mercoledì 15 luglio 2009

GIORNALISMO - CULTURA - OMERTA'

Prima che ci si addentri nel post, sarà opportuno ricordare ai lettori che quello che prende il nome di "Editoriale" è l'articolo più importante di qualsiasi quotidiano. Esso è infatti situato immediatamente sotto la testata del giornale sul suo lato sinistro. Detto ciò, entriamo in argomento.
Lunedì mattina l'editoriale di uno dei due maggiori (e quindi più venduti) giornali d'Italia iniziava con questa frase: "Come l'eroe di Allan Poe, Giulio Tremonti vive due esistenze parallele. Di giorno è il dottor JEKILL... di notte MISTER HYDE". Dopo aver sottolineato che in questo post (solitamente) non, si ripete, non si fa politica, sarà opportuno commentare questo marchiano errore in cui è cadut0 l'autore. Si dirà, ma "errare umanum est" ed è vero, ma, prosegue il detto latino che "perseverare è diabolico", infatti lo stesso autore, tempo fa, ebbe a scrivere che: "Berlusconi è come Catilina che aveva nominato senatore il suo cavallo". Ora dobbiamo ricordare a chi in due editoriali è caduto in altrettanti marchiani errori, e cioè al vicedirettore di "Repubblica" Massimo Giannini, che: la splendida romanzata vicenda del dottor Jekill non è stata scritta dall'autore americano ma dall'inglese R. Louis Stevenson e le circostanze che legano i due contemporanei sono: entrambi avevano due primi nomi (Edgar Allan il primo e Robert Louis il secondo) e l'essere morti tutti e due prima di aver compiuto il mezzo secolo di vita.
A questo si desidera aggiungere che fu l'imperatore Caligola a nominare senatore il suo cavallo e non certo l'avversario di Cicerone per cui quest'ultimo scrisse le "Catilinarie".
Ciò detto, si vuole anche aggiungere che si è restati del tutto basiti, attoniti, sconcertati da un altro particolare: la testata in questione, cioè "Repubblica", che da anni sembra essere divenuto il quotidiano che rappresenta la Cultura italiana, insomma il giornale ufficiale dei dotti italiani, e che per questo ogni giorno fa le "pulci a tutti", come afferma qualcuno della sua concorrenza, "La Repubblica", si diceva, non si è neanche sognata di rettificare il suo vicedirettore, e questo è comprensibile, ciò che risulta inaudito è che tra le centinaia (fra locali, grandi e piccoli) di quotidiani uno solo, si ripete, uno solo ha notato il secondo errore, ricordando a questo punto anche il primo (quello di aver attribuito a Catilina ciò che fece Caligola). Insomma è questa sorta di omertà giornalistica che disturba , infastidisce, lascia pensare e costringe a commentare. Come è noto chi scrive è giornalista, ma non per questo è disposto ma sorvolare. Giornalismo vuol dire riportare dei fatti, e gli errori dell'ottimo Massimo Giannini sono avvenimenti reali, perchè far finta di nulla? Prima di ogni altra cosa il giornalista ha l'obbligo di riferire quanto accade e rispettare il lettore. Tutto il resto - polemiche comprese - è noia, come dice il bravo "Califfo".
Nota personale: Grazie a Rodja, ma solo una domanda: da dove mi scrive?

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