Voi direte che da un po’ di giorni picchio sempre sullo stesso tasto: gli sprechi che la Casta ci propina facendo finta che in realtà siamo solo noi ad aver causato questo disastro economico in cui viviamo. Nella sostanza il nostro debito pubblico resta in vita a cifre così stratosferiche, anche grazie al non coraggio di abolire alcuni enti inutili (non ce ne sono due o tre, ma qualche centinaio e sono portatori di voti...) che succhiano il nostro denaro, e ad uno Stato tanto pavido da non ammettere che è il primo a far aumentare la spesa pubblica. Ecco l’ultimo incredibile esempio.
Le previsioni di spesa della Camera dei Deputati per il 2010 ammontano ad un miliardo e 97 milioni di euro: direte: “ed allora?”, rispondo: allora un cacchio, rispetto allo scorso anno c’è un aumento di ben 15 milioni di euro, come dire trenta mila milioni di vecchie lire. Mi chiedo, perché? Per far pagare pochi spiccioli un pasto ad uno dei ristoranti di Montecitorio? O per fornire gratuitamente qualche altro servizio in più agli onorevoli che già viaggiano gratis, volano senza pagare, vanno a cinema, teatro e stadio senza mettere le mani al portafogli, per non ricordare poi che moltissimi di essi dispongono di auto blu pur percependo un rimborso spese taxi per i loro spostamenti, e via di questo passo.
Ma non ho finito, aggiungo che le previsioni di spesa per la Camera per il 2011 parlano di un miliardo e 111 milioni di euro, altri 14,2 milioni di euro in più (che sono sempre 28 mila milioni di vecchie lirette, cioè 28 miliardi). Per completare la vostra gioia nell’apprendere queste notizie, vi dirò che il budget – sempre di Montecitorio – per il 2012 prevede una spesa di un miliardo e 125 milioni di euro, si, altri 14 milioni e mezzo in più rispetto al 2011.
Il collegio dei questori della Camera spiega: “e’ opportuno sottolineare che sia il progetto di bilancio del 2010 che si sottopone all’approvazione dell’assemblea, sia lo schema del bilancio triennale, sono stati costruiti sulla base della normativa vigente al 28 aprile 2010. Essi quindi non scontano gli effetti finanziari delle misure di riduzione della spesa che la Camera dei Deputati adotterà”.
Le previsioni di spesa della Camera dei Deputati per il 2010 ammontano ad un miliardo e 97 milioni di euro: direte: “ed allora?”, rispondo: allora un cacchio, rispetto allo scorso anno c’è un aumento di ben 15 milioni di euro, come dire trenta mila milioni di vecchie lire. Mi chiedo, perché? Per far pagare pochi spiccioli un pasto ad uno dei ristoranti di Montecitorio? O per fornire gratuitamente qualche altro servizio in più agli onorevoli che già viaggiano gratis, volano senza pagare, vanno a cinema, teatro e stadio senza mettere le mani al portafogli, per non ricordare poi che moltissimi di essi dispongono di auto blu pur percependo un rimborso spese taxi per i loro spostamenti, e via di questo passo.
Ma non ho finito, aggiungo che le previsioni di spesa per la Camera per il 2011 parlano di un miliardo e 111 milioni di euro, altri 14,2 milioni di euro in più (che sono sempre 28 mila milioni di vecchie lirette, cioè 28 miliardi). Per completare la vostra gioia nell’apprendere queste notizie, vi dirò che il budget – sempre di Montecitorio – per il 2012 prevede una spesa di un miliardo e 125 milioni di euro, si, altri 14 milioni e mezzo in più rispetto al 2011.
Il collegio dei questori della Camera spiega: “e’ opportuno sottolineare che sia il progetto di bilancio del 2010 che si sottopone all’approvazione dell’assemblea, sia lo schema del bilancio triennale, sono stati costruiti sulla base della normativa vigente al 28 aprile 2010. Essi quindi non scontano gli effetti finanziari delle misure di riduzione della spesa che la Camera dei Deputati adotterà”.
Avete capito bene questa “spiegazione cosa vuol dire? Se “no” ve lo spiego con quanto è avvenuto in passato: nel 2005 deputati e senatori di fronte alla finanziaria che gli tagliava l’indennità parlamentare del 10 per cento proprio alla vigilia dell’assemblea nella quale si doveva adottare questa decisione, si aumentarono le indennità stesse del 10 per cento, prendendo alla fine qualche soldino in più di prima pur facendo la bella figura di aver approvato la disposizione secondo la quale sarebbe stato tolto dalle loro prebende il 10 per cento preventivato.
Evviva l’Italia.
Evviva l’Italia.
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