venerdì 25 giugno 2010

IL CNEL: 18 MILIONI BUTTATI AL VENTO

A proposito di risparmi che noi vessati sudditi siamo obbligati a fare, oggi desidero sottoporre alla vostra attenzione un altro incredibile sperpero (pari a 18 milioni di euro, cioè circa 35 miliardi di vecchie lirette) che la casta ci obbliga a sopportare, anzi a finanziare. Eccolo.
Chi di voi sa cosa sia il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia)? L’obiettivo di questo quasi clandestino organo dello Stato, consiste nel produrre pareri, a beneficio delle istituzioni politiche (!).
I suoi membri producono consigli dal 1957 e la loro sede è a Roma, ma non in una polverosa cancelleria di Lungotevere, bensì da una splendida palazzina (Villa Lubin) inserita nel cuore del parco di Villa Borghese.
Come si può leggere nel suo sito, il CNEL: “è previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, nell’art. 99, lo definisce
E’ formato da 121 consiglieri: “dodici esperti scelti fra qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica; 44 rappresentanti dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, diciotto rappresentanti del lavoro autonomo, trentasette rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e da dieci rappresentanti delle organizzazioni di volontariato”.
Se tutto questo non bastasse, il CNEL ha anche una novantina di dipendenti ed a questi è destinato quasi l’80% delle risorse che il bilancio dello Stato (cioè noi) mette annualmente a disposizione del CNEL, cioè l’80% di 18 milioni di euro.
Fra i 121 consiglieri figurano Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni Emma Mercegaglia ed altri nomi eccellenti.
A concludere il mio scritto su questo ente assolutamente inutile, desidero informarvi che esso ha in totale sei dirigenti di seconda fascia che percepiscono stipendi annuali che vanno dai 67.815,59 del signor Mariano Michele Bonaccorso (dirigente dell’Ufficio Coordinamento Informatico) agli 83.017,43 della signora Elisabetta Bettini (che comanda l’Ufficio per l’Attuazione del programma); fra questo “minimo” e massimo, gli altri quattro di seconda fascia percepiscono ognuno (vi risparmio i nomi, ma come sempre se li volete basta chiedermeli) una cifra superiore a 78 mila euro l’anno ed inferiore ai 79 mila. Questi i dirigenti, ripeto, di seconda fascia. Il CNEL ne ha però anche uno di prima fascia che si chiama Michele Dau ed al quale è affidato il “Dipartimento per l’Attuazione del programma” il quale guadagna ogni anno la discreta somma di 143.146,03 euro. In sostanza la "Attuazione del programma" di questo CNEL ci costa la non trascurabile cifra annua di 226.163,46 euro.
Ma dato che ho la manìa di essere il più preciso possibile, a proposito del CNEL debbo aggiungere per completezza di informazione, che della sua totale, assoluta, deleteria, accertata inutilità se ne accorse nel 1997 anche la Commissione bicamerale per le riforme costituzionali che approvò all’unanimità un emendamento per sopprimere l’articolo 99 (quello che ebbe a prevedere la nascita del CNEL stesso). Ma non se ne fece nulla…
Come sempre viva l’Italia

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