martedì 24 settembre 2013


I GENI ITALIANI MISCONOSCIUTI

Se vi domandassi: “sapete chi sono Marco Astorri e Guy Cicognani?” voi di certo alzereste le spalle come per dire: “ma che stai dicendo”. Proprio questo è il punto del post odierno: i Geni che non conosciuti dal gran pubblico. I nomi citati sono infatti di un paio di imprenditori della “Bio on” che hanno realizzato un nuovo materiale biodegradabile denominato “Minerv-Pha” assolutamente rivoluzionario. Il Minerv-Pha, infatti, non solo è biodegradabile ma immerso nell’acqua (anche in quella di mare) si scioglie nel giro di una quarantina di giorni venendo  “digerito”, dall’ambiente, si, insomma, sparisce del tutto.

Ma non è soltanto questa la grande novità, l’altra consiste nel particolare secondo il quale il nuovo materiale viene prodotto a partire non da sostanze commestibili (come mais ed altri cereali di alcune bioplastiche concorrenti) ma dagli scarti di lavorazioni agricole.

Quanto sopra vuol dire che i mari ed i fiumi con le loro relative numerose esistenze che vi vivono, non saranno più inquinati e la fauna non verrà più distrutta vuoi dall’inquinamento vuoi dal fatto che pesci di tutte le dimensioni rimangano soffocati da buste di plastica o pezzetti di queste.

Prima di dare forma a sacchetti, bottiglie, imballaggi e componenti elettronici, il Minerv-Pha ha una lunga preparazione: la materia prima per ottenerla, è una plastica naturale che viene accumulata (come riserva interna di energia)  da alcuni tipi di batteri che si nutrono con sughi di scarto della barbabietola da zucchero. La sostanza viene prima estratta ed essiccata, poi opportunamente trattata ed alla fine diventa un materiale con ottime caratteristiche meccaniche; in particolare, resistenza, flessibilità e stampabilità che la rendono ideale per le applicazioni commerciali.

Alla fine del suo ciclo, la Minerv-Pha diventa appetibile per un altro genere di batteri che popolano fiumi e mari: questi, in un arco di tempo compreso fra i dieci ed i quaranta giorni, decompongono la bioplastica e ne fanno perdere ogni traccia.

Entro quest’anno dovrebbe iniziare la produzione industriale di questa “miracolosa” bioplastica.

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