mercoledì 26 maggio 2010

Ancora sulla Giustizia

Come si fa ora a spiegare alle mamme quanto accaduto l’altro ieri? Come dir loro che Anna Laura Scuderi di 41 anni e la sua collega, maestra d’asilo, Elena Pesce di 28, sono a casa? Come è possibile dir loro che questa è la Giustizia italiana.
Sapete chi sono queste mamme che nessuno riuscirà a convincere che sia giusto ciò che il giudice genovese dell’udienza preliminare Roberto Fucina ha deciso e cioè mandare le due imputate a casa ad una settimana dal processo? Ve lo ricordo io chi sono, partendo dall’inizio della tristissima vicenda.
Nel mese di dicembre del 2009 furono ritirati dalla scuola materna di Pistoia i nastri delle registrazioni di telecamere di sorveglianza dell’asilo “Cip e Ciop” della città toscana. Telecamere installate di nascosto dai tutori dell’Ordine perché alcuni genitori avevano avuto dei sospetti sul comportamento delle due maestre. Video che i familiari dei bimbi affidati a quella scuola pretesero ed ottennero di visionare. Cosa contenevano? Sequenze dell’orrore: i loro piccolini tirati per i capelli mentre vengono ingozzati di pappa, rovesciati con un ceffone dentro il vomito del vicino di seggiolone, urtati e ribaltati come birilli l’uno contro l’altro. Nelle orecchie di queste madri ancora risuonano le grida notturne dei figlioletti che si svegliano dentro l’incubo dell’asilo:
Chi lo spiega a questi genitori (48 essendo 24 i bimbi sottoposti ai trattamenti di cui sopra) che le responsabili di tale ferocia contro bimbetti che al resto del mondo ispirano solo tanta tenerezza, dall’altro ieri dormono a casa loro e non più in una cella del carcere genovese di Pontedecimo dove furono rinchiuse? E chi lo racconta a queste madri e padri che se è pur vero che la Legge prevede, non essendo possibile la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove, gli arresti domiciliari, è altrettanto vero che il concederli è decisione del giudice dell’udienza preliminare? Le 24 famiglie sono assolutamente stupefatte di come (non) funzioni la giustizia in questo Paese. Ma tant’è, si debbono arrendere alla tristissima realtà.

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