sabato 2 maggio 2009

Come funziona la Giustizia nel Bel Paese (4)

Nel 1996 Giuseppe Di Matteo (di San Giuseppe Iato in provincia di Palermo) aveva 12 anni ed un'unica colpa: il padre, Santino, si stava pentendo davanti ai magistrati. Il ragazzo, appunto nel '96, era da due anni nelle mani degli uomini della Mafia, lo scopo: impedire al padre di svelare i segreti di cosa nostra. Santino invece alzò addirittura il sipario sulla strage di Capagi (morte di Falcone, con moglie e scorta) facendo nomi e cognomi. Fu la fine del piccolo Matteo che venne strangolato ed il suo piccolo corpo sciolto nell'acido corrosivo.
Le forze dell'ordine scoprirono ed arrestarono non solo il mandante (Giovanni Brusca) di così efferato delitto, ma anche gli esecutori materiali dello stesso e cioè: Stefano Bommarito (il carceriere) Salvatore Brusca e Giuseppe Monticciolo. Tutti processati e condannati a pene che vanno da 22 anni all'ergastolo.
Volete sapere perchè si sta scrivendo ciò? semplice tutti (carceriere ed esecutori materiali) sono fuori di galera. L'ultimo dei liberati, Stefano Bommarito, meno di dieci giorni orsono è stato affidato ai "servizi sociali" dopo aver scontato neanche la metà della pena. Nessuno ha fatto notare che costui abbia anche una condanna per l'omicidio di Vincenzo Miceli, un imprenditore siciliano da lui assassinato perchè rifiutava di pagare il "pizzo".
Il 16 gennaio del 2008 Graziano Cecchini gettò dall'alto della scalina di Trinità dei Monti, a piazza di Spagna, 500 mila palline colorate che invasero quello che è considerato uno dei più bei monumenti del mondo. Fu una protesta folcloristica, goliardica, allegra, originale e che non fece male a nessuno ma destò molto scalpore poichè la storica piazza divenne coloratissima!
L'altra settimana il Cecchini è stato processato per "interruzione di pubblico servizio" (a causa delle palline alcuni mezzi pubblici furono deviati) e con lui, per complicità, Daniele Pinto. Il giudice del Tribunale romano, Tiziana Gualtieri ha inflitto otto e quattro mesi di reclusione ai due imputati che, se non si sbrigano a ricorrere in appello rischiano di farseli dal primo all'ultimo giorno.
Prendete in considerazione le due vicende su citate e poi dite se il titolo di questa rubrica è sbagliato.

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