Tutto inizia
quando Michele Pellegrino, in servizio presso la sezione antidroga della
questura di Napoli, viene inviato (sotto copertura) per delle indagini, in un
Paese dell’Europa del nord. In realtà dovrà tentare di mettere le manette
ad uno dei più noti trafficanti di
cocaina del mondo, al quale la questura partenopea è arrivata dopo quasi due
anni di indagini. Non appena in…zona Michele Pellegrino si trova davanti ad un
muro altissimo fatto di burocrazia: deve preparare carte, avvisare ministeri
competenti, chiedere autorizzazioni e quant’altro. E se il narcotrafficante –
nel frattempo – riuscisse a far perdere le tracce sulle quali il poliziotto sta
da mesi? Non c’è tempo da perdere. A questo punto il nostro noleggia, presentando i suoi documenti (da
civile) personali e con la sua carta di credito, un “Suv Volvo” con il quale riesce
a mettersi sulle tracce del camorrista narcotrafficante planetario.
Inutile
aggiungere che l’operazione sotto copertura è autorizzata dalla Direzione
distrettuale Antimafia napoletana e supportata dalla sezione centrale antidroga
di Roma.
Michele Pellegrino
non è un bravo investigatore, è un ottimo investigatore tanto che nel giro di
pochi giorni raggiunge il criminale e dopo un lungo e spericolato inseguimento,
riesce a mettergli le manette e sequestrargli ben un quintale di droga
destinata al mercato italiano.
A posteriori si
scopre che all’altezza del Cantone dei Grigioni – siamo ovviamente in Svizzera
– il cacciatore di narcotrafficanti viene fotografato dagli autovelox elvetici
perché ha superato di 39 km
il limite di velocità (119 Kmh invece di 80). Superfluo aggiungere che era in
pieno inseguimento…
Passano due
mesi ed a casa del poliziotto si presentano i carabinieri: con un avviso di
garanzia e la convocazione in caserma, infatti tramite rogatoria la
magistratura svizzera pretende che il conducente dell’auto che ha turbato la
tranquillità del luogo dove era passato venga identificato e processato. La
Procura di Santa Maria Capua Vetere non può far altro che mettere a
disposizione dell’inflessibile Cantone dei Grigioni un Pubblico Ministero e quant’altro
necessario (compresi investigatori della Polizia) per interrogare e definire la posizione del
poliziotto italiano.
A questo punto
ognuno di voi che sta leggendo penserà: “si, va be’ ma investigatori,
magistrati inquirenti, Ministero degli Interni e quello degli Esteri,
tuteleranno il nostro poliziotto”.
Ragazzi svegliatevi,
siamo in Italia e tanto è vero che nessuno muove un dito a favore di chi è
riuscito a catturare uno dei più pericolosi narcotrafficanti della Terra e
sequestrargli anche un quintale di droga. Così Michele Pellegrino è costretto a
cercare (e pagare) un avvocato che lo difenda. Qualche giorno fa è giunta al
bravissimo poliziotto napoletano il decreto di condanna firmato dal giudice
svizzero Claudio Riedi. Michele Pellegrino dovrà sborsare mille e 50 euro di multa e sottoporsi a cinque
giorni di lavori socialmente utili.
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