Dai banchi della chiesa parrocchiale, volano rosari e ciabatte. I fedeli, un centinaio che stanno assistendo alla Messa, vogliono colpire Monsignore Luigi Renzo, Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, egli ha appena comunicato alla gente di Monterosso Calabro, il trasferimento di don Franco Galloro.
"Normale avvicendamento di un giovane prete, per motivi di studio", aggiunge il prelato durante l'omelìa. Il sacerdote, 30 anni laureato in Pedagogia e...lodi dei parrocchiani, deve continuare a studiare. Quindi: "don Galloro deve traslocare a Roma per ragioni scientifico-educative". Apriti cielo. Si leva accesissima la protesta generale. Fischi, pioggia di oggetti, insulti e spintoni al capo della Diocesi che si trova ancora sull'altare non avendo finito di celebrare il rito eucaristico.
Il coro dei devoti è: "prendete tutto ma non toccateci don Franco, chiunque osi trasferire il prete, dovrà trasferire anche noi".
Monsignore cerca riparo, prima dietro al tabernacolo e quindi in sagrestia, dove resta barricato aspettando l'arrivo dei carabinieri che lo "salvano" e lo scortano fino alla Diocesi. Le auto dei tutori dell'ordine passano fra due ali di cittadini inferociti.
Dal canto suo il sindaco di Monterosso Calabro, Ercole Massara (centro destra), non può ribellarsi al Vescovo. Così rimette il mandato e in una lettera indirizzata al prefetto di Vibo Valentia illustra i motivi delle sue dimissioni: "La contestazione unita agli insulti al Vescovo hanno inevitabile conseguenza sull'assetto amministrativo del paese. Il clima politico e sociale, esasperato da taluni negli ultimi mesi, non rende possibile la continuazione dell'esperienza amministrativa in atto".
Dalla Diocesi nessuna reazione. Il Vescovo è irrangiungibile. Impossibile contattare anche don Galloro. Si dice sia: "impegnato in una funzione religiosa in un altro Comune" ma non a Roma
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