giovedì 15 luglio 2010

ANCORA SULLA BONTA' DELL'ISLAM

Udite questa e…fate voi.
Sakineh Mohamma Ashtiani, è una donna iraniana poco più che trentenne. Cinque anni fa venne accusata di adulterio (peraltro mai provato) e per questo sottoposta alla pena di 99 frustate e quindi rinchiusa in carcere. In questi giorni il pietoso e caritatevole islamismo ha fatto si che qualche suo degno rappresentante si sia fatto avanti ed abbia ricordato alle autorità dell’Iran che la pena prevista per quel reato, è la lapidazione, quindi la donna deve essere tirata fuori dalla cella ed uccisa a sassate. La poveretta verrà fatta uscire dal carcere, vestita di bianco e sepolta nella terra fino al petto. Poi inizierà contro di lei il lancio di pietre che debbono essere abbastanza grandi da provocare lesioni ma non da uccidere sul colpo, perché la condannata non deve morire subito; infatti così facendo l’agonia si protrae per almeno mezz’ora prima che la vittima perda i sensi e muoia.
Questa notizia giunge dall’iraniano Ahamad Fatemi, attivista del Comitato contro la lapidazione, una delle associazioni che chiede al mondo di mobilitarsi per fermare questi ignobili omicidi.
Sommessamente vi ricordo che la legge islamica non prevede per l’uomo il reato di adulterio.

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