lunedì 20 luglio 2009

PARLIAMO DEI CIRCOLI CULTURALRICREATIVI E DI QUANTO CI COSTANO

In questo Bel Paese esistono oltre 34 mila tra "circoli culturali" e "ricreativi".
I più attivi sono le 5.577 Associazioni Ricreative Culturali Italiane ( A.R.C.I.).
Il settore dei "locali non profit" da lavoro ad 80 mila persone, tutte "volontarie", quindi pagate solo con un rimborso spese.
Ciò vuol banalmente dire che questi circoli incassano ma praticamente non pagano tasse: così "risparmiano" molti denari l'anno. Ma vediamo come funziona la loro Cultura, la loro Ricreazione ed il loro lavoro "no profit".
Da Milano a Napoli, da Torino a Bari, naturalmente passando per Roma, la fantasia dei gestori di locali affiliati al circuito ARCI è senza limiti.
Del resto far passare per luoghi di cultura sale da ballo, palestre dove si insegnano arti marziali, bar dove si consuma regolarmente e nei quali si guardano le partite del campionato di Calcio attraverso SKY, sale da biliardo e simili, per far passare - si diceva - tutto questo per luoghi di cultura, ci vuole parecchia inventiva. Questo sarebbe il meno, ciò che è inaudito riguarda appunto le attività commerciali appena citate per le quali si incassano milioni di euro e non si paga neanche un centesimo di tasse. Infatti sono soldi praticamente esentasse, i gestori dei circoli ARCI, infatti, non pagano nè IVA nè imposte locali fatta eccezione per la tassa sui rifiuti, versata in forma agevolata (un quinto rispetto a quanto sborsano gli altri esercizi); da questo si evince - a conti fatti - che la somma di tributi risparmiata dai 5.577 circoli ammonta annualmente ad un miliardo di euro.
Per meglio spiegarci, facciamo un paio di esempi.
A Genova il Circolo (l'ARCI Latino di Voltri) non è solo sala da ballo ma dispone nei locali adiacenti di servizio bar, sala biliardo, tavoli per gioco delle carte e naturalmente collegamento a SKY. Il tutto, sembra inutile aggiungerlo, a pagamento
"011 Sauna Club" Torino; "Cruising Canion" Milano; "Porto de Mar" Venezia; "Hangar" Roma, e via dicendo (ce ne sono almento qualche altro centinaio pubblicati sul sito Internet dall'ARCI), sono tutti convenzionati con l'ARCIGAY per poter pagare meno tasse ed usufruire delle agevolazioni proprie dei Circoli privati. Nella La discoteca intelletuale di Milano, cioè il circolo "la Magnolia" Gin a 7 euro e zero scontrini, l'unica differenza dai locali vip, oltre a pagare il biglietto di entrata è necessario munirsi della tessera Arci che viene data (non gratis). Per ciò che riguarda la Sicurezza , è decisamente nell'ordine del "fai da te".
Cinque miliardi e mezzo di euro sono il giro d'affari annuale dell'ARCI che in realtà svolgono le attività di comuni esercizi commerciali. A questo va aggiunto che gli 80 mila "volontari" non hanno nessuna garanzia che possa loro assicurare un domani, anni da poter calcolare quando arriveranno alla pensione.
In questo Bel Paese resta comunque il fatto che se - per caso - muore tuo padre e non ha pagato (per mancanza di...tempo) una qualsiasi tassa e tu non ne sei al corrente, lo Stato di perseguita fino a pignorarti i mobili di casa, anche se il tributo dovuto è di cifra irrisoria, tipo, 50-100 euro.
I Circoli Arci però per Legge non pagano tasse per i loro commerci miliardari.
Evviva l'Italia.

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