mercoledì 16 settembre 2009

COSI FUNZIONA LA GIUSTIZIA NEL BEL PAESE (18)

Per i giudici del tribunale di Firenze che lo avevano scarcerato il 30 giugno scorso sospendendogli la pena di due anni di carcere, non sussisteva più alcun rischio che Fation Dine, albanese di 21 anni residente a Borgo San Lorenzo (Firenze), potesse compiere altri reati.
Dopo meno di tre mesi dalla sua libertà, lo straniero ha ucciso a coltellate il diciottenne Leonardo Rusciano, che è morto dopo tre giorni di agonia all'ospedale fiorentino di Careggi.
Dieci minuti dopo aver sferrato la coltellata che ha spaccato il cuore al povero Leonardo, Fation Dine era tranquillamente seduto al tavolo di un bar a prendere una bibita, con in tasca il coltello ancora sporco di sangue. E' lì che i carabinieri lo hanno trovato.
La vicenda sta facendo molto discutere ed ha lasciato sotto shock la tranquilla cittadina di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, dove da molti giorni in piazza del Municipio, luogo dell'omicidio, è un via vai ininterrotto di amici del defunto: tutti portano un mazzo di fiori, foto, lasciano uno scritto, per ricordare l'amico che non c'è più. Tutti - tra lacrime e rabbia - chiedono: "che Giustizia sia mai questa per la quale un condannato per violenza sessuale viene scarcerato dopo soli cinque mesi ed una volta libero commette un sì efferato assassinio"? Ma le affermazioni dei cittadini del centro toscano non si fermano a questa considerazione, infatti aggiungono (per bocca di un loro rappresentante): "siamo esterrefatti per il totale silenzio dei media che ha avuto questa tragica vicenda. Se fosse stato assassinato uno straniero chissà quante marce e fiaccolate di solidarietà ci sarebbero state. La morte di questo nostro ragazzo, invece, sembra che non interessi nessuno. E' vergognoso!"
Ma vediamo chi è l'omicida.
Fation Dine - come detto - era uscito dal carcere lo scorso 30 giugno. Non ha neanche un lavoro. Il 24 gennaio 2009 nei pressi di un chiosco situato a Borgo San Lorenzo, aveva avvicinato una ragazza di 20 anni proponendole una prestazione sessuale. La giovane si era rifiutata e lui l'aveva aggredita a pugni e calci tentando quindi di violentarla. Solo le urla della malcapitata avevano fatto si che in suo soccorso giungessero dei passanti liberandola dall'aggressore.
Proprio per questo episodio l'albanese era stato condannato a due anni di reclusione dei quali scontati solo cinque mesi.
Non penserete che chi lo ha posto in libertà, sarà costretto a rendere conto di questa decisione? Ma per carità, in questo Bel Paese la Magistratura è sacra.

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