martedì 30 marzo 2010

IL GATTO CHE VISSE DUE VOLTE

Che bella storia di animali.
Si chiama Alfie, il gatto che visse due volte. E' di razza Ginger Tom e vive in Inghilterra: ha fatto ritorno dai suoi padroni nove mesi dopo la propria sepoltura.
Il mistero può essere semplicemente spiegato, ma al gatto questa storia non va proprio giù. Infatti nel frattempo i padroni hanno adottato un altro micio della stessa razza ed il redivivo una volta rientrato fra le proprie mura, questo stato di cose non lo accetta di buon grado.
Alfie era stato trovato agonizzante e ridotto proprio a mal partito: era stato investito da un'automobile e per lui non ci fu più nulla da fare. Così la famiglia Petrillo (questo il nome dei suoi padroni di origine italiana) si riunì al completo ed affranta dal dolore, ebbe a dare degna sepoltura al gatto.
L'altra settimana, come ha raccontato e documentato un quotidiano inglese (il "Guardian") ed addirittura il "TG-com", una telefonata fatta da un ex vicino, ha avvertito i Petrillo (che nel frattempo si erano trasferiti in un'altra abitazione) che un gatto molto, molto simile ad Alfie si aggirava davanti alla loro vecchia casa, cercando di entrare attraverso la finestra della camera da letto proprio come era solito fare il loro adoratissimo gatto "defunto".
Inutile aggiungere che si sono precipitati sul posto e che non solo hanno riconosciuto Alfie ma quest'ultimo ha riconosciuto loro tanto dal corrergli incontro saltare in braccio al padrone e fargli le fusa!
Tra le diverse ipotesi formulate, solo una sembra avere un senso: il micio, prima investito (e ridotto tanto male da metterne in dubbio l'identità) e poi sepolto non era Alfie che, nel frattempo, è stato accudito da qualcuno che lo ha trovato e scambiato per randagio, e questo lo si evince poichè almomento del suo ritorno in famiglia, la bestiola è risultata perfettamente nutrita e curata. Chiaramente appena gli si è presentata la possibilità di fuga dalla casa di chi lo aveva trovato ed adottato, l'ha sfruttata ritornando al suo vecchio indirizzo!

lunedì 29 marzo 2010

UN FALCO DA GUINNESS DEI PRIMATI

Come è noto, gli scozzesi la chiamano con grande simpatìa "the grand old lady" (la grande vecchia signora). Lei è una femmina di falco pescatore, un rapace alquanto comune in tutta Europa, Italia compresa, ma la "old lady" ha una particolarità che la rende unica: è appena ritornata dall'Africa al suo nido in Scozia per il ventesimo anno consecutivo.
Alla venerabile età di 25 anni compiuti, l'uccello rapace ha terminato proprio in questi giorni, la sua migrazione dalle terre invernali dell'Africa occidentale, e dopo aver volato per due mila chilometri, ha riconosciuto per l'ennesima volta il suo posto di nidificazione, vicino a Loch (si, proprio dove è il lago del leggendario Nessy) nel Perthshire.
La "vecchia signora" ha un'altra caratteristica eccezionale: la sua età attuale è almeno tre volte quella dell'aspettativa di vita di un falco pescatore e gli esperti hanno calcolato che le sue migrazioni annuali, tutte sommate, ammontano a poco meno della metà strada tra la terra e la luna!

giovedì 25 marzo 2010

HAI FATTO L'AMANTE? PAGA 9 MILIONI DI DOLLARI

Questa storia - la cui conclusione più inconsueta non può essere - inizia nel 2004 quando l'avvocato Allen Shackelford incontra Anne Lundqist, 49 anni dirigente di un college del North Carolina, cliente del suo studio legale.
In breve tra i due nasce una relazione che viene scoperta da Cynthia Shackelford, la sessantenne moglie del legale, che si è ritirata dal lavoro di insegnante per seguire i due figli che oggi hanno 23 e 27 anni. La donna scopre la tresca facendo pedinare il marito da un investigatore. Secondo la signora Cynthia miss Lundqist ha deliberatamente sedotto il coniuge.
Nel 2005 iniziano le procedure per il divorzio ed il tribunale assegna alla moglie tradita 5000 dollari mensile di alimenti. Il marito non paga ed allora la sua signora decide di ricorrere ad una vecchia legge, mai abrogata (infatti è in vigore oltre che in North Carolina anche in altri cinque Stati Usa), che condanna: "l'alienazione di affetti" che in altre parole vuol dire che punisce chi sottrae il partner a qualcuno, a condizione che sia dimostrato che il matrimonio fosse felice e che l'amore fra moglie e marito sia stato distrutto dall'amante.
Proprio in base a questa legge il tribunale ha condannato la Lundqist, amante dell'avvocato, a cinque milioni di dollari di risarcimento danni, aggiungendo a questi altri quattro milioni quale sanzione punitiva.
La povera Anne Lundqist è disperata: vive solo del suo stipendio e non sa come far fronte a tutto ciò. Lei sa, come tutti in USA sanno, che se non paghi finisci in galera, e data l'ingente cifra la sua permanenza nelle patrie carceri sarebbe oltremodo lunga..

martedì 23 marzo 2010

SEMPRE RIDICOLA LA GIUSTIZIA ITALIANA

Come è noto in questo bel Paese ci sono nove (9) milioni di processi in arretrato: circa 5 milioni di cause civili e quattro di penali. Vi direte che i giudici hanno un bel da fare, che non andranno in ufficio a scaldare le poltrone, che non si perderanno dietro il "niente" e tantomeno tenderanno ad istruire processi sciocchi, inutili, banali, privi di qualsiasi logica alla quale si possano legare i dettami dei codici sia Civile che Penale. Orbene, leggete questo post e giudicate.
A Roma si respirava una gran brutta aria. Erano i giorni in cui Giovanna Reggiani era stata uccisa, all'uscita della Metropolitana a Tor di Quinto: massacrata e stuprata dal cittadino romeno Romulus Nicolae Mailat, già condannato in patria per vari altri reati.
Proprio per questa vicenda, e visto il suo ruolo, a Fabio Sabbatani Schiuma, coordinatore regionale del "Movimento per l'Italia", era sembrata una cosa naturale far stampare qualche volantino ed andare a protestare, unico e solo, contro il governo romeno poichè quest'ultimo non poneva un argine alla fuoriuscita dal proprio territorio di delinquenti incalliti come l'omicida della signora Reggiani.
Pensato e messo in atto: il 2 novembre del 2007 il buon Fabio Sabbatani Schiuma si reca davanti al numero 12 di via Panama dove ha sede l'ambasciata romena presso la Santa Sede e, prende a distribuire ai passanti i volantini fatti apprestare per l'occasione del suo Movimento. Ripeto: l'uomo è solo, completamente solo, assolutamente unico e per di più è...muto; egli infatti si limita a didtribuire quei foglietti. Per essere comunque dalla parte della legalità, ha anche avvertito la Questura di Roma di ciò che avrebbe fatto. Tutto OK, quindi, nessun assembramento, nessun intralcio al traffico e come se non bastasse furono allontanati da Schiuma due esponenti di un partito politico, che volevano esporre uno striscione che invocava la pena di morte per lo stupratore assassino.
"Nella mattinata avevo inviato in Questura un fax nel quale informavo che alle 13 avrei effettuato un volantinaggio simbolico di protesta davanti alnumero 12 di via Panama"
A questo punto vi chiederete: "va bene ed allora?"; allora è accaduto che, dopo oltre due anni, la Procura della Repubblica di Roma (che è quella che in campo nazionale ha uno dei più alti numeri di processi in arretrato) ha comunicato a Fabio Sabbatani Schiuma, di averlo iscritto sul libro degli indagati ritenendolo responsabile della violazione dell'articolo 18 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. In poche parole responsabile di "manifestazione non autorizzata in quanto non comunicata tre giorni prima alle autorità competenti"
Solo una considerazione, poi fate voi. Tre giorni prima del 2 novembre 2007 la signora Reggiani era viva. E con oltre due anni di indagini la Procura di Roma non è riuscita a scoprirlo, ma ha scoperto che il "buon Fabio" può essere processato per "manifestazione non autorizzata".
Evviva la Giustizia italiana!

lunedì 22 marzo 2010

GIUDICE MINORILE... SAPIENTE

"O torni a scuola ottenendo buoni risultati, e la smetti di fumare spinelli, o ti metto agli arresti domiciliari": questa la sentenza che il giudice presso il Tribunale dei Minori di Roma ha emesso a carico di uno studente di 16 anni di Ceccano (Frosinone) preso dai carabinieri con 25 grammi di hashish, già confezionati in 100 dosi. Lui, l'imputato, ha anche avuto la sfacciataggine di sostenere che quella "roba" era per uso personale.
Ovviamente nessuno gli ha creduto (100 dosi!) e quando è stato interrogato alla presenza dei genitori e del suo legale è rimasto alquanto sorpreso dell'imposizione del giudice che peraltro aveva confermato il suo fermo da parte dei carabinieri e ritenuta provata e quindi fuori discussione la denuncia del ragazzo da parte degli stessi tutori dell'Ordine, quale responsabile del reato di detenzione al fine di spaccio, di sostanze stupefacenti.
Coloro che lo hanno arrestato non escludono che il sedicenne vendesse la droga ai suoi coetanei nella scuola che frequentava: un istitutio tecnico di Frosinone.

venerdì 19 marzo 2010

Ma udite questa, anzi leggetela. Non è folle, non è pazzesca, non è strana e neanche originale è semplicemente ignobile e la cosa più grave è che nessuno se ne vergogni, ma si tenta di farla passare come un avvenimento assolutamente normale.
Tutto il mondo sa cosa siano riusciti a fare i Vigili del Fuoco italiani in merito al terremoto de L’Aquila del 6 aprile dello scorso anno: il contributo che hanno dato con il loro instancabile lavoro che gli ha consentito di salvare decine e decine di vite umane. Il supporto da loro fornito alla Protezione Civile nella realizzazione delle tendopoli e nel soccorso a feriti e famiglie rimaste senza tetto, ma soprattutto il superlavoro a cui ogni singolo di essi si è sottoposto massacrandosi di fatica ed essendo operativo anche venti ore al giorno. Ricordato ciò, sembra normale che lo Stato debba riconoscere loro delle benemerenze guadagnate sul campo, sottoponendosi per giorni e giorni ad un lavoro che definire massacrante è sottovalutarlo.
A proposito di ciò negli scorsi giorni, nei vari comandi dei Vigili del Fuoco (come è noto affluirono in Abruzzo da tutta Italia) sono arrivate delle lettere dalla Protezione Civile con le quali i singoli destinatari (cioè i Vigili da premiare) venivano informati che per ottenere i riconoscimenti (medaglie, nastrini, ecc.) per il loro impegno durante i soccorsi ai terremotati de L’Aquila, o per altre calamità naturali (smottamenti di Messina, fiume Lambro, ecc) avrebbero dovuto versare dai 120 ai 130 euro. Insomma come se ai familiari dei caduti premiati con medaglia al valor civile d’oro o d’argento, venisse richiesto il prezzo delle stesse.
Quando gli aquilani hanno saputo di questa tristissima e squallida vicenda hanno chiesto di pagare di tasca loro i riconoscimenti onorifici ai Vigili del Fuoco. In parallelo alcuni studenti dell’Accademia delle Belle Arti abruzzese, hanno già disegnato alcuni esemplari di medaglie. I Vigili hanno ringraziato gli aquilani, ma hanno chiesto loro di usare quei denari per le necessità dei compaesani.
Inutile aggiungere che il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, Conapo, ha denunciato l’episodio inviando una lettera anche alla Protezione Civile.
Riassumendo: lo Stato italiano riconosce ciò che hai fatto e quindi sa di doverti premiare per questo, contemporaneamente ti dice: “Le spese del premio te le devi pagare”. Poi non ci lamentiamo se tutta l’Europa ci critica, in questo caso ne ha ben donde.

giovedì 18 marzo 2010

LA SVIZZERA SI ARRENDE E RISARCISCE...GHEDDAFI

Il Cantone svizzero di Ginevra è disposto a versare un risarcimento al figlio del leader libico, Hannibal Gheddafi, per la pubblicazione sulla "Tribune de Genève" delle foto segnaletiche scattate al rampollo di Muhammar, nel luglio 2008, subito dopo il suo l'arresto in un hotel della città elvetica. Infatti proprio queste foto risultano essere l'elemento cruciale della crisi libico-elvetica, ancora non risolta.
La notizia - per certi versi eclatante - è stata confermata dal Consiglio di Stato Elvetico. Il governo riconosce la propria responsabilità nella trasmissione delle immagini effettuata verosimilmente da uno dei suoi dipendenti al quotidiano svizzero.
Per completare la calata di brache, il comunicato aggiunge che la diffusione delle foto in questione, è inammissibile, e prosegue: "Il Consiglio di Stato Elvetico - si legge in un comunicato ufficiale - assicura che l'autore della violazione del segreto di ufficio, se identificato, sarà punito anche sul piano amministrativo" oltre che disciplinare.

mercoledì 17 marzo 2010

STUPRATORE DEVE RISARCIRE ANCHE IL COMUNE

La quinta sezione penale del Tribunale di Milano ha condannato, l’altro ieri, un italiano trentaseienne, a sei anni di reclusione per aver stuprato una ragazzina di 15 anni nel marzo del 2009 nel capoluogo lombardo. Ma la stessa Corte giudicante nella sentenza, ha anche stabilito che: “il Comune di Milano debba essere risarcito con 5 mila euro per danno all’immagine ed in virtù dell’attività svolta in difesa delle donne”.
Lo ha comunicato il vicesindaco ed assessore alla sicurezza Riccardo De Corato, ricordando che: “
è la sesta volta che il Comune viene risarcito in un procedimento per violenza sessuale. Dal 2007, dopo la prima, storica sentenza per lo stupro avvenuto a Bisceglie – conclude De Corato – si è affinata anche la Giurisprudenza, tanto che ora i giudici riconoscono un risarcimento al Comune non più sulla base del danno materiale o dei servizi di cui la vittima stessa ha beneficiato, ma più in generale per il danno all’immagine e per gli investimenti realizzati in difesa delle donne”.
Va anche notato come non sia la prima sentenza di questo tipo che viene adottata dal Tribunale di Milano: è la sesta volta infatti, che viene riconosciuto il danno all’immagine della città e quindi dell’Amministrazione della stessa.

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martedì 16 marzo 2010

STUPRO CON OMICIDIO... VIA INTERNET

Sta suscitando molto scalpore ed indignazione, in Gran Bretagna, il caso della diciassettenne
Ashleigh Hall, stuprata ed assassinata da Peter Chapman, un uomo di 33 anni che l’aveva adescata via Internet, e più precisamente sul sito di Facebook, e convinta ad un incontro.
Già condannato in passato per violenza sessuale, all’uomo per questo reato è stato condannato all’ergastolo (e in Inghilterra se lo fanno…). Chapman aveva creato un falso profilo sul noto social network, dove si spacciava per un aitante giovane, Peter Cartwright, un dj di Liverpool.
Al suo posto, invece, la sventurata ragazza si è trovata davanti un mostro assassino. Chapman l’ha rapita, stuprata ed alla fine strangolata. Scotland Yard – per fortuna – ci ha messo meno di tre giorni per assicurarlo alla Giustizia. Lo scalpore ed il successivo discuterne nascono dal particolare che il tutto sia “nato” tramite Internet sulla frequentazione della quale alcune associazioni britanniche hanno seri dubbi e comunque chiedono alle autorità controlli attenti e soprattutto mirati su certi individui già conosciuti da Scotland Yard.

lunedì 15 marzo 2010

REVISORE DEI CONTI FURBETTO

Solo nei giorni scorsi è venu7ta alla luce una storia all'...italiana, che si è verificata meno di tre mesi or sono e che vede coinvolto un altissimo dirigente amministrativo dell'università di Bari. Infatti val proprio la pena di dire che fortunato colui che è riuscito a "saltare" sull'ultimo treno disponibile, visto che per i prossimi anni di assunzioni, in quell università pugliese, se ne faranno ben poche (se non nessuna...).
E' il 16 dicembre 2009 e - secondo "La Repubblica " edizione di Bari - quando l'ateneo pugliese assume 13 dipendenti amministrativi. Tra essi anche Alessandro Marone, figlio di Rocco Marone, il revisore dei conti dell'ateneo che da lì a cinque giorni certificherà l'enorme disavanzo di quella Università; disavanzo quantificato in 50 milioni di euro. Un buco tanto grande da bloccare da subito tutti gli aumenti di organico e destinato, secondo le associazioni studentesche,a determinare anche un aumento delle tasse universitarie.
"Ci chiediamo - hanno denunciato gli studenti in una lettera al rettore Corrado Petrocelli - se, per quanto legale, sia ammissibile che sia assunto il figlio di colui che sapeva, prima di tutti, del buco nel bilancio e del blocco delle assunzioni".

venerdì 12 marzo 2010

LADRO SI FA MEDICARE E POI DERUBA IL DOTTORE

Si fa curare dal medico di guardia ma subito dopo, assieme ad un complice, lo rinchiude in una stanza la cui porta blocca con il lettino delle visite; Ciò fatto ruba al dottore che l’ha soccorso: cellulare, denaro e computer. Subito dopo la fuga dei due che, peraltro, dopo brevi ricerche sono stati identificati e quindi rintracciati dai carabinieri che li hanno sbattuti in galera.
Dovranno rispondere dei reati di: “rapina, sequestro di persona, violenza privata e spaccio di sostanze stupefacenti” (quando le forze dell’Ordine li hanno scovati, stavano appunto vendendo droga).
Il fatto è avvenuto nella notte scorsa a Verbicaro, provincia di Cosenza. Il medico ha ricevuto M.D. di 22 anni e P.R. di 17, ed ha curato il primo per una ferita alla mano destra che si era procurata con una bottiglia rotta durante una festa privata. Finita la medicazione, i due hanno aggredito il dottore e messo a soqquadro lo studio dopo averlo rinchiuso nella stanza adiacente e minacciandolo di morte se avesse urlato. Solo dopo tre ore il professionista è riuscito ad aprire la porta e chiamare i carabinieri.

giovedì 11 marzo 2010

PORNOMAESTRINA

Leggete ed apprendete, quali danni possono causare gli ormoni quando…impazziscono.
Ha avuto una relazione, durata alcuni mesi, con un ragazzino di 13 anni che soffriva di problemi di adattamento e che lei, educatrice di 30 anni. doveva seguire per aiutarlo a superare il suo disagio, facendo ad esempio, insieme a lui, i compiti di scuola.
Nel luglio del 2009 i carabinieri l’hanno sorpresa proprio all’interno della sua abitazione, mentre era in atteggiamenti più che intimi con il giovanissimo allievo.
Mercoledì 10 marzo 2010 per l’insegnante è arrivata la condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione.
Nel processo, celebratosi con rito abbreviato, il giudice unico di Milano Franco Cantù Rajnoldi, l’ha infatti ritenuta colpevole di “atti sessuali con un minorenne al di sotto dei 14 anni”. Sarà opportuno essere a conoscenza che questo reato, nel Codice Penale italiano, viene equiparato, per l’entità e le pene previste, a quello di “violenza sessuale”anche se il minore è consenziente. Ciò che conta, infatti, è che la “vittima” abbia meno di 14 anni. Da tale considerazione la durezza della sentenza. Infatti va calcolato che il processo si è svolto con il rito abbreviato il che vuol dire, lo “sconto” di un terzo della pena da comminare.
La donna lavorava come educatrice in una cooperativa di assistenza ai minori con disagio psichico. Il ragazzo si è dichiarato molto, molto, molto dispiaciuto…

mercoledì 10 marzo 2010

BRACCIALETTO ELETTRONICO PER MARITI VIOLENTI

Un braccialetto elettronico per sorvegliare a distanza il partner od il marito violento. E’ l’idea del ministro della Giustizia francese Michèle Alliot-Marie, che la prossima settimana dovrebbe presentare in parlamento questo nuovo dispositivo – già adottato in Spagna – per contrastare le violenze domestiche.
Questo sistema, che dovrebbe applicarsi anche agli ex mariti, potrebbe entrare in vigore nella nazione d’oltralpe “entro la fine del primo semestre del 2010” ha detto il segretario di Stato alla famiglia Nadine Morano: “E’ urgente occuparsi delle donne vittime di violenza” afferma ancora la Morano in un’intervista pubblicata dal quotidiano “Le Figaro”. Quanto prima infatti l’Assemblea nazionale si appresterà ad esaminare un pacchetto di leggi per aumentare la sicurezza delle donne vittime di violenze e soprusi. Un vero a proprio “arsenale” di norme che prevede, tra l’altro, anche la criminalizzazione delle molestie psicologiche.

LA MADRE DEGLI IDIOTI E’ SEMPRE INCINTA
Una ragazza cieca accompagnata dal suo cane guida, è stata respinta da un bar al centro di Treviso dove le è stato proibito di salire al piano superiore con alcune colleghe di lavoro, per consumare uno spuntino.
Lei ha naturalmente presentato esposto ai vigili urbani ed interrogato da questi, il titolare del pubblico esercizio, appunto figlio della signora di cui al titolo di questo Post, si è difeso affermando: “In sala non sono ammessi animali. Non l’abbiamo cacciata”.
L’episodio risale al 20 febbraio scorso ma è stato reso noto solo ieri dall’Unione Italiana Ciechi che lo ha denunciato al quotidiano “La Tribuna di Treviso”. La ragazza che ha 30 anni e lavora al centro della città veneta, era andata con il suo fedele Mayla, uno splendido Labrador Retriever, ed alcune colleghe, in un noto locale di Piazza dei Signori. Quando ha imboccato le scale per salire al piano superiore, uno dei titolari l’ha bloccata a causa della presenza del cane, nonostante la bestiola avesse tanto di pettorina con la croce rossa stampata sopra.
“Siamo soliti far entrare tutti i cani – spiega il figlio della signora del titolo – ma fino al bancone. Al piano di sopra no. Tra l’altro quello era un orario di punta, c’era molta gente. In più la signora era accompagnata da tre vedenti, perché non si è fatta aiutare da loro?”
Ma avete capito bene? Mi rifiuto di commentare adeguatamente questo episodio, affibbierei tali epiteti al titolare di quel bar che non mi farebbero fare bella figura con voi, cari visitatori di questo blog



martedì 9 marzo 2010

SUICIDA PER L'IDIOZIA DEL FIDANZATO

E’ vero: l’imbecillità umana non ha confini.
Proprio per un ex fidanzato delinquenzialmente idiota una ragazza di 24 anni si è uccisa. La paura di essere messa in carcere ad Abu Dhabi a causa di alcune immagini che la ritraggono nuda e messe su “Facebook” dall’ex fidanzato, Emma Jones bella ed ingenua donna del Galles, si è tolta la vita nell’appartamento da lei abitato nella capitale degli Emirati ingerendo una gran quantità di liquido detergente. La giovane, insegnava inglese in una scuola di Abu Dhabi.
Secondo il quotidiano inglese “Daily Telegraph”, Nel corso dell’udienza tenutasi al tribunale di Cardiff, la madre della suicida, signora Louise Rowlands, ha accusato apertamente l’ex fidanzato di sua figlia, Jamie Brayley del procurato suicidio.
“Ha usato una chiavetta per copiare alcune foto compromettenti dal computer di mia figlia e postarle (metterle) su Facebook”.
“Emma mi aveva confidato che un collega (arabo) di scuola l’aveva accusata di essere una prostituta”, ha detto la signora Rowlands, precisando come la figliola fosse terrorizzata dall’idea che quel collega potesse riferire delle foto alle autorità locali e che, per questo, lei potesse essere sbattuta in galera prima di riuscire a lasciare gli Emirati Arabi in cui – come è noto – vige l’applicazione rigida della legge islamica (sharìa).
Sul perché della tragica fine di Emma sta svolgendo indagini la polizia locale che ha comunicato in Inghilterra che la giovane insegnante è stata ritrovata senza vita sul pavimento della sua abitazione con il passaporto in tasca e le valigie pronte. Il che confermerebbe quanto affermato dalla madre.

lunedì 8 marzo 2010

TIMONIERE SI ADDORMENTA: DISASTRO SFIORATO

Poteva costare un vero e proprio disastro ambientale una pennichella in orario di lavoro; e per di più in uno dei paradisi naturali d’Italia: l’arcipelago della Maddalena. Tutta colpa dell’ufficiale che si è addormentato al timone di un cargo in navigazione in quelle acque. L’allarme, lanciato dalla stazione radio della Guardia Costiera della Maddalena, è stato provvidenziale ed ha consentito al comandante del battello di eseguire un vero e proprio “testa-coda” a soli 500 metri dalla incantevole isola di Razzoli, evitando così lo schianto del natante sulla costa.
E’ accaduto poco prima delle 19 di lunedì (ma solo oggi se ne è avuta notizia) quando la nave da carico “Rhodanus” lunga 89 metri e carica di 2.600 tonnellate di grano, proveniente da Arles (Francia) e diretta a Torre Annunziata, è finita fuori rotta puntando verso Razzoli. Gli addetti alla stazione radio, grazie al sistema di monitoraggio VTS (Vessel Traffic Service) si sono subito resi conto di ciò che stava accadendo ed hanno segnalato il pericolo al cargo.
Il comando generale della Capitaneria di Porto ha anche spiegato come la nave procedesse abbastanza speditamente, circa dieci nodi, diretta contro l’isoletta, uno dei gioielli naturalistici dell’arcipelago sardo.I primi tentativi della Guardia Costiera della Maddalena di contattare la nave non hanno avuto esito alcuno. Solo poco prima dell’impatto, dal cargo si sono finalmente accorti delle chiamate di allarme ed hanno compiuto la miracolosa virata

venerdì 5 marzo 2010

OCCHIO AI TELEFONI CELLULARI

Il telefono cellulare può essere causa di tumore. L’ha stabilito il tribunale di Brescia che ha condannato l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro) a risarcire un dirigente bresciano di 57 anni che passava in media sei ore al giorno al telefonino esclusivamente per ragioni di lavoro.
L’uomo si è ammalato di tumore al nervo trigemino ( grosso modo: è quello che partendo dalle tempie attraversa le due guance), è stato operato ma è rimasto invalido all’80%: Per la prima volta un giudice ha sancito un nesso di causa tra la malattia e le onde elettromagnetiche del cellulare.
“spero il mio caso – commenta il malato – aiuti a creare norme di tutela per i consumatori e per i ragazzi”.
Il genetista padovano Angelo Levis commenta questa sentenza così: “il tribunale ha dato credito ad uno studio del prof. Lennard Hardell” che da anni sostiene la pericolosità di stare troppe ore con il cellulare all’orecchio.
Un altro recente studio dell’Associazione Ambientale dei medici irlandesi, afferma che l’uso prolungato del cellulare può far male alla salute, specificando che i danni sono: nausea, mal di testa, senso di vertigini, stanchezza, confusione mentale e ronzìo nelle orerecchie.
Questo studio, viene specificato dall’Associazione, è stato condotto su un campione di sedici persone che lamentavano, proprio a causa del telefonino, questi disturbi. I 16 sono stati oggetto di alcuni mesi di osservazione attraverso la quale hanno fornito informazioni dettagliate sull’uso del cellulare. Poi sono seguiti gli esami medici, che hanno fornito i suddetti risultati.

ACCUSATO DI OMICIDIO E MESSO IN LIBERTA
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Ora è in fuga. Si dovrebbe dire: ora è GIUSTAMENTE in fuga, se non si trattasse di un uomo sospettato di un omicidio. Ma la Giustizia italiana – come questo blog ha più volte sottolineato, funziona proprio così.
Umberto Bindella un disoccupato perugino di 31 anni, si è allontanato da casa lasciando una lunga lettera ai suoi genitori con i quali viveva a Marsciano in provincia di Perugia.
Questa la sua storia: l’uomo è stato accusato ed anche arrestato perché – a seguito di indagini – sospettato di aver ucciso una studentessa universitaria ed averne occultato il cadavere, mai ritrovato. Umberto Bindella era stato messo in prigione il 18 gennaio scorso con l’accusa di aver eliminato Sonia Marra studentessa di Lecce che lo frequentava e che è scomparsa nella notte fra il 16 ed il 17 dicembre 2009.
Il 6 febbraio scorso il gip perugino (giudice indagini preliminari) Paolo Micheli ha ritenuto opportuno scarcerare Bindella che si è reso uccel di bosco. Ad avvisare della sua fuga Polizia e Carabinieri, sono stati proprio i genitori che leggendo la lunga lettera (ora in mano al magistrato) temono in un qualche gesto inconsulto del figliolo.

mercoledì 3 marzo 2010

TUTTO IL MONDO è PAESE

L’ombra della corruzione su Charlie Ranger, uno dei più potenti senatori (democratici) di Harlem (USA) e presidente della Commissione Appalti. Il politico viene accusato di aver accettato offerte di viaggi ai Caraibi organizzati da grandi aziende come Citigroupe e Pfizer.
Già durante la campagna elettorale di Obama il parlamentare democratico era stato accusato di usufruire di quattro appartamenti a canone agevolato grazie all’amicizia con un promotore. Questa vicenda di certo costituisce un duro colpo per Harlem, dopo lo scandalo che coinvolge un altro suo figlio, il governatore David Patersin, anch’egli indagato (diremmo di Italia) per una sorte di corruzione.

SPARITI I 10 MILIONI DI $ CHE LA STAR MADONNA
AVEVA DESTINATO AI BIMBI POVERI DEL BRASILE
Dieci milioni di dollari ricevuti da Madonna come sovvenzione alla sua organizzazione benefica di aiuto all’infanzia “Success for kids” (SfK) sarebbero spariti senza lasciar traccia. Lo denuncia il maggior quotidiano brasiliano “La folha de S.Paulo”. Il giornale rivela di non aver trovato la minima prova, né dalla direttrice dell’organizzazione, né dalle banche, dell’uso a favore dei bambini brasiliani dei dieci milioni di dollari raccolti.
Nel Carnevale, che si è concluso da non molto, Madonna è stata fotografata mentre riceveva un mega assegno di un milione di dollari americani intestato all’SfK da Joao Castro Neves, il brasiliano presidente dell’Abin Bev, per la sua partecipazione al Carnevale di Rio de Janeiro con la maglietta della Brama, la birra che è il prodotto più venduto della stessa Abin Bev. Tutti sperano che la polizia brasiliana (che peraltro non è proprio nota per la sua limpida trasparenza…) chiarisca il mistero.

martedì 2 marzo 2010

HAITI: NOTIZIA PAZZESCA MA VERA: PRESERVATIVI AL POSTO DI MEDICINE

Il flusso di medicine arrivate da tutto il mondo e da distribuire ai terremotasti di Haiti, "è stato ritardato per settimane da una fornitura massiccia di preservativi che occupavano lo spazio del principale magazzino" di Port-au-Prince. Lo riferiscono J.H.Westen e K.Gilbert di "LifeSiteNews". Secondo questa agenzia era praticamente impossibile scaricare le navi portacontainer, poichè i 16.000 metri quadrrati a disposizione, erano occupati per tre quarti da profilattici. Ma all'Onu per giorni è andato avanti lo scaricabarile, vari funzionari che - chiamati in causa - si sono detti ignari del problema fino ai primi giorni di febbraio, quando finalmente l'intasamento è stato eliminato.
Ai due commentatori dell'agenzia di stampa, non è rimasta che una certa amarezza, infatti hanno concluso il loro reportage ammettendo sconsolati: "La scena che vede le strutture mediche del mondo in via di sviluppo occupate soprattutto da preservativi, ma gravemente carenti di rifornimenti medici, non è nuova"
P.S. - Questa notizia è giunta in Europa soltanto il primo marzo ed è stata pubblicata da pochi, pochissimi giornali.

lunedì 1 marzo 2010

COMUNICAZIONE

NOTA DI SERVIZIO PER L'AMICO TAMARIN
Carissimo, solo oggi leggo la tua comunicazione del 25 febbraio scorso. Il fatto è che do per scontato di non avere "commenti" sui blog, per cui non li vado neanche a controllare e questo per quanto appena riferito. Orbene da oggi sarò più attento.
In merito alla questione che mi poni, la mia risposta è: non solo hai fatto bene, ma per quel che hai messo in pratica ti ringrazio di cuore.
Ma, da un discorso ad un altro, toglimi questa curiosità: ma il lunedì (dalle tue 18,40 in poi. orario che poi cambierà con il ripristino dell'ora legale) mi ascolti su "Rete Italia"? E se si, che ne dici? hai qualche consiglio?
Un abbraccio con un caro saluto.

OTTIENE IL DIVORZIO DOPO 48 ANNI

Una ebrea di 73enne dopo 48 lunghissimi anni di attesa è libera di risposarsi. Tanto ci è voluto per ottenere il divorzio dal marito: in realtà ha dovuto aspettare che il coniuge morisse.
Ora, arrivata alla sua età Susan Zinkin è libera di riprendere marito: pur divorziata civilmente dal marito Errol Elias dal 1962, la donna infatti era una “moglie incatenata” in base alla Legge ebraica. Come racconta il quotidiano britannico “The Indipendent”, la “Halaka”, la Legge ebraica, concede al solo marito di concedere il divorzio: se lui non lo fa, la moglie rimane comunque legata a lui nello status di “agunah” e se dovesse sposarsi ed avere dei figli, questi sarebbero considerati adulterini. Un rischio che la 73enne Susan, ebrea ortodossa ed ex insegnante in una scuola nella zona nord di Londra, non si è sentita di correre. In compenso per anni ha organizzato invano, manifestazioni di protesta sotto la casa londinese dell’ex marito, cercando di convincerlo a concederle il divorzio. Dolo ora cin la mortedell’uomo è di nuovo libera.
La donna, che ora è in pensione e vive a Tel Aviv, ha dichiarato: “le autorità religiose ebraiche si riuniscono per parlare e risolvere ogni sorta di questioni sociali e di Fede, ma non sembrano parlare mai dell’agunah; è ora che lo facciano”.