Quando ho inaugurato questo blog ho promesso a chi mi onorava della sua attenzione e quindi della lettura, che non mi sarei mai, dico mai, occupato di politica: così ho fatto e così continuerò a fare. Ma essendo un giornalista sento il dovere - per una questione di deontologia professionale - di informarvi su di un particolare che riguarda la finanziaria della quale si parla su tutti i quotidiani ed in qualsiasi televisione.
Non mi piace essere preso in giro, o meglio non mi piace essere preso in giro sfacciatamente. Sono dell'idea del "vivere e lascia vivere", ma quando mi si vuol truffare moralmente, allora non posso fare a meno di dire la mia. E' quello che sto facendo: non parlando della finanziaria, ma soltanto di un mancato chiarimento che la riguarda e che nessuno si preoccupa di dare a noi miseri italiani. Ecco di cosa si tratta.
Orbene fra i tagli previsti vi è quello che testualmente afferma: "diminuzione del 10% sugli stipendi di deputati, senatori e ministri." e se non bastasse, prosegue, che identico provvedimento colpirà i managers pubblici che guadagnano oltre 130 mila euro l'anno.
Dov'è la presa per i fondelli alla quale come italiano e giornalista mi ribello? Eccola: nella finanziaria c'è anche scritto che il 10% verrà tolto "sulla parte eccedente gli 80 mila euro l'anno" e stessa cosa per i 130 mila. Cosa vuol dire? lo spiego. A quel deputato o senatore, o impiegato o funzionario delle due Camere che guadagna - per esempio - 90 mila euro l'anno (o manager che ne percepisca 140 mila) il dieci per cento gli verrà sottratto solo su dieci mila euro, cioè sull'eccedenza dagli 80 mila (o 130 mila) e non sull'intero compenso come vuol essere dato ad intendere.
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