E' morto da tre anni e tre mesi. Per l'esattezza il 26 giugno 2006, a Pisa, mentre era a lavoro. Alcune casse contenenti lastre di vetro per circa sei tonnellate, lo hanno schiacciato.
A suo nome sono nati comitati e persino un premio di studio dell'Università di Pisa. Malgrado ciò, nulla è stato fatto per capire perchè Carlo Pratelli sia morto, e soprattutto se responsabilità ci sono da parte di chi doveva vigilare sulla sicurezza del luogo di lavoro. A tre anni di distanza non si è nemmeno svolta l'udienza preliminare che è la base di un eventuale processo per stabilire la verità sull'accaduto.
A denunciare (con una lettera) il caso è il figlio Massimiliano. Il giovane ricorda l'attività del padre, che faceva l'autista e che in quel terribile giorno si trovava all'interno dello stabilimento Saint-Gobain di Pisa dove avvenne il tragico incidente sul lavoro del quale "nessuno vide nulla". Come se tale accusa, rispecchiante la verità dei fatti, fosse poca cosa, Massimiliano Pratelli prosegue nel suo scritto affermando: "Dalle prime ricostruzioni del magistrato sono apparse poco chiare molte cose. Dopo quel giorno la Saint-Gobain ha fatto fare una saletta per gli autisti. Ci voleva la morte di mio padre per capire che durante le operazioni di carico e scarico dei camion gli autisti stessi non potessero stare nei pressi del luogo dove ciò avviene...Che dire - aggiunge - dopo tre anni non si è ancora fatta l'udienza preliminare. Non abbiamo ancora potuto fare la dichiarazione di Parte Civile. Ci sono nove persone indagate che hanno fior di avvocati, ai quali non sembra vero di allungare i tempi. Sperano nella prescrizione che in Italia va tanto di moda. E meno male che i processi per le morti sul lavoro dovevano avere la priorità".
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