abbia a scontare l’intera pena. Si lo avrete capito mi sto
riferendo al caso Baraldini.
Ma desidero sottoporvi anche un
altro esempio, molto più recente: è stato scarcerato l’altro ieri per ordine
della prima Corte d’Assise di Milano il libico Moez Fezzani; il 6 febbraio
scorso era uscito di galera il suo connazionale Riad Nasri mentre nel febbraio
del 2011 aveva riassaporato la libertà Ben
Mabrouk Adel, anch’esso tunisino e messo fuori – malgrado una
condanna per terrorismo – grazie al PM milanese Armando Spadaro.
Sapete chi sono questi tre? Sono coloro che tra il
novembre ed il dicembre del 2009 furono consegnati alle autorità italiane, in
base ad un accordo Italia-USA, in quanto richiesti più volte dai magistrati milanesi
alle autorità americane al fine di farli arrivare in Italia per poter eseguire
ordinanze cautelari (insomma andavano messi in galera) a loro carico. Perché?
In particolare Fezzani e Nasri avrebbero fatto parte (tra il 1997 ed il 2001)
di una cellula legata al gruppo salafita per la “predicazione ed il
combattimento” con base a Milano che reclutava martiri da inviare nei Paesi in
guerra. Ebbene questi tre signori caddero, in Afghanistan, nelle reti dell’antiterrorismo USA
che li imprigionò a Guantanamo e da qui, come accennato, dopo qualche anno, furono rispediti in Italia
su pressante richiesta e dopo un accordo Berlusconi-Obama.
Riassumo: questo Paese che denuncia un ragazzino di nove anni per una
pistoletta di plastica che misura sei centimetri per “porto abusivo d’armi e
minaccia”. Questo Paese che che tiene in
galera da molti mesi per il reato di “bancarotta” Lele Mora: Questo Paese è lo stesso che mette in
libertà una donna condannata a 40 anni (e restituita all’Italia con l’impegno
di farle scontare per intero la pena) per rapina a fini di terrore e tre
nordafricani certamente implicati nel terrorismo orientale e che dagli
americani furono fatti prigionieri mentre combattevano nelle file dei talebani
e rinchiusi a Guantanamo perché ritenuti terroristi.
Commenti? Bah! Fate voi, se
volete. Comunque non posso che dire “Evviva la Giustizia italiana”: