Alla faccia della crisi e dello sviluppo, ci sono, per chi non ne fosse al corrente (e siamo i più) decine di miliardi parcheggiati nei Ministeri, in attesa soltanto di essere spesi.
A svelare il grottesco fenomeno è stata la Corte dei Conti (che è quell'organismo che controlla appunto entrate ed uscite dello Stato) che non più tardi dell'altro ieri ha diffuso la relazione sulla gestione delle risorse dell'Italia. Si tratta appunto, di miliardi che tutti sanno dove debbono andare e cosa debbono finanziare: lo sanno i Ministeri ed i destinatari. Malgrado ciò questi denari rimangono per anni insabbiati nei libri contabili e quindi non spesi, non utilizzati.
La sostanza della relazione è chiara come il sole: di tutto quel ben di Dio, sono stati erogati soltanto cinque miliardi, "per i conti residui" ed altri cinque per quelli "di competenza", con percentuali rispetto alla somma originaria del 28 e del 40%. La Corte dei Conti ha così scoperto che sono rimasti "incagliati" nelle pieghe della Burocrazia oltre 22 (ventidue!) miliardi di Euro.
Sono quei soldi che mancano per l'Edilizia, per la Sanità, per l'Università, per le Imprese, e via discorrendo. Entrando nel dettaglio si viene a sapere che: c'è il Fondo per la Competitività e lo Sviluppo che su quasi quattro miliardi stanziati ne sono stati erogati soltanto 271 milioni, cioè il 7%. C'è il Fondo per le Aree Sottoutilizzate e su circa due miliardi ed 800 milioni sapete quanti ne sono usciti dal Ministero per lo Sviluppo Economico? Zero.
Oltre a quanto detto, va sottolineato anche che ci sono i fondi stanziati (con specifiche Leggi dello Stato e regolarmente pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dopo l'approvazione del Senato e del Parlamento) per la riqualificazione dei porti, per l'edilizia sanitaria, per le infrastrutture fino a quelli da devolvere a sostegno della finanza di impresa.
A tal proposito, scrive la Corte dei Conti: " la massa spendibile viene sottratta, in tutto od in parte, alla naturale destinazione prevista dalle leggi e dai programmi di spesa che ne legittimano lo stanziamento".
I motivi? ce ne sono a iosa, talvolta si tratta di "una insufficiente azione di governo"; in altra circostanza di "problemi relativi all'organizzazione amministrativa e contabile"; in altri casi la responsabilità ricade su "disfunzioni riconducibili anche ai soggetti destinatari dei finanziamenti"; In fine a volte la colpa ricade sulle stesse leggi di bilancio, così complicate e contraddittorie da renderne impossibile l'applicazione.
A concludere nella sua relazione la Corte dei Conti non esclude che molte delle situazioni anomale nascondano: "un consapevole utilizzo di questi ritardi ai fini del contenimento della spesa pubblica" Insomma un modo (all'italiana) per far tornare sempre i conti.
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