A Sidney è in corso, in questi giorni, la conferenza mondiale sul cybercrimine e sui nuovi pericoli della rete; da questo consesso i massimi esperti mondiali lanciano all'unisono un grido d'allarme: la criminalità telematica agisce a livello mondiale ed è in grado di colpire chiunque, poichè non esistono sistemi di protezione totalmente sicuri.
Jeffrey Shelton agente responsabile del US Secret Service (il servizio segreto degli Stati Uniti), il cui compito è la repressione di una varietà di frodi e furti finanziari, ha spiegato che i nuovi criminali sono in grado di penetrare anche in aree informatiche superprotette, scaricarvi materiale pedopornografico, rendiconti di transazioni bancarie, fittizie frodi fiscali, e quant'altro possa distruggere la reputazione e la carriera di una persona.
Afferma Shelton: "Gli effetti sono devastanti per le vittime che impiegano poi anni per ristabilire la verità e riscattare illoro buon nome. Il Secret Service, solo negli ultimi mesi ha sventato diversi attacchi telematici condotti da cyber criminali o da cyber terroristi. Non si tratta infatti di solitari hacker, ma di vere e proprie bande criminali che agiscono su commissione (insomma a pagamento), esattamente come i killer, il che quando si tratta, per esempio, di uomini politici che devono essere assolutamente irreprensibili, diventa una minaccia molto seria".
l'FBI agli inizi dell'ultima campagna presidenziale USA, in seguito alla segnalazione di un informatore, diede incarico all'NSA (organismo americano, preposto proprio a questo tipo di indagini) di dare discretamente una occhiata nel computer privato di un importante personaggio politico. Gli agenti trovarono quelle che a prima vista sembravano inequivocabili prove di un intenso traffico di materiale pornopedofilo, inoltre vi erano tracce di cospicui pagamenti effettuati all'estero a favore di ambigui club ed acquisti "particolari" online. Una serie di reati gravissimi, tanto più se commessi da un personaggio pubblico. Vicenda, questa, estremamente imbarazzante al punto che vennero coinvolte nelle complessa indagine più agenzie federali. Solo grazie a questa collaborazione si è riusciti in meno di quattro mesi a risalire ad un server in Armenia dal quale era partita la prima intrusione informatica, poi rimbalzata in Azerbaijan, Zimbawe, Vietnam. Ripercorrendo a ritroso la catena dei rimbalzi è stato possibile accertare da dove era partito l'attacco, quando e come i cyber criminali erano penetrati nel computer dell'uomo politico e vi avevano scaricato una marea di file compromettenti.
Quindi un caso risolto in breve tempo, anche se non è stato possibile risalire agli autori, ma da considerarsi del tutto eccezionale perchè sono molti i casi analoghi che giacciono sulle scrivanie degli agenti federali e che sono ancora in attesa di una risposta certa.
Nel mentre la vittima (vittime) vive un'esistenza sospesa, emarginata, guardata con sospetto. E' già capitato a Washington come a Londra, Berlino, Madrid, Oslo e Parigi.
Occhio, attenzione, controllate i vostri computer perchè i killer telematici sono sempre pronti, in attesa del miglior offerente.
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