Eccomi qui, puntuale come? Non lo dico, non mi piacciono le frasi fatte e detesto profondamente quell’isola di Indifferenza con la quale confiniamo. Quella – per intenderci – i cui negozi, anni fa, avevano messo in mostra dei cartelli con scritto: “vietato l’ingresso ai cani ed agli italiani”. Ma ritorniamo a noi.
Non è mia intenzione farvi il riassunto di notizie (pur se non pubblicate) del passato mese. Ma una, una soltanto, desidero sottoporre alla vostra attenzione. Sapete perché? Per farvi riflettere ancora una volta su come funzioni la Giustizia nella nostra splendida Italia.
Si tratta di questo: Cristiano Legramandi di 35 anni piccolo imprenditore edile bergamasco ma residente a Castel Gabbiano (paesino di 400 abitanti in provincia mdi Cremona), il 22 luglio scorso ha, con la sua macchina, investito ed ucciso Linda Sgaburri di soli 17 anni anche lei di e abitante a Castel Gabbiano. Quella sera il prode Legramandi a bordo della sua Opel Astra ad elevata velocità in una strada di campagna non stretta, ma strettissima ha sorpassato un’auto ed ha falciato quattro giovani in bicicletta che procedevano in senso opposto. Ha sfiorato il primo, urtato il secondo, ferito gravemente il terzo ed ucciso il quarto ciclista, appunto Linda Sgaburri. Inutile aggiungere che non si è neanche fermato ma è stato rintracciato in un secondo momento dai carabinieri. Fin qui la notizia (a suo tempo) pubblicata da tutti (o quasi) i quotidiani italiani che hanno giustamente aggiunto come l’imprenditore edile, sottoposto al test dell’alcol, fosse risultato ubriaco e sapete cosa aveva detto agli agenti della Polstrada che lo hanno arrestato sul posto: “può accadere”. Ciò che quasi nessuno ha detto (si sa, la notizia è tale lì per lì, poi…) è che dopo soli undici giorni di galera, l’omicida è tornato a casa con una denuncia di omicidio colposo (e le lesioni agli altri tre ciclisti?). E’ proprio nell’appartamento dove risiede l’omicida che il 20 agosto si è presentato il fidanzato della ragazza uccisa dall’imprenditore, un ragazzo di 21 anni di origine eritrea ma cittadino italiano. “Un gran bravo ragazzo” affermano i carabinieri (si, proprio i carabinieri). Ha suonato ed armato di coltello (forse pensando a quel “puo’ accadere”) non appena l’automobilista che ubriaco gli aveva ucciso la fidanzata qualche giorno prima, ha gridato “ti ammazzo”. Cristiano Legramandi è stato prontissimo di riflessi ed ha chiuso l’uscio prima che il giovane lo colpisse con il coltello di cui si era munito per farsi giustizia.
Raggiunto dai carabinieri il fidanzato della defunta ha dichiarato fra le lacrime: il suo inconsolabile dolore e la sua ira per la dichiarazione dell’uccisore della sua dolce Linda. Sapete come è finita questa vicenda; anzi come la nostra Giustizia ha permesso che finisse? L’uomo che ubriaco fradicio (il test ha rilevato che il suo stato era quattro volte superiore a quello permesso dalla Legge) ha investito quattro giovanissimi ciclisti uccidendone una. ferendone gravemente un secondo e lievemente gli altri due, ha denunciato ai carabinieri della stazione di Caravaggio (Bergamo) per aggressione il fidanzato della ragazza da lui uccisa e gli chiederà anche un risarcimento danni!
Non è mia intenzione farvi il riassunto di notizie (pur se non pubblicate) del passato mese. Ma una, una soltanto, desidero sottoporre alla vostra attenzione. Sapete perché? Per farvi riflettere ancora una volta su come funzioni la Giustizia nella nostra splendida Italia.
Si tratta di questo: Cristiano Legramandi di 35 anni piccolo imprenditore edile bergamasco ma residente a Castel Gabbiano (paesino di 400 abitanti in provincia mdi Cremona), il 22 luglio scorso ha, con la sua macchina, investito ed ucciso Linda Sgaburri di soli 17 anni anche lei di e abitante a Castel Gabbiano. Quella sera il prode Legramandi a bordo della sua Opel Astra ad elevata velocità in una strada di campagna non stretta, ma strettissima ha sorpassato un’auto ed ha falciato quattro giovani in bicicletta che procedevano in senso opposto. Ha sfiorato il primo, urtato il secondo, ferito gravemente il terzo ed ucciso il quarto ciclista, appunto Linda Sgaburri. Inutile aggiungere che non si è neanche fermato ma è stato rintracciato in un secondo momento dai carabinieri. Fin qui la notizia (a suo tempo) pubblicata da tutti (o quasi) i quotidiani italiani che hanno giustamente aggiunto come l’imprenditore edile, sottoposto al test dell’alcol, fosse risultato ubriaco e sapete cosa aveva detto agli agenti della Polstrada che lo hanno arrestato sul posto: “può accadere”. Ciò che quasi nessuno ha detto (si sa, la notizia è tale lì per lì, poi…) è che dopo soli undici giorni di galera, l’omicida è tornato a casa con una denuncia di omicidio colposo (e le lesioni agli altri tre ciclisti?). E’ proprio nell’appartamento dove risiede l’omicida che il 20 agosto si è presentato il fidanzato della ragazza uccisa dall’imprenditore, un ragazzo di 21 anni di origine eritrea ma cittadino italiano. “Un gran bravo ragazzo” affermano i carabinieri (si, proprio i carabinieri). Ha suonato ed armato di coltello (forse pensando a quel “puo’ accadere”) non appena l’automobilista che ubriaco gli aveva ucciso la fidanzata qualche giorno prima, ha gridato “ti ammazzo”. Cristiano Legramandi è stato prontissimo di riflessi ed ha chiuso l’uscio prima che il giovane lo colpisse con il coltello di cui si era munito per farsi giustizia.
Raggiunto dai carabinieri il fidanzato della defunta ha dichiarato fra le lacrime: il suo inconsolabile dolore e la sua ira per la dichiarazione dell’uccisore della sua dolce Linda. Sapete come è finita questa vicenda; anzi come la nostra Giustizia ha permesso che finisse? L’uomo che ubriaco fradicio (il test ha rilevato che il suo stato era quattro volte superiore a quello permesso dalla Legge) ha investito quattro giovanissimi ciclisti uccidendone una. ferendone gravemente un secondo e lievemente gli altri due, ha denunciato ai carabinieri della stazione di Caravaggio (Bergamo) per aggressione il fidanzato della ragazza da lui uccisa e gli chiederà anche un risarcimento danni!
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