giovedì 8 settembre 2011

SVIZZERA: POLIZIOTTO ITALIANO INSEGUE E CATTURA NARCOTRAFFICANTE MULTATO PER ECCESSO DI VELOCITA'



Tutto inizia quando Michele Pellegrino, in servizio presso la sezione antidroga della questura di Napoli, viene inviato (sotto copertura) per delle indagini, in un Paese dell’Europa del nord. In realtà dovrà tentare di mettere le manette ad  uno dei più noti trafficanti di cocaina del mondo, al quale la questura partenopea è arrivata dopo quasi due anni di indagini. Non appena in…zona Michele Pellegrino si trova davanti ad un muro altissimo fatto di burocrazia: deve preparare carte, avvisare ministeri competenti, chiedere autorizzazioni e quant’altro. E se il narcotrafficante – nel frattempo – riuscisse a far perdere le tracce sulle quali il poliziotto sta da mesi? Non c’è tempo da perdere. A questo punto il nostro  noleggia, presentando i suoi documenti (da civile) personali e con la sua carta di credito, un “Suv Volvo” con il quale riesce a mettersi sulle tracce del camorrista narcotrafficante planetario.

Inutile aggiungere che l’operazione sotto copertura è autorizzata dalla Direzione distrettuale Antimafia napoletana e supportata dalla sezione centrale antidroga di Roma.

Michele Pellegrino non è un bravo investigatore, è un ottimo investigatore tanto che nel giro di pochi giorni raggiunge il criminale e dopo un lungo e spericolato inseguimento, riesce a mettergli le manette e sequestrargli ben un quintale di droga destinata al mercato italiano.

A posteriori si scopre che all’altezza del Cantone dei Grigioni – siamo ovviamente in Svizzera – il cacciatore di narcotrafficanti viene fotografato dagli autovelox elvetici perché ha superato di 39 km il limite di velocità (119 Kmh invece di 80). Superfluo aggiungere che era in pieno inseguimento…

Passano due mesi ed a casa del poliziotto si presentano i carabinieri: con un avviso di garanzia e la convocazione in caserma, infatti tramite rogatoria la magistratura svizzera pretende che il conducente dell’auto che ha turbato la tranquillità del luogo dove era passato venga identificato e processato. La Procura di Santa Maria Capua Vetere non può far altro che mettere a disposizione dell’inflessibile Cantone dei Grigioni  un Pubblico Ministero e quant’altro necessario (compresi investigatori della Polizia) per  interrogare e definire la posizione del poliziotto italiano.

A questo punto ognuno di voi che sta leggendo penserà: “si, va be’ ma investigatori, magistrati inquirenti, Ministero degli Interni e quello degli Esteri, tuteleranno il nostro poliziotto”.

Ragazzi svegliatevi, siamo in Italia e tanto è vero che nessuno muove un dito a favore di chi è riuscito a catturare uno dei più pericolosi narcotrafficanti della Terra e sequestrargli anche un quintale di droga. Così Michele Pellegrino è costretto a cercare (e pagare) un avvocato che lo difenda. Qualche giorno fa è giunta al bravissimo poliziotto napoletano il decreto di condanna firmato dal giudice svizzero Claudio Riedi. Michele Pellegrino dovrà sborsare  mille e 50 euro di multa e sottoporsi a cinque giorni di lavori socialmente utili.


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