giovedì 12 novembre 2009

LE ORECCHIE DEI CANI ED IL PARLAMENTO ITALIANO

Negli ultimi due giorni le commissioni riunite degli Esteri e della Giustizia della Camera, presiedute da Stefano Stefani e da Giulia Bongiorno, si sono cimentate in una delle più accese discussioni..."politiche" degli ultimi anni.
Non si trattava della bomba atomica iraniana e neanche dei gasdotti caucasici, ma delle code e delle orecchie dei cani. Questione seria: l'Europa ben venti anni orsono, stabilì un accordo di protezione per gli animali di compagnia. L'Italia con il suo colpevolissimo e solito ritardo, sta per sottoscriverlo.
Il fatto però è questo: l'accordo prevede il divieto per i veterinari di operare chirurgicamente gli animali, se non per ragioni terapeutiche o per sterilizzarli. Un partito, però, vuole che per i cani da caccia (particolarmente Bracchi e Setter) fosse attuata una deroga secondo la quale fin da cuccioli si potesse tagliar loro le orecchie e mozzargli la coda.
Il risultato della discussione arriverà presto nell'aula di Montecitorio e vedremo chi l'avrà vinta. Chi scrive spera e prega a che il volere del partito che sostiene il desiderio dei cacciatori venga bocciato e che l'accordo passi così come è stato approvato in tutti i Paesi dell'Europa Unita: a totale favore degli animali.

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