Come si fa ora a spiegare alle mamme quanto accaduto l’altro ieri? Come dir loro che Anna Laura Scuderi di 41 anni e la sua collega, maestra d’asilo, Elena Pesce di 28, sono a casa? Come è possibile dir loro che questa è la Giustizia italiana.
Sapete chi sono queste mamme che nessuno riuscirà a convincere che sia giusto ciò che il giudice genovese dell’udienza preliminare Roberto Fucina ha deciso e cioè mandare le due imputate a casa ad una settimana dal processo? Ve lo ricordo io chi sono, partendo dall’inizio della tristissima vicenda.
Nel mese di dicembre del 2009 furono ritirati dalla scuola materna di Pistoia i nastri delle registrazioni di telecamere di sorveglianza dell’asilo “Cip e Ciop” della città toscana. Telecamere installate di nascosto dai tutori dell’Ordine perché alcuni genitori avevano avuto dei sospetti sul comportamento delle due maestre. Video che i familiari dei bimbi affidati a quella scuola pretesero ed ottennero di visionare. Cosa contenevano? Sequenze dell’orrore: i loro piccolini tirati per i capelli mentre vengono ingozzati di pappa, rovesciati con un ceffone dentro il vomito del vicino di seggiolone, urtati e ribaltati come birilli l’uno contro l’altro. Nelle orecchie di queste madri ancora risuonano le grida notturne dei figlioletti che si svegliano dentro l’incubo dell’asilo:
Chi lo spiega a questi genitori (48 essendo 24 i bimbi sottoposti ai trattamenti di cui sopra) che le responsabili di tale ferocia contro bimbetti che al resto del mondo ispirano solo tanta tenerezza, dall’altro ieri dormono a casa loro e non più in una cella del carcere genovese di Pontedecimo dove furono rinchiuse? E chi lo racconta a queste madri e padri che se è pur vero che la Legge prevede, non essendo possibile la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove, gli arresti domiciliari, è altrettanto vero che il concederli è decisione del giudice dell’udienza preliminare? Le 24 famiglie sono assolutamente stupefatte di come (non) funzioni la giustizia in questo Paese. Ma tant’è, si debbono arrendere alla tristissima realtà.
Sapete chi sono queste mamme che nessuno riuscirà a convincere che sia giusto ciò che il giudice genovese dell’udienza preliminare Roberto Fucina ha deciso e cioè mandare le due imputate a casa ad una settimana dal processo? Ve lo ricordo io chi sono, partendo dall’inizio della tristissima vicenda.
Nel mese di dicembre del 2009 furono ritirati dalla scuola materna di Pistoia i nastri delle registrazioni di telecamere di sorveglianza dell’asilo “Cip e Ciop” della città toscana. Telecamere installate di nascosto dai tutori dell’Ordine perché alcuni genitori avevano avuto dei sospetti sul comportamento delle due maestre. Video che i familiari dei bimbi affidati a quella scuola pretesero ed ottennero di visionare. Cosa contenevano? Sequenze dell’orrore: i loro piccolini tirati per i capelli mentre vengono ingozzati di pappa, rovesciati con un ceffone dentro il vomito del vicino di seggiolone, urtati e ribaltati come birilli l’uno contro l’altro. Nelle orecchie di queste madri ancora risuonano le grida notturne dei figlioletti che si svegliano dentro l’incubo dell’asilo:
Chi lo spiega a questi genitori (48 essendo 24 i bimbi sottoposti ai trattamenti di cui sopra) che le responsabili di tale ferocia contro bimbetti che al resto del mondo ispirano solo tanta tenerezza, dall’altro ieri dormono a casa loro e non più in una cella del carcere genovese di Pontedecimo dove furono rinchiuse? E chi lo racconta a queste madri e padri che se è pur vero che la Legge prevede, non essendo possibile la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove, gli arresti domiciliari, è altrettanto vero che il concederli è decisione del giudice dell’udienza preliminare? Le 24 famiglie sono assolutamente stupefatte di come (non) funzioni la giustizia in questo Paese. Ma tant’è, si debbono arrendere alla tristissima realtà.
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