giovedì 21 ottobre 2010

ANCHE OXFORD HA I SUOI IMBECILLI

Debbo dire con consueta onestà intellettuale, che quando ho parlato (criticandoli) della stupidità dei test di ammissione alle università italiane, mai avrei immaginato che anche quelli di Oxford sarebbero stati…passibili di critiche altrettanto pesanti.
“Prestigiosa”; è questo l’aggettivo che più si confà all’Università di Oxford, la più antica del mondo anglosassone: un abbinamento che ci sta come quello che dice “il cacio sui maccheroni”, insomma un binomio che quella città patria di quel Tempio di Studi, si merita. Sembra però del tutto necessario aggiornarlo, con una spolverata di un altro aggettivo: “cazzeggiante”. Tutto questo per colpa (o merito) di alcune domande tipiche sottoposte agli aspiranti studenti nei test d’ammissione. Ne volete alcuni esempi? Si, volete conoscere alcune di queste domande? Eccole (e poi ditemi che gli imbecilli non hanno sede anche nell’ateneo più famoso del mondo):


“Sei Figo?”
“Se potessi inventare un nuovo strumento musicale che suono dovrebbe avere?”
“Se qualcuno rischia la propria vita (e quella di altri) in uno sport estremo è un eroe od un fesso?”
“Che percentuale delle riserve idriche mondiali è contenuta in una mucca?”
“In che momento una persona si definisce morta?”
“Descrivi un cactus”


“Vogliamo gente capace di osservare, che abbia attenzione per il dettaglio sia su larga scala sia in quello più microscopico” ha spiegato uno degli autori dei test. Od avrei dovuto scrivere uno degli imbecilli autori dei test? Fate voi.

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