martedì 10 novembre 2009

BELLA, RICCA, AFFASCINANTE E (SUPER)CRIMINALE

Solo oggi si apprende che cinque giorni orsono Xie camping di 46 anni, si è definitivamente avviata sul viale del tramonto. Si immagini che questa donna manteneva sedici amanti, vestiva con abiti griffati made in Italy, guidava un “BMW serie 7”, possedeva dozzine di appartamenti sparsi per le verdissime colline di Chungqing ed era la vera padrona di questa megalopoli cinese da 30 milioni di abitanti ed ex capitale dell’immenso Stato orientale. Ma cosa le è accaduto cinque giorni orsono? Semplice è stata condannata a 18 anni di galera.
Xie era un personaggio chiave della mafia di Chungqing e traeva potere e ricchezza dalla parentela con il vice capo della polizia della città (arrestato poiché sospettato di essere il boss dell’intera malavita locale), del quale era cognata. Il suo compito era di convincere con le buone o con le cattive, i gestori delle case da the’ a trasformare i loro locali in case da gioco.
A questo punto va chiarito che le case da the’ sono tipiche della Regione interna cinese e la gente vi passa giornate intere a chiacchierare ed ascoltare musica tradizionale. Il gioco d’azzardo in Cina è proibito ma la banda di Chungqing aveva fatto rinascere in città l’antica passione. Inoltre Xie si occupava di corrompere
Ed anche organizzare ricatti contro funzionari governativi della città o quelli di passaggio per svolgervi un’ispezione. Sono ben quattordici gli alti ufficiali oggi in galera per avere collaborato con la mafia di Xie.
La banda era coinvolta in ogni sorta di affare lecito ed illecito della metropoli. La forza della gang era il controllo della polizia che le permetteva di dettare le regole del “pizzo” e le forniture da far scegliere a bar e ristoranti della città. L’organizzazione era complessa, prevedeva anche presta-nome disposti, a pagamento, a prendersi le colpe dei boss durante le periodiche retate contro i Casinò e le attività illegali. Per chi non si fosse sottomesso, c’erano pestaggi, minacce di morte, od anche di prigione con accuse arbitrarie e prove manipolate.
Il giorno della sentenza, un gruppo di vittime della mafia capeggiata da Xie e suo cognato, si era riunito fuori dal tribunale ad attendere l’esito del processo. Uno di loro, Ken Yanling era deluso ed infuriato per la sentenza (“solo” 18 anni alla bella Xie) che considerava troppo mite.

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