Dovete sapere che esiste una legge, del 1997, che recita, al suo articolo 3, esattamente così: “Ogni partito o movimento politico destina una quota pari almeno al 5 per cento dei rimborsi ricevuti per ciascuno dei fondi di cui ai commi 1 e 5 dell’art. 1 ad iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica”.
Da quando questa legge esiste sono stati assegnati ai partiti 2 miliardi e 700 milioni di euro. Non prendete la calcolatrice, il conto ve l’ho fatto io. Questa cifra equivale a 135 milioni di euro l’anno che sono 27 mila euro per ognuno dei 365 giorni.
Non so voi, ma io in giro di iniziative “rosa” ne vedo poche o nulla. Malgrado questa constatazione che ognuno di voi può fare, i partiti giurano che spendono regolarmente quei fondi. E se non bastasse i tesorieri dei partiti – negli anni elettorali – li giustificano così: “c’è stata campagna elettorale, è costata tanto; il 95% delle spese si attribuiscono agli uomini, il 5% alle candidate donne. Insomma l’esatto opposto di quanto voleva la Legge infatti così facendo, le donne resteranno in minoranza in eterno. Ma allora come vengono spesi questi 27 mila euro giornalieri? A vedere i bilanci dei partiti (pubblicati annualmente su un numero speciale della Gazzetta Ufficiale) questa barca di soldi se ne va in rimborsi di biglietti treno, aereo e chilometri per le auto delle nostre donne politiche. Queste ultime, nel solo 2008 (sempre stando ai bilanci citati) hanno speso un milione di euro in viaggi per autopromuoversi. Giustamente se vai in giro devi pur mangiare ed allora ecco che nei bilanci dei partiti ci sono i conti dei ristoranti, per non parlare di quelli dei telefoni cellulari e dei bar. Insomma una vera e propria pacchia questo incentivare le “quote rosa”: risultano gratis finanche taxi e pernottamenti.
Permettetemi, però, di ripetermi: ma voi – ovunque siate – cosa potete osservare in iniziative, pubblicità, riunioni, comizi o convegni, che vi faccia pensare che in Italia si stia conducendo una campagna a che le donne abbiano più seggi sia in Senato che in Parlamento? 27 mila euro al giorno quale giustificazione hanno? Perché chi ci dice che viviamo in un periodo economicamente drammatico e quindi ci invita a fare sacrifici, non provvede per primo ed abolisce questa assurda disposizione del 1997 che legalizza uno fra i più macroscopici degli sprechi?
Comunque ragazzi: evviva l’Italia. Paese unico
P.S. – vi ricordo che i “rimborsi elettorali” sono in ragione di un euro per ogni voto ricevuto. E richiamo alla vostra mempria anche che, a suo tempo, si è votato un referendum con il quale abbiamo negato (con quasi il 90% dei voti) i soldi pubblici ai partiti e così, questi ultimi, si sono fatta subito una legge che anziché chiamarsi “finanziamento pubblico” si appella: “Rimborso elettorale”, e così ancora una volta ci hanno preso in giro.
Da quando questa legge esiste sono stati assegnati ai partiti 2 miliardi e 700 milioni di euro. Non prendete la calcolatrice, il conto ve l’ho fatto io. Questa cifra equivale a 135 milioni di euro l’anno che sono 27 mila euro per ognuno dei 365 giorni.
Non so voi, ma io in giro di iniziative “rosa” ne vedo poche o nulla. Malgrado questa constatazione che ognuno di voi può fare, i partiti giurano che spendono regolarmente quei fondi. E se non bastasse i tesorieri dei partiti – negli anni elettorali – li giustificano così: “c’è stata campagna elettorale, è costata tanto; il 95% delle spese si attribuiscono agli uomini, il 5% alle candidate donne. Insomma l’esatto opposto di quanto voleva la Legge infatti così facendo, le donne resteranno in minoranza in eterno. Ma allora come vengono spesi questi 27 mila euro giornalieri? A vedere i bilanci dei partiti (pubblicati annualmente su un numero speciale della Gazzetta Ufficiale) questa barca di soldi se ne va in rimborsi di biglietti treno, aereo e chilometri per le auto delle nostre donne politiche. Queste ultime, nel solo 2008 (sempre stando ai bilanci citati) hanno speso un milione di euro in viaggi per autopromuoversi. Giustamente se vai in giro devi pur mangiare ed allora ecco che nei bilanci dei partiti ci sono i conti dei ristoranti, per non parlare di quelli dei telefoni cellulari e dei bar. Insomma una vera e propria pacchia questo incentivare le “quote rosa”: risultano gratis finanche taxi e pernottamenti.
Permettetemi, però, di ripetermi: ma voi – ovunque siate – cosa potete osservare in iniziative, pubblicità, riunioni, comizi o convegni, che vi faccia pensare che in Italia si stia conducendo una campagna a che le donne abbiano più seggi sia in Senato che in Parlamento? 27 mila euro al giorno quale giustificazione hanno? Perché chi ci dice che viviamo in un periodo economicamente drammatico e quindi ci invita a fare sacrifici, non provvede per primo ed abolisce questa assurda disposizione del 1997 che legalizza uno fra i più macroscopici degli sprechi?
Comunque ragazzi: evviva l’Italia. Paese unico
P.S. – vi ricordo che i “rimborsi elettorali” sono in ragione di un euro per ogni voto ricevuto. E richiamo alla vostra mempria anche che, a suo tempo, si è votato un referendum con il quale abbiamo negato (con quasi il 90% dei voti) i soldi pubblici ai partiti e così, questi ultimi, si sono fatta subito una legge che anziché chiamarsi “finanziamento pubblico” si appella: “Rimborso elettorale”, e così ancora una volta ci hanno preso in giro.
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