venerdì 29 ottobre 2010

Mi risulta assolutamente divertente. Ho sorriso. Mi sono chiesto – ancora una volta – ma in che cacchio di mondo viviamo. Ho pensato anche al vecchio proverbio “il peggio non è mai morto” ed in fine ho ricordato a me stesso che Cattiveria ed Ipocrisia non hanno più limiti.
E’ naturale che vi starete chiedendo a cosa mi riferisco. Vi accontento nell’immediato.
Ricordate l’argomento del mio blog-post quotidiano di ieri e ieri l’altro? Vi prego non me li fate ripetere, caso mai andateveli a rileggere.
In particolare quello di ieri che si riferiva alla presidente della Federcalcio dello Zimbabwe signora Henrietta Rushwaya, cacciata dal suo incarico per due ordini di motivi il primo perché sorpresa a letto con i giocatori della nazionale di calcio del suo Paese ed il secondo in quanto sembra invischiata nella clamorosa truffa messa in atto da un indiano, tuttora ricercato, e che con il suo…marchingegno è riuscito ad intascare qualche milione di (petrol)dollari. Bene ieri mattina ho trovato su un quotidiano milanese questa notizia che vi trascrivo così come pubblicata:
“La presidente della Federcalcio dello Zimbabwe Henrietta Rushwaya, è stata rimossa dall’incarico per aver inviato la nazionale in Asia – lo scorso mese di dicembre – senza autorizzazione: la nazionale africana aveva fatto una tournee in Thailandia. Siria e Malesia”.
Avete capito? Anziché dire che la donna è una assetata di "amore" e che per questo ha corrotto sessualmente i migliori calciatori del suo Paese e che è anche invischiata in una colossale truffa, ci hanno comunicato di averla cacciata perché ha spostato la sua nazionale senza permesso. Senza permesso di chi se lei era la presidente della Federcalcio?
Saputo ciò non vi vien da sorridere?

giovedì 28 ottobre 2010

NON SOLO TRUFFA NEL CALCIO AFRICANO MA ANCHE SESSO

Non più tardi di ieri vi ho messo al corrente della clamorosa truffa realizzata dall’indiano (residente a Singapore) Wilson Raj Perumal il quale è riuscito ad incassare qualche milione di (petrol)dollari facendo giocare delle partite di calcio a nazionali africane formate non dai veri campioni ma da loro sosia. Orbene dopo avervi informato che Scotland Yard e la polizia del Togo ancora lo stanno cercando, vi voglio narrare chi si sia ritrovata invischiata nella suddetta truffa. “Invischiata” nel senso di complice del furbissimo indiano e dell’arrestato Bana Tchanile, un allenatore togolese.
L’indagine, dunque, sulle nazionali di calcio fasulle, si sta allargando a macchia d’olio coinvolgendo anche l’ex presidentessa della Federcalcio dello Zimbabwe Henrietta Rushwaya che avrebbe combinato con Perumal alcune partite con una fittizia nazionale del suo Paese. In realtà la donna non ha più contatti con dicastero dello Sport di Harare (capitale dello Zimbabwe); infatti nel 2008 è stata licenziata in tronco per atteggiamenti immorali. La signora Rushwaya – è stato accertato – aveva l’abitudine di introdursi nelle camere d’albergo in cui alloggiavano i “Warriors”, cioè i calciatori della nazionale del suo Paese, per consumare con essi notti di sesso sfrenato con più di un atleta. In particolare sembra avesse scelto quale suo preferito l’attaccante dei Blackburn Rovers, Benjani Mwaruwari nel letto del quale è stata trovata dall’allenatore dello Zimbabwe.

mercoledì 27 ottobre 2010

SINGOLARE TRUFFA NEL MONDO DEL CALCIO

Giorni fa sottolineavo la circostanza secondo la quale la gente si inventa le peggio cose pur di fare soldi. C’è qualcuno che si è inventato squadre di calcio nazionali africane, formate da sosia e chiede (ed ottiene) fino a due milioni di (petrol)dollari a partita che fa disputare.
In sostanza se vuoi giocare un incontro di calcio contro le nazionali del Togo del grande Adebayor, o contro il Camerun di Eto’o, o se preferisci che la tua squadra si scontri con la Costa D’Avorio di Essien e Drogba, non ci sono problemi basta che ci si metta in contatto con il faccendiere indiano (trapiantato a Singapore) Wilson Raj Perumal. Lui provvede, infatti è lo steso Perumal che ha messo in piedi l’ingegnosa truffa procurandosi dei veri e propri sosia di quei grandi giocatori (e molti altri di quel livello), ricreando delle nazionali di calcio dei vari paesi africani ed imbastendo incontri soprattutto in Bahrain, Qatar, Oman e Kuwait.
Perumal si spaccia per agente FIFA, ed in tale veste combina partite con le Federazioni locali ed incassa petroldollari promettendo di far esibire nel salotto buono degli sceicchi i migliori giocatori dell’Africa nera. In realtà – come accennato – si tratta soltanto di giocatori sosia, si, insomma, somiglianti ai campioni per i quali il truffatore indiano li spaccia; fra l’altro, essendo tali, sono dei calciatori a livello men che mediocre che in campo vengono sempre travolti da qualsiasi selezione del medioriente con la quale si incontrano.
La truffa si è protratta fino al 7 settembre scorso, quando il Bahrain ha pubblicato sul suo sito ufficiale la notizia di una clamorosa vittoria sul Togo capitanato da Adebayor. I vertici della Federcalcio togolese sono caduti dalle nuvole in quanto non avevano mai organizzata una trasferta della loro nazionale a Manama (città del Bahrain). Nel giro di qualche giorno la FIFA ha aperto un’inchiesta parallelamente al fascicolo della Procura di Lomè (capitale del Togo). Proseguendo nelle indagini gli inquirenti hanno scoperto l’inganno e le manette sono scattate ai polsi di Bana Tchanile, un allenatore di calcio togolese già in passato responsabile di “giochini” simili da lui attuati con delle nazionali giovanili. L’arrestato seguendo il consiglio del suo avvocato, si è “pentito” ed ha chiamato in causa la mente della truffa, cioè Perumal il quale – inutile aggiungerlo – ha subito fatto perdere ogni traccia di se. Sembra comunque che in questi ultimi giorni di ottobre si trovi in Inghilterra e proprio qui la polizia del Togo in collaborazione con Scotland Yard, lo sta ricercando.
A detta dell’arrestato l’ingegnoso Perumal aveva addirittura compilato un vero e proprio prezzario: per avere la nazionale del Togo occorrevano 500 mila dollari, per quella della Costa D’Avorio un milione ed il doppio di questa cifra se si voleva incontrare il Camerun.
Che ne dite? Niente male come trovata. Ciò che mi stupisce è l’ingenuità degli stramiliardari sceicchi. Ma si sa, quando i denari non costituiscono il benché minimo problema, spenderli non è certo una preoccupazione.

martedì 26 ottobre 2010

A PROPOSITO DEL TERRORISTA GIOVANNI SENZANI

Tutti voi avete appreso dai telegiornali di domenica e ieri che è stato rimesso in libertà un professore dal nome Giovanni Senzani e dall’età di 68 anni, condannato all’ergastolo essendo uno degli ideologi maggiori (se non il…supremo) delle Brigate Rosse e l’assassino di Patrizio Peci. Bene vi hanno detto – come quasi sempre – una bugia (mi verrebbe tanto da scrivere che vi hanno narrato una puttanata, ma mi dicono non essere…elegante), vi hanno preso per i fondelli, vi hanno gabbato, truffato, preso in giro. Direte “perché?”. Ma come perché, questo professore universitario moralmente responsabile del delitto Moro e di decine di altri omicidi, è libero da quel dì; infatti da oltre un paio d’anni aveva semplicemente l’obbligo di presentarsi una volta al mese negli uffici della questura situata nella città (Firenze) dove ha la residenza e porre la sua firma su un apposito registro. Si, insomma, come se dovesse dimostrare la sua esistenza in vita.
Cosa è accaduto? Ma soprattutto “quando” è accaduto e con quanta celerità ce lo hanno fatto sapere? Leggete e decidete se inquietarvi, indignarvi, incazzarvi, mandare al diavolo carceri, Leggi, giudici di sorveglianza, magistrati in genere e quanti altri.
Lo scorso mese di febbraio questa mammoletta di Senzani che da anni godeva della libertà provvisoria, si è puntualmente presentato a firmare e gli agenti dell’ufficio ebbero a dirgli: “signor Senzani lei è libero, non deve firmare più”. Ripeto questo è accaduto a febbraio del 2010 e lui già godeva da oltre due anni della libertà provvisoria, alla faccia della famiglia di Patrizio Peci e di tutte le famiglie nelle quali lui ha gettato il lutto tanto da meritarsi una condanna all’ergastolo. Bene volete sapere quanti anni di galera si è fatto? Come il sistema della Giustizia italiana lo ha punito in pratica (perché in teoria doveva restare in galera fino alla morte)? Desiderate venire a conoscenza di quanto questo docente che con le sue idee ha minato la mente di decine di persone mutandole da semplici ed onesti cittadini in sanguinari terroristi? Si é fatto soltanto 23 anni, e neanche di carcere duro. In questo periodo sono anche compresi: permessi, licenze per buona condotta e quegli anni nei quali ha usufruito della libertà condizionata (certamente due, ritengo molti di più, ma onestamente non lo so e questo farabutto non merita che perda tempo a fare dei conti su di lui).
L’altra cosa che mi manda in bestia è che la notizia che risale a febbraio ci è stata comunicata ad ottobre . Però se Pinco Panco ruba una confezione di profumo in un grande magazzino, il giorno dopo troviamo la notizia ovunque con il titolo “arrestato pericoloso ladro”.
Viva l’Italia e le sue Leggi!

lunedì 25 ottobre 2010

Per godere questa notiziola dovete ricordare che in inglese il verno "TO FUCK" vuol dire semplicemente chiavare. Si, insomma, una parola veramente sconveniente se usata in presenza di gentili signore. A scanso di ogni equivoco, vi rendo noto che non vuol dire: fornicare, accoppiarsi, fare l'amore, ecc. ecc. no, vuol dire proprio chiavare.
Ciò premesso udite quanto ho scoperto
Nell'Alta Austria non vuol dire nulla, ma è solo il nome di un antico villaggio a pochi chilometri da Salisburgo e che si chiama appunto "Fucking" (gerundio del suddetto verbo). Così, complice la globalizzazione, sempre più spesso gli abitanti del luogo vengono tempestati di telefonate anonime di sfottò che arrivano finanche dall'Inghilterra e - per di più - nel cuore della notte. Come se non bastasse i vari turisti rubano i cartelli stradali (finora almeno quindici) indicanti il benvenuto a...Fucking; naturalmente a ripagarli tocca alla piccola comunità del villaggio.
Come risolvere il problema? Cambiare il nome? neanche a parlarne, tanto è vero che un referendum ha già detto di no. Vorrà dire che si continuerà a subire i disturbatori telefonici
Dovete anche sapere che, non molto lontano di lì, c'è un altro paesello che si mchiama "Petting"!...vi ricordo semplicemente che con questa parola i popoli di lingua anglosassone chiamano tutti quei preliminari affettuosi che precedono il... to fuck!

venerdì 22 ottobre 2010

UN SINDACO FUORI DI TESTA?

Ci sono delle persone che danno fuori di testa. Mi direte che ho scoperto l’acqua calda. E’ vero ma voglio aggiungere che quando questi individui rivestono cariche pubbliche, le loro “uscite” le pagano i cittadini.
E’ proprio quello che sta accadendo agli abitanti di Castellammare di Stabia, nel napoletano, a causa di una ordinanza emessa dal sindaco Luigi Bobbio il quale nel nuovo…regolamento di Polizia Urbana appena…partorito (e che il consiglio comunale si appresta a discutere – lunedì prossimo – ma che, certamente verrà approvato data la maggioranza che supporta il primo cittadino), nel nuovo regolamento, dicevo, si leggono cose inaudite.
Eccone alcune: vengono messe al bando e multate con ammende che vanno dai 25 ai 500 euro, tutte le persone che bestemmiano in pubblico (e fino qui siamo d’accordo), i ragazzini che giocano a pallone nella villa comunale (anche qui avrei non molto da ridire). Come se non bastassero questi primi “reati” verrà perseguito anche chi si sdraia al sole in pubblico od indossa abiti succinti.
In altre parole – come specifica lo scritto del signor sindaco – niente minigonne, jeans od altri pantaloni a vita bassa, scollature generose e via di questo passo. Il tutto viene portato a conoscenza della cittadinanza in ben quarantuno articoli dell’ordinanza (o regolamento di polizia urbana) emessa dal signor Luigi Bobbio e controfirmati (nel senso di approvati in toto) dall’assessore alla Sicurezza Luigi Mamone, ex generale della guardia di Finanza.
Occhio dunque – se passate per Castellammare di Stabia – alle gonne, ai pantaloni ed alle scollature delle vostre donne, potrebbero costarvi una multa da 25 a 500 euro, che non sono bruscolini.

giovedì 21 ottobre 2010

ANCHE OXFORD HA I SUOI IMBECILLI

Debbo dire con consueta onestà intellettuale, che quando ho parlato (criticandoli) della stupidità dei test di ammissione alle università italiane, mai avrei immaginato che anche quelli di Oxford sarebbero stati…passibili di critiche altrettanto pesanti.
“Prestigiosa”; è questo l’aggettivo che più si confà all’Università di Oxford, la più antica del mondo anglosassone: un abbinamento che ci sta come quello che dice “il cacio sui maccheroni”, insomma un binomio che quella città patria di quel Tempio di Studi, si merita. Sembra però del tutto necessario aggiornarlo, con una spolverata di un altro aggettivo: “cazzeggiante”. Tutto questo per colpa (o merito) di alcune domande tipiche sottoposte agli aspiranti studenti nei test d’ammissione. Ne volete alcuni esempi? Si, volete conoscere alcune di queste domande? Eccole (e poi ditemi che gli imbecilli non hanno sede anche nell’ateneo più famoso del mondo):


“Sei Figo?”
“Se potessi inventare un nuovo strumento musicale che suono dovrebbe avere?”
“Se qualcuno rischia la propria vita (e quella di altri) in uno sport estremo è un eroe od un fesso?”
“Che percentuale delle riserve idriche mondiali è contenuta in una mucca?”
“In che momento una persona si definisce morta?”
“Descrivi un cactus”


“Vogliamo gente capace di osservare, che abbia attenzione per il dettaglio sia su larga scala sia in quello più microscopico” ha spiegato uno degli autori dei test. Od avrei dovuto scrivere uno degli imbecilli autori dei test? Fate voi.

mercoledì 20 ottobre 2010

007: NON CONVIENE SPIARE PER ELISABETTA

Ci sono delle cose al mondo, che sembrano incrociarsi per un qualche strano disegno del Destino. Una di queste è la seguente (svelata dal giornale londinese “Sunday Times”): molti dipendenti del famoso controspionaggio inglese MI6 (per capirci quello dal quale dipende 007) sono scontenti del loro lavoro mentre – di contro – il governo australiano sembra stia cercando agenti per il suo ufficio omologo che si chiama Asis.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico fare la spia a servizio di Sua Maestà è diventato proprio un brutto affare e l’esodo verso l’Australia ha le sue ragioni. In Inghilterra gli 007 si vedono congelati gli stipendi per i prossimi tre anni ed il loro lavoro si svolge sempre più dietro ad una scrivania anziché in missione (missione: uguale guadagni extra…), per queste ed altre ragioni i 2.600 dipendenti dell’MI6 sperano di fare carriera altrove.
Va aggiunto che al confronto l’australiano Asis appare dunque più…stimolante e soprattutto in espansione. L’annuncio diffuso a Londra per l’acquisizione, da parte del controspionaggio australiano, di 12 ”007” di medio livello, ha suscitato un enorme interesse. Infatti la ex colonia inglese offre, insieme al lavoro a Canberra, anche la cittadinanza australiana, una generosa pensione ed una allettante indennità per il trasferimento delle spie e delle loro famiglie. Nonostante lo stipendio in se per se, sia più basso di quello goduto in patria dagli 007 inglesi, va notato che la vita nel nuovo continente rispetto a quella brittannica, costa quasi la metà. Nel senso che quello che si compra con una sterlina a Londra, lo si acquista a Canberra con sessanta centesimi della medesima moneta.

martedì 19 ottobre 2010

INTERESSA I GIOCATORI DELLE SLOT

Gioca per tre giorni alla slot machine convinto di vincere nove mila euro, ma quando ritiene di essere sul punto di concludere si vede portar via la macchina dagli addetti della ditta che appunto gestisce le slot.
E’ accaduto in una Sala Bingo di Terraglio (piccolo centro veneto) dove gli agenti di Polizia della questura di Treviso, sono dovuti intervenire per sedare la lite tra il giocatore – un cittadino cinese – e la titolare della ditta di slot machine.
L’orientale stava giocando alla slot da circa tre giorni, ininterrottamente, tranne che negli orari di chiusura, il tutto per maturare dei bonus che gli avrebbero consentito di incassare circa 9 mila euro. Ma sul più bello è arrivata l’addetta della ditta con l’incarico di prelevare l’apparecchio con il preciso scopo di disabilitarlo. Chiaro che a questo punto la rissa è scattata in…automatico. Inutile aggiungere che a decidere sarà il tribunale di Treviso al quale il giocatore cinese si è rivolto denunciando la ditta delle slot.

lunedì 18 ottobre 2010

TREDICENNE FUGGE DI CASA PERCHE' TROPPO BRAVA

Mi rendo assolutamente conto quanto sia banale la battuta ma al grido romanesco del “quanno ce vo’, ce vo’” ve la servo egualmente, mi riferisco a quella che dice: “il mondo è bello perché è vario”. Vi chiederete a che proposito lo dico, ecco leggete ed avrete la risposta alla vostra domanda. Resta il fatto che l’episodio che vi sto per narrare dimostra ancora una volta un altro “luogo comune” che è quello che afferma: “come cambiano i tempi”. Infatti quando andavo a scuola io si aveva timore di tornare a casa dopo un brutto voto o – ancora peggio – dovendo portare una brutta pagella. Oggi invece…
Troppo brava: in classe, a scuola di danza, in famiglia e nei rapporti con il prossimo. Un pregio – appunto la bravura – che però negli ultimi tempi si era trasformato in una colpa. Secchiona, dunque per i suoi coetanei e proprio per questo, a soli 13 anni, ha deciso di fuggire da casa.
Per diverse ore Agropoli, piccolo Comune a sud di Salerno, è rimasta con il fiato sospeso.
Alunna modello, ballerina modello, ed anche figlia modello, Ilaria Adinolfi, tredicenne da lodare, sarebbe diventata bersaglio preferito di compagni di classe ed amici i quali avrebbero iniziato a prenderla in giro. Canzonature e sfottò continui che a quell’età possono diventare macigni insopportabili, specie se indirizzati ad un temperamento timido e riservato quale è l’ottima Ilaria che peraltro è stata ritrovata dopo poche ore.
Si spera che la sua fuga possa servire di lezione e chi l’ha presa di mira.

venerdì 15 ottobre 2010

COSI' FUNZIONA LA GIUSTIZIA

Debbo dire che apprezzo ed ho sempre apprezzato il diuturno e duro lavoro delle Forze dell’’Ordine, siano esse Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, ecc. ecc. Ho sempre pensato che la loro attività è una di quelle non a rischio, ma di più. Ciò che mi lascia molto perplesso è il constatare come molto spesso il loro lavoro venga vanificato. Da chi? Leggete e giudicate voi senza peraltro dimenticare che più volte – nei miei post – mi sono occupato di come funzioni la macchina giudiziaria italiana (si, insomma, quella che ha 9 milioni di processi in arretrato) tramite suoi magistrati.
A tal proposito leggete quanto avvenuto lunedì scorso a Milano.
Nella capitale lombarda Michael Bonocore, detenuto per reati contro il patrimonio per ordine dei tribunali della stessa Milano e di Bari, che nei giorni scorsi aveva ottenuto gli arresti domiciliari, è stato scarcerato alle 11,40. Alle successive 15,50 una “Volante” lo ha sorpreso a picchiare in strada una donna con il solo scopo di strapparle la borsetta che la malcapitata non voleva mollare. Accompagnato al più vicino commissariato è stato di nuovo dichiarato in arresto e denunciato per i reati di tentata rapina e lesioni personali. Come è facile dedurre, ha resistito soltanto quattro ore e dieci minuti senza delinquere.
A tal proposito scrive il giornalista Gaetano Castaldo: “E’ pur vero che Milano è la patria di Cesare Beccarla, ma ciò non toglie che all’insegna della tolleranza, buonismo e giustificazionismo, la severità, la certezza della pena ed il conto da saldare con la Giustizia e con la società diventino un optional”.
Scusate, dimenticavo di dirvi che malgrado ciò che il bravo Michael Bonocore ha fatto subito dopo essere stato scarcerato (dagli arresti domiciliari) i magistrati hanno ritenuto opportuno non mandarlo in galera, ma rimetterlo recluso nella sua abitazione.

giovedì 14 ottobre 2010

PERCHE' STRAVOLGERE LA NOSTRA LINGUA?

Come tutti sanno il mio mestiere vive esclusivamente di due cose: le notizie e le parole per raccontarle. Quindi perché lo si svolga almeno decentemente è necessaria una qualità: conoscere ed apprezzare la lingua italiana. E’ per questa ragione che negli ultimi anni mi sento un po’ spiazzato. Direte “Perché”? Eccomi qui a spiegarvelo e quando avrete letto questo breve Post, rifletteteci e considerate quanto il mio mondo professionale, si sia fatto prendere dall’approsimazione, dalla dabbenaggine (e non voglio chiamarla stupidità) e dal cambiamento (del tutto arbitrario e quindi sbagliato) del significato di alcuni termini. Badate bene che la veridicità di quanto vi sto per dire lo potete facilmente controllare, vi basta un banalissimo dizionario della lingua italiana.
Mi ricordo che quando andavo a scuola i miei insegnanti ci dicevano che i vulcani TRACIMAVANO (da Trans-cima=oltre la cima); i fiumi STRARIPAVANO (oltre la riva, dal latino“ripa”) e che il mare inondava le spiagge con l’alta marea o con il vento di burrasca.
Da quando frequentavo le patrie scuole sono trascorsi moltissimi anni e questi eventi – secondo giornali e TV – si sono scambiati fra loro modo di comportarsi, infatti ora i fiumi “tracimano” od “esondano”, i vulcani straripano ed i mari strabordano.
Vi chiedo: non vi sembra che fosse più corretto parlare (e scrivere) come una volta così da NON storpiare il senso dei citati fenomeni?
Qualcuno potrà obiettarmi che i "tempi cambiano" e con essi anche i modi di dire. D'accordo che i "modi di dire" possono cambiare, ma non mi risulta che mutare completamente od addirittura stravolgere il significato delle parole, possa essere un effetto del trascorrere del tempo sull'orologio dell'Umanità.

mercoledì 13 ottobre 2010

RAPINATORI IMBECILLI

Non vorrei essere denunciato per “apologia di reato”, ma credetemi questa notizia mi ha così…attizzato che non posso fare a meno che comunicarvela. Perché? Perché è la prova del vecchio (e superveritiero) detto che afferma la madre degli imbecilli essere sempre incinta. Questa volta – udite, udite – gli imbecilli sono dei poco di buono.
E’ accaduto l’altro ieri quando un paio di rapinatori, armi alla mano, hanno fatto irruzione nella pescheria all’ingrosso della famiglia Purificato. Il locale si trova a Formia (Latina) in piazza Risorgimento.
Di buon mattino quel negozio è già pieno di clienti, ristoratori e rivenditori. I due, arrivati a bordo di una moto di grossa cilindrata e muniti di casco integrale, si sono divisi i compiti: mentre uno è rimasto in sella al veicolo con tanto di motore acceso, l’altro e sceso ed ha fatto irruzione nel negozio terrorizzando commessi, proprietari,clienti e tra urla, minacce, spintoni e pistola spianata, si è fatto largo. Portatosi dietro il bancone di vendita, ha raggiunto subito la cassa. Ha aperto un cassetto, arraffato i 500 euro in biglietti da piccolo taglio ed in spiccioli che conteneva, ha gettato un’occhiata all’altro cassetto, ma avendo già i soldi in mano ha pensato che il suo “colpo” fosse andato a buon fine. Fatta la rapina, continuando ad urlare e minacciare è fuggito dal negozio, balzato sulla sella e con il suo complice si è dato alla fuga.
Pensate nel cassetto che ha soltanto guardato c’erano centomila euro in contanti.
Chissà cosa avrà pensato di se stesso e soprattutto cosa il complice gli avrà detto. Ma certo che lo hanno saputo: Formia non è New York è una piccola città e le notizia volano…

martedì 12 ottobre 2010

ANCHE I NEONATI SU FACEBOOK

Quello che è veramente incredibile e che concerne la rete Internet è che si è arrivati al punto che ora si potrà addirittura ricevere una richiesta di amicizia da un bambino che non sa ancora parlare.
Da un nuovo studio della società di Avg Internet Security, realizzato in diversi Paesi del mondo – USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Spagna – è emerso infatti che due bambini su dieci, ancora prima di nascere hanno le proprie foto pre-parto, messe ondine dai genitori.
Dopo la nascita dei piccoli, spesso i genitori decidono subito di dare ai figli una seconda vita, questa volta online: almeno tre neonati su dieci hanno un book fotografico delle prime ore di vita ed il 7 per cento di loro ha già un indirizzo personale di posta elettronica.
A due anni di età, otto bambini su dieci possiedono una sorta di impronta digitale.
Oltre il 70 per cento delle madri ha dichiarato di aver messo in rete le immagini del piccolo per condividere le fotografie con amici e parenti, un modo considerato meno “noioso” dai genitori di oggi, rispetto ai tradizionali album fotografici.
In futuro quindi, saranno molto pochi i bambini che dovranno andare alla ricerca di libri di scarto e polverosi album di fotografie scolorite di famiglia per conoscere i propri primi anni di vita. Ormai, con pochi clic potranno trovare tutta la loro storia sulla rete, condivisa dagli amici e dai famigliari più lontani.
Quando i neonati diverranno grandi avranno a disposizione un articolato fascicolo digitale composto da fotografie, video dei ricordi d’infanzia condiviso da genitori, parenti ed amici.

lunedì 11 ottobre 2010

PADOVA: PROFESSORE VAMPIRO?

Quando iniziai questo meraviglioso mestiere (a proposito, forse non ve ne frega nulla, ma fra due mesi e mezzo compio mezzo secolo da giornalista professionista) una delle prime cose che mi venne insegnata fu: “Ricordati se un cane morde un uomo, non è una notizia. Una vera e buona notizia sta nel fatto se è l’uomo che morde il cane”. Il seguente fatto, non so perché, mi ha fatto tornare alla mente questo consiglio.
All’Istituto Tecnico Industriale di Piove di Sacco (Padova), un docente non solo ha preso a ceffoni uno studente disturbatore della lezione che stava tenendo, ma lo ha anche morso sul collo. Si, insomma, proprio come un vampiro dei film. L’episodio è accaduto lo scorso maggio ma è venuto alla luce soltanto stamani: all’apertura del procedimento giudiziario a carico dell’insegnante che lo vede imputato di “Lesioni personali”.
Ecco quanto accaduto. Il prof A.M. di 37 anni, stava facendo alcune interrogazioni in una delle classi più indisciplinate dell’Istituto ed infatti mentre poneva le sue domande allo studente di turno ha notato che, nel caos generale, un alunno in particolare lo disturbava. Lo ha richiamato più e più volte senza esito alcuno; Vedendo vani i suoi appunti è sceso dalla cattedra ed ha avuto un violento diverbio con il disturbatore; diverbio che alla fine si è tramutato in un vero e proprio corpo a corpo. Insomma, come si dice nella mia adorata Roma, “se so messi a fa’ a botte”.
L’alunno ha avuto la peggio colpito a pugni ed anche morso sul collo dall’insegnante, è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale civile della vicina Padova dove è stato medicato e giudicato guaribile in 20 giorni salvo complicazioni. Non vi aspettate un mio commento. Ognuno di voi giudichi l’evento come crede.

venerdì 8 ottobre 2010

PRESTO UN' ISOLA DI SOLE BIONDE

Un’isola solo di bionde. Una follia? A quanto sembra no. La possibilità che una cosa del genere si realizzi è molto più vicina di quanto non ci si aspetti. Un’isola del genere dovrebbe sorgere proprio nell’arcipelago delle Maldive. Ad annunciarlo sono stati i dirigenti di Olialia, una società lituana che lavora da diverso tempo anche nel campo del Turismo.
La Compagnia ha presentato il suo nuovo progetto: costruire un grande Resort nell’arcipelago dell’oceano Indiano e poi popolarlo soltanto con donne dai capelli chiari.
“Uno degli scopi di questa iniziativa – dicono – è mettere in discussione il luogo comune secondo il quale le donne bionde sono poco intelligenti e dimostrare come una grande catena alberghiera guidata solo dal gentil sesso biondo, possa avere un molto successo”.
Il progetto è molto variegato e completo: prevede anche la creazione di un servizio di linea aerea e di Yacht sui quali, naturalmente, sarà impiegato solo personale composto da…biondissime. Sull’isola saranno costruiti non solo alberghi, ma anche centri di benessere, pizzerie, luoghi per il divertimento e per lo sport.
Nel futuro Resort esisterà anche un Centro per l’Educazione, chiamato “Pretty Women”, dove si insegnerà agli ospiti come apparire sempre belli e perfetti. Un specie di paradiso in terra, quindi, almeno per coloro che preferiscono le bionde.

giovedì 7 ottobre 2010

LIBERTA' RELIGIOSA. DOVE?

Un prete cattolico, del quale non viene precisata la nazionalità, e dodici fedeli filippini, sono stati arrestati con l’accusa di “proselitismo” durante una Santa Messa a Rias, la capitale dell’Arabia Saudita. E’ quanto si legge sul sito web del quotidiano “Arab News”, in cui si precisa che gli arresti sono scattati nel distretto arabo di Rawdah l’altro ieri, quando gli agenti “dell’Ente per la Promozione delle Virtù e la Prevenzione del Vizio” hanno interrotto una Messa a cui partecipavano circa 150 fedeli.
“Il sacerdote ed i dodici cattolici - ha dichiarato una fonte non meglio identificata a quel giornale arabo - sono stati tratti in arresto in quanto sospetti di essere gli organizzatori delle riunioni del gruppo tanto che si sono visti accusare e quindi incriminare di proselitismo religioso” e questo particolare è stato successivamente confermato dall’incaricato di affari dell’ambasciata di Manila a Riad, il diplomatico Ezzedin H. Tago.
Vien da pensare soltanto una cosa: in Europa e particolarmente in Italia abbiamo costruito (e stiamo ancora costruendo) nella nostre città, moschee e moschee. Ad esempio quella di Roma è la più grande del continente. Per questo non solo nessuno ci ha detto grazie ma gli Stati arabi neanche ci riconoscono il particolare secondo il quale noi non solo rispettiamo la multietnia ma, soprattutto, diamo a chiunque la possibilità di professare la propria religione in totale ed assoluta libertà. Non mi sembra di poter dire che in Arabia Saudita stiano costruendo chiese cattoliche a iosa e per il resto…
Se pensate che io sia indignato, avete colto nel segno.

mercoledì 6 ottobre 2010

TROPPA HIGH-TECH = POCO SESSO

Televisore sempre acceso, Personal Computer (PC) portatili sempre in mano, cellulari e smartphone sotto il cuscino: gli italiani sembrano sempre più schiavi della tecnologia ed, a rimetterci, è soprattutto l’armonia di coppia. Soprattutto quella sotto le lenzuola.
“Con gli strumenti Hi-Tech sempre accesi, anche in camera da letto, la frequenza dei rapporti sessuali cala del 70% (settantapercento)”. E’ la stima della sessuologia Serenella Salomoni, (presidente della “Associazione Donne e Qualità della Vita”) che ha condotto un sondaggio su circa 500 coppie. Naturalmente asppartenenti a tutti i ceti sociali.
Sottolinea l’esperta: “Ormai non è più solo la televisione a condizionare, in camera da letto, le abitudini di lui e lei. Ora con il PC e lo Smartphone, sempre accesi ad oltranza, è come se ci fossero degli intrusi”.
Il numero di persone che si rivolgono ai centri specializzati per superare i loro problemi è in costante aumento. Coppie magari inconsapevoli che tra i problemi da risolvere, ci sia anche quello dell’incapacità di “staccare la spina da tutto il resto, almeno quando si è in intimità con il proprio partner”.
Ciò detto accogliete il mio consiglio: abbrancate il partner, spegnete qualsiasi apparecchio Hi-Tech e...divertitevi fino all'esaurimento fisico suo e vostro. Mi raccomando non fate come Voltaire che ebbe a dire: "Non consigliatemi, so sbagliare da solo", no voi non siete Voltaire e quindi seguite il mio suggerimento e...dateci dentro.

martedì 5 ottobre 2010

RICERCATORI: MA COSA RACCONTANO?

Ho avuto la tentazione di “battezzare” questa notizia come la “Chissenefrega 2”, ma poi mi sono ricreduto e sapete perché? Perché ritengo che se un gruppo di scienziati ha perso tempo a stabilire quanto segue e ritenere che sia importante, beh, allora mi par di poter supporre che tanto scienziati non siano. Ecco, seguitemi e – soprattutto – ditemi se la mia sensazione è errata.
Dicono i ricercatori delle università del Missouri e dell’Ohio: “mettiamo via per un attimo i ricordi dei libri di Storia e ripensiamo ai giganti della preistoria: erano davvero dei mostri sia per altezza che per le loro dimensioni totali”, gli scienziati, specializzati in Paleontologia, hanno inoltre dichiarato che sarà necessario e doveroso riscrivere i testi restituendo, appunto riscrivendoli, ai giganti preistorici almeno 30 (trenta) centimetri in più.
Descrivendo i loro studi hanno anche spiegato che sono arrivati a tale conclusione partendo dalla dimensione – misurata nei fossili – della cartilagine dei bestioni. Secondo Casey Holliday, autore dello studio pubblicato su PLoSOne (è scritto proprio così), le estremità delle ossa degli arti come tibie e femori presentano zone molto rugose e cavità, rivelando come fossero circondate da un maggior numero di vasi sanguigni. Di qui l’ipotesi del prof. Holliday e cioè che le vene alimentassero strati di cartilagine molto più consistenti di quanto ricostruito dai paleontologi fino ad oggi. I ricercatori delle due università affermano, all'unisono, anche che: “Questa sarebbe una novità che potrebbe modificare anche le conoscenza sulla postura e la velocità di alcune specie”. Ad esempio – stando ai calcoli di Holliday – gli arti del Branchiosauro, enorme erbivoro vissuto nel Giurassico superiore e che misurava 14 metri di altezza, potevano essere lunghi circa un metro di più e risultare ancora più spaventosi.
In poche parole dovremmo riscrivere i testi di Paleontologia perché è stato scoperto che, forse, un Branchiosauro (o qualche altro maxisauro) era alto non quanto abbiamo creduto finora, ma da trenta centimetri ad un metro in più.
Ma tutto questo vi sembra normale e degno di essere chiamato un: “approfondito studio-ricerca fatto da scienziati ricercatori di due università”? Cosa cambia nelle nostre conoscenze? Cosa le stravolge al punto di sentirsi dire che dovremmo riscrivere i testi di Pleontologia? Capirei il problema se fino a ieri avessimo saputo che il Branchiosauro fosse stato alto un paio di metri ed oggi scopriamo che ne misurava oltre 14, ma le cose stanno in modo leggermente diverso: sappiamo dei suoi 14 metri di altezza (ed alcune tonnellate di peso) e scopriamo, invece, che (forse) i metri erano 14,30 o 15, che cambia?

lunedì 4 ottobre 2010

FBI: AGENTI BIRICCHINI

Sembra incredibile, ma finanche le persone meno sospettabili cercano in qualche maniera di…barare nella vita. Non lo credete? Leggete quanto segue.
Protagonisti di questa vicenda sono alcuni agenti del Federal Bureau of Investigation (F.B.I.). Negli Stati Uniti almeno 22 poliziotti del più prestigioso ufficio investigativo, hanno imbrogliato i loro istruttori durante un test del 2008. E’ quanto emerge da una approfondita indagine del Dipartimento di Giustizia americano.
Il test riguardava le linee guida adottate dall’FBI nel dicembre del 2008 per le indagini e le operazioni sul suolo americano. L’Agenzia Federale ha organizzato un corso di lezioni sul nuovo regolamento ed ha obbligato il personale a sostenere un test computerizzato di 51 domande. Secondo il rapporto, diffuso l’altro ieri, gli impiegati dell’Agenzia coinvolti nello scandalo sarebbero almeno 22. Stando ad una indagine della stessa FBI alcuni di loro, inclusi supervisori ed un consigliere legale hanno sfruttato una falla del programma informatico per rintracciare le risposte esatte sui computer.
Altri esaminandi hanno usato i più classici stratagemmi degli studenti: si sono consultati fra loro ed hanno portato agli esami bigliettini con su scritte le risposte. La cosa più grave consiste nel mentire alla 51ma domanda che chiedeva a tutti i candidati di “giurare” di aver consultato durante il test soltanto gli appunti ed il materiale del corso.
Il direttore dell’FBI Robert Mueller e l’Agenzia stessa, hanno commentato l’indagine del Dipartimento della Giustizia, dicendosi delusi dalla cattiva condotta dei loro agenti.

venerdì 1 ottobre 2010

...E CHISSENEFREGA

Durante il lavoro ai giornalisti giungono (o loro stessi trovano) una serie di notizie che abitualmente vanno valutate, giudicate e controllate per poi stabilire quali siano degne di pubblicazione e quali no. Fra esse di frequente ne arriva qualcuna che ha questa peculiarità: non interessa, ma bisogna pubblicarla perché… ed i “perché” sono vari. Questa, di cui sto parlando, è appunto una delle tante che noi giornalisti chiamiamo “la notizia del chissenefrega”.
Da quando scrivo questo post non ve ne ho fatta leggere nessuna, oggi – tanto per ben spiegarmi – ve ne mando una: si, questa è la classica “notizia del chissenefrega”.
Camilla Parker Bowles si sta sottoponendo ad una cura di ringiovanimento in una clinica nei pressi della città indiana di Bangalore; lo riferisce il quotidiano “Times of India”.
La 63enne moglie del principe Carlo d’Inghilterra, trascorrerà quattro giorni con alcuni “familiari ed amici” nel centro di salute Soukya, luogo di superlusso immerso nel verde e che ha una convenzione con il "Royal College of Integrated Medicine" di Londra.
Il giornale indiano scrive che “la duchessa si sottoporrà a Yoga, Meditazione, massaggi ed altre pratiche della medicina tradizionale indiana. La nobildonna inglese alloggerà in una suite con tre stanze da letto, frutteto privato, giardino e vasca con fiori di loto”.
Al termine del trattamento, Camilla raggiungerà il marito a Nuova Delhi per la cerimonia di apertura dei “Giochi del Commonwealth” che si terrà nella serata di dopodomani, domenica 3 ottobre.