I
GENI ITALIANI MISCONOSCIUTI
Se
vi domandassi: “sapete chi sono Marco Astorri e Guy Cicognani?” voi di certo
alzereste le spalle come per dire: “ma che stai dicendo”. Proprio questo è il
punto del post odierno: i Geni che non conosciuti dal gran pubblico. I nomi
citati sono infatti di un paio di imprenditori della “Bio on” che hanno
realizzato un nuovo materiale biodegradabile denominato “Minerv-Pha”
assolutamente rivoluzionario. Il Minerv-Pha, infatti, non solo è biodegradabile
ma immerso nell’acqua (anche in quella di mare) si scioglie nel giro di una
quarantina di giorni venendo “digerito”,
dall’ambiente, si, insomma, sparisce del tutto.
Ma
non è soltanto questa la grande novità, l’altra consiste nel particolare
secondo il quale il nuovo materiale viene prodotto a partire non da
sostanze commestibili (come mais ed altri cereali di alcune bioplastiche
concorrenti) ma dagli scarti di lavorazioni agricole.
Quanto
sopra vuol dire che i mari ed i fiumi con le loro relative numerose esistenze
che vi vivono, non saranno più inquinati e la fauna non verrà più distrutta
vuoi dall’inquinamento vuoi dal fatto che pesci di tutte le dimensioni
rimangano soffocati da buste di plastica o pezzetti di queste.
Prima
di dare forma a sacchetti, bottiglie, imballaggi e componenti elettronici, il
Minerv-Pha ha una lunga preparazione: la materia prima per ottenerla, è una
plastica naturale che viene accumulata (come riserva interna di energia) da alcuni tipi di batteri che si nutrono con
sughi di scarto della barbabietola da zucchero. La sostanza viene prima
estratta ed essiccata, poi opportunamente trattata ed alla fine diventa un
materiale con ottime caratteristiche meccaniche; in particolare, resistenza,
flessibilità e stampabilità che la rendono ideale per le applicazioni
commerciali.
Alla
fine del suo ciclo, la Minerv-Pha diventa appetibile per un altro genere di
batteri che popolano fiumi e mari: questi, in un arco di tempo compreso fra i
dieci ed i quaranta giorni, decompongono la bioplastica e ne fanno perdere ogni
traccia.
Entro
quest’anno dovrebbe iniziare la produzione industriale di questa “miracolosa”
bioplastica.
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