martedì 1 marzo 2011

INCREDIBILE MA VERO

Non so più quanti post ho scritto dal titolo "Così (non) funziona la giustizia italiana", per cui questa volta vi fornisco l'incredibile vicenda senza numerarla nel titolo.
Quanto segue si svolge in un paese in provincia di Brescia che si chiama Ome e si trova nella zona Franciacorta. Orbene qui una coppia di coniugi, con due figli piccoli, si separa. L'uomo non si vuole adeguare alla situazione ed oltre a sottoporre la (ex) moglie a persecuzioni di ogni tipo (minacce telefoniche, via SMS, pedinamenti, scenate nella pubblica via, insulti e via di questo passo) se la prende anche con la sua figlioletta di soli 6 nni. Infatti viene a sapere che la creatura è stata affidata, dai servizi sociali, alla zia (sorella della madre della piccola), la va a trovare e convince la cognata a farlo entrare facendole vedere che ha portato delle pastarelle alla bimba. Ben presto si scopre che nei dolci il padre ci ha messo del mercurio per avvelenare (per ripicca verso la consorte) la figlioletta, la quale si sente ovviamente male ed in ospedale dalle analisi del sangue risulta la presenza del metallo nella sua circolazione. L'uomo (di 31 anni) viene arrestato per tentato omicidio, infatti subito dopo aver dato alla sua creatura i dolci invia un biglietto alla moglie dicendole di averci messo dentro il mercurio ed è per questo che la donna si precipita in ospedale e - alla conferma - denuncia il marito.
Ma a parere del magistrato Cesare Bonamartini la "quantità di mercurio non è sufficiente a sostenere l'accusa", ragion per cui derubrica il reato in
"lesioni gravi" e rimette in libertà l'uomo malgrado le varie altre denunce di stalking presentate non solo dalla moglie, ma anche da altri parenti.
L'inconsolabile marito cosa fa? si apposta, armato di una balestra, nel cortile di casa del suocero e non appena lo vede lascia partire il dardo che trafigge l'uomo al collo. Il malcapitato si trova ancora in ospedale mentre l'inconsolabile marito è in galera.
La domanda è: ci resterà?
E cosa avrà da dire il togato bresciano Cesare Bonamartini il quale ebbe a lamentarsi perchè un quotidiano milanese lo criticò per aver rimesso in libertà l'avvelenatore della figlia?

Nessun commento:

Posta un commento