Come sappiamo,
il nostro Stati spende – molto giustamente -
una gran quantità di denari per la campagna contro l’abbandono degli
animali.
Lo stesso
Stato è quello che impone l’IVA (agevolata) del 4% su rosmarino, cracker e
pesche sciroppate. Ma dato che viviamo in uno Stato che si preoccupa sempre dei
suoi cittadini, la medesima imposta, questa volta agevolata al 10%, viene
applicata all’aceto, ai bulbi di tulipano ed alla segatura.
Direte: ma che
c’entra? Cacchio se c’entra, pensate che qualsiasi medicinale veterinario, ogni
visita alla quale siete costretti a sottoporre i vostri amici a quattro o due
zampe, ha un’IVA del 21% esattamente come lo champagne francese “Don Perignon”
che costa oltre 100 euro la
bottiglia. Ma non vi sembra un andamento schizofrenico? Ma
non vi pare che se il vostro Fido od il vostro Silvestro si ammalano possano valere
quanto un pacchetto di cracker? Insomma la vogliamo abbassare quest’IVA
veterinaria o no? Basterebbe portarla all’altezza delle pesche sciroppate.
Pensate che a proposito esiste in Parlamento – da anni – una proposta proprio
per questo, vi piacerebbe sapere in quale fondo di cassetto di Montecitorio sia
finita? Anche a me. Infatti trovo vergognoso che su medicinale per cani o
gatti, o qualsiasi altro animale gravi la stessa tassa dello champagne che mi
sembra essere un bene superfluo mentre se la vostra bestiola ha bisogno di
visita e successive cure mi sembra una
vera e propria necessità. O no?
Nessun commento:
Posta un commento